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19 Marzo 2024

Un dipinto di Vincenzo Greco (foto fornita da Simini)

Come ombrelloni al sole e al vento, dall’11 al 19 settembre al Rex la mostra di Vincenzo Greco


(Angela Simini) Livorno, 9 settembre 2021 – Si terrà dopodomani, sabato 11 settembre, alle ore 18.30, presso l’Hotel Rex in via del Littorale 164, il vernissage della mostra “Come ombrelloni” del pittore, scultore ed architetto Vincenzo Greco, artista che a Livorno ha lasciato tangibili segni della sua produzione. A lui si devono la progettazione della Chiesa di Santa Lucia, l’adeguamento liturgico del presbiterio e l’altare della Cattedrale nel 1995, in occasione dei 400 anni della città, e il disegno del nuovo artistico altare in cristallo del Santuario di Montenero.

Queste brevi informazioni relative alla nostra città, solo per dare un’idea della levatura artistica di Greco, ma non è tutto qui. L’attuale mostra nasce dal duplice proposito di impegnarsi durante la pandemia e di dare un racconto dell’evoluzione di questa catastrofe, che ci ha colpiti profondamente.

L’artista ha narrato la pandemia attraverso immagini simboliche, per la precisione ombrelloni da spiaggia, che appaiono solidi e ben conficcati nella rena, eppure basta un soffio di vento per rovesciarli e abbatterli. Greco sembra dirci che questo è l’uomo, un essere fragile come un ombrello (che tra l’altro si appoggia su una gamba sola) al quale ha prestato i sentimenti, le paure, la tristezza per la perdita dei propri cari, la monotonia del vivere di ognuno di noi e di lui stesso. Ombrelli da spiaggia che parlano e che alludono al carattere dei livornesi, temprato dal vento e dal mare, come si evince dalle sue tele stesse. Così l’ombrellone è diventato il simbolo eloquente e suggestivo dell’uomo difronte alla sua vulnerabilità, per lo più insospettata: piantato solidamente per terra, l’uomo-ombrello può rovesciarsi al primo turbine di vento ed allora si incrinano tutte le sue certezze nella scienza e nel progresso.

Il simbolismo è la veste con cui Greco ha seguito le fasi della pandemia riproducendo su tela impressioni e sentimenti da tutti condivisi difronte alla paura, fino poi a comprendere i graduali ritorni alla vita e le prime speranze.

Le tele di Greco fanno largo uso dei colori, lividi ed intensi nella prima fase della pandemia e, successivamente, più vivaci e carichi, in “Mareggiata durante la pandemia” un cielo nero sovrasta la Terrazza Mascagni, il mare è in tempesta, mentre tre ombrelloni ripiegati dal vento e solitari fanno percepire il dramma umano. Ed ancora “Desolazione al museo”, “Fiori bianchi” (ai quali cioè la pandemia ha rubato i colori per trasferirli sullo sfondo), infine l’interno di una stazione con ombrelloni colorati “Pronti a ri-partire”. Ma l’azzurro dell’ombrellone che, tornato eretto e sicuro, guarda fiducioso l’orizzonte, è impagabile e inimitabile.

La mostra resterà aperta fino al 19 settembre con orario 16-20 (o in altro orario prenotando al numero 347/3574351). Presentazione a cura di Angela Simini.

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