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14 Luglio 2025

Una manifestazione pacifista negli Stati Uniti (foto libera da diritti, Informazionefacile.it)

A un passo dalla tragedia


(Marco Ceccarini) Livorno, 22 giugno 2025 – Nella notte italiana tra il 21 e il 22 giugno gli statunitensi hanno bombardato Fordow, il sito nucleare più importante dell’Iran, ed altri due centri di ricerca atomica. Dodici sono le superbombe Gbu-57 che sono state sganciate: dieci su Fordow e due su Natanz, il secondo snodo nucleare del Paese, mentre una raffica di missili cruise lanciati da navi americane nel Golfo Persico ha colpito Isfahan, il terzo perno del network atomico.

In ogni caso, dopo il passaggio dei jet e dopo le forti esplosioni nell’area di Fordow, le immagini di fumo a fungo atomico, proprio come quelle di Nagasaki ed Hiroshima, sono apparse spaventose ed inquietanti per tutti coloro che vorrebbero un mondo equilibrato e di pace.

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donad Trump, ha parlato di “successo militare spettacolare che nessun altro Paese al mondo sarebbe stato in grado di conseguire” e ha commentato che adesso ci sarà “la pace o la tragedia”. Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha ringraziato “l’alleanza indistruttibile” con gli Stati Uniti benedicendo l’America ed affermando che “la pace si ottiene con la forza”. Di contro dai portavoce dell’āyatollāh Alì Khāmenei, leader iraniano, è arrivata la secca smentita: “Fordow non ha subito danni particolari e comunque i laboratori erano già stati spostati altrove”.

In ogni caso, dopo stanotte, non si sa come reagirà l’Iran, aggredito lo scorso 13 giugno da Israele, e sopratutto non si sa come reagiranno Russia e Cina. I bombardamenti hanno infatti determinato l’entrata in guerra degli Stati Uniti al fianco di Israele. Per cui, adesso, russi e cinesi dovranno prendere una posizione.

Non è ancora chiaro se Vladimir Putin ha acconsentito o meno all’operazione militare americana. Se sì, lo capiremo presto e il prezzo lo pagherà l’Ucraina. Se invece il bombardamento dei siti nucleari iraniani è stato effettuato senza preventiva consultazione della Russia, è probabile che questa, favorevole al fatto che l’Iran porti avanti un proprio programma nucleare a scopi civili, esca allo scoperto a sostegno dell’Iran.

Lo stesso discorso vale per la Cina, che per adesso non ha preso una posizione, anche se ha condannato l’attacco israeliano all’Iran. Non dovremmo restare stupiti se, di fronte al fatto compiuto, Xi Jinping si sentisse autorizzato a “chiudere” la questione Taiwan. Ugualmente, dato che l’ottanta per cento del petrolio consumato in Cina arriva dall’Iran, è immaginabile che il governo di Pechino non permetterà altri nuovi passi in avanti di Washington ai danni di Teheran.

Mentre l’Unione Europea, desiderosa di sostenere anche militarmente Stati Uniti ed Israele, appare oggi impegnata a non perdere la faccia con i propri cittadini, ai quali va fatta digerire l’idea della guerra globale dopo averli cresciuti per generazioni nel mito della pace, è doveroso registrare che alcuni Paesi della stessa Unione, come la Turchia, potrebbero cogliere l’occasione per entrare definitivamente nel rango delle “potenze intermedie”. Per motivi ed interessi diversi, inoltre, anche Francia, Gran Bretagna, Germania e in misura minore perfino l’Italia potrebbero sentirsi autorizzati a fare il proprio gioco. Nel caso italiano, però, la premier Giorgia Meloni sembra faticare non poco a farsi riconoscere come leader internazionale.

Ciò detto, quello che sembra ed è sembrato sfuggire fin dall’inizio all’Europa e all’Italia, fin dallo scoppio del conflitto russo-ucraino e poi con il genocidio ancora in corso a Gaza ad opera di Tel Aviv seguito al pur ignobile attentato di Hamas dell’ottobre 2023 ai danni di giovani israeliani, è che, se esiste una parte giusta e una parte sbagliata della storia, gli europei si stanno posizionando su quella sbagliata. Lo hanno confermato e lo confermano l’insipienza dei leader europei di fronte al fatto che l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, ha affermato che “non vi sono evidenze” che l’Iran stesse costruendo una sua bomba atomica, motivo che formalmente ha indotto Israele prima e poi gli Stati Uniti ad attaccare il pur anacronistico e illiberale regime degli āyatollāh.

Che Trump e Netanyahu abbiano ormai perso aderenza con la realtà, è un dato di fatto. Meno scontata, invece, deve essere la posizione dell’Unione Europea e dell’Italia. In uno scenario dove l’ipotesi della terza guerra mondiale è purtroppo sempre più concreta, il fatto che tra la follia dei potenti e l’impotenza della gente comune il distacco sia ormai abissale, quasi incolmabile, è l’elemento che maggiormente deve indurre all’inquietudine e alla paura. Questo scollamento, per quanto riguarda l’Europa, può far scivolare il mondo nella guerra atomica. Per dirla alla Trump, siamo davvero di fronte a un bivio, ma purtroppo, anche se speriamo di sbagliarci con tutte le nostre forze, la strada imboccata sembra essere quella della tragedia, non quella della pace, perché nella storia dell’umanità non si è mai vista una pace duratura imposta con la forza.

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