Approvata la riduzione dei parlamentari
8 Ottobre 2019
Roma, 8 ottobre 2019 – Nel pomeriggio di oggi, martedì 8 ottobre, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva, a larga maggioranza, il disegno di legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari da 945 a 600 tra senatori e deputati. In estate, a luglio, prima della crisi di governo e quindi in uno scenario politico completamente diverso, il testo aveva avuto il via libera dal Senato a stretta maggioranza.
Oggi, invece, il disegno di legge ha ottenuto alla Camera ben 553 voti a favore, solo 14 contrari e 2 astenuti. La riforma è stata votata da Cinquestelle, Pd, Italia Viva, Leu, Lega, Forza Italia e FdI. Hanno votato contro i deputati di Più Europa ed altri di schieramenti minori di diverso orientamento ed altri ancora che non hanno osservato le indicazioni del proprio partito. Esattamente 11 sono stati i pentastellati che, al momento di esprimere il voto, sono usciti dall’Aula di Montecitorio. Giachetti di Italia Viva ha annunciato che, pur votandola, raccoglierà le firme per il referendum popolare previsto dalla Costituzione.
La definitiva approvazione della riforma Fraccaro, dal nome del primo firmatario, è arrivata, al di là delle votazioni alla Camera, dopo un lungo ed acceso dibattito in cui molti deputati sono intervenuti per criticarla con asprezza, pur annunciando di votarla per disciplina di partito. In particolare le critiche sono arrivate da diversi elementi dei Cinquestelle, del Pd e di Italia Viva. Aspre critiche, inoltre, da coloro che si sono schierati contro al momento del voto.
Al Senato della Repubblica, giovedì 11 luglio, il testo era stato approvato a stretta maggioranza. Con Lega e Cinquestelle aveva votato FdI, mentre Forza Italia non aveva partecipato e contro si erano espressi il Pd, gli altri del Centrosinistra e qualche senatore dell’area di Centrodestra. Ma allora lo scenario politico era completamente differente. Conte era sostenuto da Lega e Cinquestelle. Oggi, invece, il secondo governo Conte è supportato dai Cinquestelle, dal Pd e dalla nuova formazione Italia Viva, mentre la Lega è all’opposizione.
Adesso, sulla base di quanto previsto dalla Carta fondamentale della Repubblica per le leggi costituzionali, entro tre mesi dall’approvazione del disegno di legge un quinto dei componenti di uno dei due rami del Parlamento o cinque Consigli regionali oppure 500 mila elettori, possono chiedere il referendum confermativo del testo di legge, con il quesito che dovrà passare al vaglio della Corte costituzionale.
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