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19 Aprile 2024

Lavoro e sviluppo degli imprenditori cristiani


(Massimo Masiero) – Nel momento in cui la crisi colpisce il territorio livornese e si stanno portando avanti progetti che possano farlo uscire dall’attuale congiuntura, la presenza degli imprenditori cristiani può portare un contributo alla riflessione proponendo una visione che insieme alle regole del mercato ponga al centro l’uomo con tutte le sue necessità. E’ il percorso che intende perseguire l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, sottolineato da Marcello Murziani, presidente della sezione livornese, nel convegno, che ha caratterizzato la prima uscita al Vescovado, affrontando il problema della conquista dei posti di lavoro nell’ottica della qualità della vita del lavoratori. E’ la linea che Papa Francesco ha ripetuto nei suoi interventi perché ognuno sia corresponsabile, l’impresa non deve provocare danno all’ambiente, deve creare le condizioni per l’armonizzazione tra lavoro e famiglia, tutelando la maternità della donna, tenendo presente che la perdita del lavoro significa anche venir meno della dignità e che l’etica del lavoro deve porre al centro la persona e la vita delle comunità. Lo la anche ricordato il cardinale Salvatore De Giorgi, consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucid, la cui sezione è stata sollecitata dal Vescovo Simone Giusti, che non ha mancato di rilevare come è necessario presidiare il territorio e affrontare i problemi ad esso collegati con una mobilitazione costante poiché le emergenze aumentano con la Caritas diocesana che distribuisce, dai quaranta pasti giornalieri del passato, gli attuali trecento. Le necessità dei più bisognosi aumentano e le difficoltà della città possono essere superate insieme. “Mi è stato detto che per sbloccare una pratica in porto – ha esclamato il presule – occorrono ben 42 permessi”. E’ evidente che prima di tutto occorre snellire la macchina burocratica.
Il lavoro da conquistare guarda al futuro delle sempre nuove tecnologie ed ha anche punti di riferimento sul territorio con la Scuola Sant’Anna, eccellenza che può dare sempre nuovi impulsi, collegati anche alle attività scientifiche della robotica presenti a Livorno allo Scoglio della Regina. L’accordo di programma per le aree di crisi complessa del territorio, la piattaforma Europa, i finanziamenti previsti per nuovi progetti da presentare dagli enti pubblici e anche dai privati sono prospettive da utilizzare in tempi non eccessivamente lunghi. “E’ necessario un maggiore dialogo sul territorio e in città – ha detto Cristina Grieco, assessore regionale al lavoro – per fare sistema e ridurre il gap tra una Toscana a due velocità, dove quella costiera è in difficoltà. Le nuove opportunità tecnologiche possono aprire nuovi orizzonti e creare nuovi posti di lavoro. Se ne potranno perdere altri, ma in zona non manca la presenza consolidata di imprese tradizionali e di qualità. Il collegamento tra scuola e lavoro con la formazione dei giovani fa vedere in positivo, perché – ha aggiunto l’assessore – sono una ex-insegnante e ciò mi porta ad intervenire. In particolare sono convinta nella collaborazione tra mondo della scuola e formazione, ma essenzialmente con quello delle imprese”. Dal dibattito, coordinato del collega Antonello Riccelli, è emerso che occorre fare rete tra enti pubblici e privati e tra gli stessi imprenditori perché i ritardi sono spesso collegati all’incolumicabilità.
Giancarlo Abete, presidente nazionale dell’Ucid, già presidente nazionale della FIGC, imprenditore, ha ricordato che stiamo vivendo l’epoca del cambiamento, occorre essere pronti a collegare il passato al presente e che, al di la di tutto, è essenziale la ricerca e la formazione tra scuola e lavoro.
I consiglieri regionali Francesco Gazzetti e Antonio Mazzeo, presidente della commissione attività della costa, hanno ricordato che da parte della Regione si sta operando per la realizzazione di alcune infrastrutture viarie importanti e per la ripresa economica del territorio. Non è mancato lo spunto polemico di monsignor Paolo Razzauti, direttore del Seminario, che da sempre segue la realtà locale: “ Bisogna anche chiedersi perché in passato non sono state concesse le aree che gli investitori chiedevano per poter creare le loro imprese sul nostro territorio, perché la politica ha fatto fuggire le aziende esistenti e se anche adesso interessa creare lavoro o andare al mare”. Il dibattito degli imprenditori dell’Ucid è appena agli inizi.