Aborto e dintorni, un film sui diritti delle donne
8 Novembre 2021
(Donatella Nesti) Livorno, 8 novembre 2021 – “Per anni ho ruotato intorno a quest’evento della mia vita”, confessa la scrittrice Annie Ernaux autrice del libro autobiografico da cui è stato tratto il film “L’evenement-la scelta di Anne” Leone d’oro alla 78° Mostra del cinema di Venezia, in questi giorni nelle sale della provincia di Livorno.
Un evento drammatico del 1963 quando l’aborto era proibito in Francia come in Italia ed a stento si aveva il coraggio di pronunciarne il nome. Il tema dei diritti delle donne è ancora attuale, ancora un tabù in molti paesi basti pensare alla Polonia, a Malta, al Texas per non parlare del cinema che raramente ha trattato il tema e quando lo ha fatto come nel film “Un’affare di donne” del 1988 di Chabrol, con una splendida Isabelle Huppert nel ruolo dell’ultima donna giustiziata in Francia, suscita scandalo.
Non stupisce quindi che la giuria della Mostra veneziana abbia assegnato il premio alla regista Audrey Diwan che ha mostrato come gli aborti clandestini praticati da ‘mammane’, usando infusi di prezzemolo e ferri da calza, abbiano segnato molte generazioni e provocato innumerevoli morti prima della legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza introdotta in Francia con la legge Veil del 1975 e in Italia dalla legge 194 del 22 maggio del 1978.
Il film segue la traccia del romanzo Annie è una studentessa ad Angouleme ama la letteratura e ha deciso di farne un mestiere, fuggendo un destino proletario. Sui banchi è brillante, sulla pista da ballo altrettanto. Tra una birra e un twist, dribbla gli uomini che la desiderano come in un romanzo rosa. Ma Anne preferisce la letteratura alta e affonda gli occhi blu tra le pagine di Sartre e di Camus. In un ambiente e in un Paese che condanna il suo desiderio e guarda con diffidenza alla sua differenza, Anne scopre un giorno di essere incinta e privata della libertà di decidere del proprio corpo e del proprio futuro. Intanto conta le settimane e cerca disperatamente di trovare una soluzione, la sua risposta al professore di letteratura che vedendola distratta le chiede se è malata sintetizza la sua decisione “si ho la malattia che colpisce solo le donne e le trasforma in casalinghe.”.
“Quando ho deciso di realizzare l’adattamento di L’événement di Annie Ernaux, “ commenta la regista “ ho cercato di trovare il modo per catturare la natura fisica dell’esperienza, di tenere conto della dimensione corporea del percorso. La mia speranza è che l’esperienza trascenda il contesto temporale della storia e le barriere di genere.
Il destino delle giovani che hanno dovuto ricorrere a questo tipo di operazioni è rischioso, insopportabile. Tutto quello che ho fatto è stato cercare la semplicità dei gesti, l’essenza che potesse veicolarlo.” Una grande prova della protagonista Anamaria Vartolomei capace di raccontare la solitudine di chi cerca aiuto , tra medici reticenti e amiche per cui la sessualità resta ancora un tabù, tra perbenismo e ipocrisia per non parlare del corresponsabile, uno studente di Scienze Politiche che vive altrove cui finalmente rivela il problema ma non ha tempo per lei, gli amici non devono saperlo e le consiglia di arrangiarsi. Un film duro e doloroso ma necessario e sicuramente meritevole del Leone veneziano.
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