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28 Marzo 2024

Con il progetto Rivellino è rinata un po’ Livorno


(Ruggero Morelli) Livorno, 29 novembre. Grazie all’associazione ‘’Per la rinascita di Livorno’’ ed al Tirreno che ha ospitato l’iniziativa della presentazione dell’accordo sul progetto per lo spostamento del depuratore Rivellino dal quartiere Venezia.
Premiata la tenacia dell’ingegner Michele Caturegli, che ha pensato l’operazione e l’ha costruita con gli enti pubblici competenti – Asa, Comune, Regione, AdsP – fino alla firma del protocollo di qualche giorno fa. Spetta ora ai cittadini seguire l’iter,delineato dai vari intervenuti, e verificare che la trasformazione urbanistica dell’area si compia davvero, con la rigenerazione urbana di un’area di 75mila metri quadrati a confine tra porto e città. Già del maggio 2016 la bozza del progetto fu presentata nella sede di Federmanager in città, (in calce una nota scritta per l’occasione, con la quale si faceva la storia del mancato trasferimento) poi per mesi non se ne è parlato. Adesso per iniziativa della nuova associazione, creata da un gruppo di dirigenti pubblici, collocati a riposo, abbiamo veduto al tavolo, insieme, l’Assessore del Comune, il Presidente della AsdP, l’Ad di Asa e l’Assessore regionale che guidati dal direttore del Tirreno hanno descritto il percorso amministrativo compiuto e confermato gli impegni.
Ad ascoltarli in molti e tra questi, insieme ad alcuni amministratori, molti funzionari del Comune e degli enti che hanno mostrato di avere ancora amore per la città e voglia di vederla rinascere.
Ecco l’iter: ‘’Maggio 2016 – Depuratore -Rivellino.
L’ingegner Michele Caturegli propone di spostare il depuratore dal Rivellino allo Scolmatore.
Benissimo. Il progetto, che fu al centro di discussioni nel 1997, è quindi ancora attuale ed il Prg vigente lo prevede. L’idea ed il progetto, maturarono sulla scorta delle operazioni per le navi cariche di rifiuti tossici pericolosi: Karin B e Deepsea Carrier del 1988.
Si poteva liberare così il quartiere Venezia e farlo diventare il gioiello della città; al contempo si creava nelle aree della raffineria ENI una piattaforma per l’abbattimento di rifiuti da valere per tutta la Toscana ed oltre. Nel febbraio del 2011 Ognisette.it pubblicò una nota su Forte San Pietro e Rivellino “Si spera quindi – era scritto – che anche il preannunciato nuovo Prg mantenga la previsione. Pare utile ricordare che la previsione era parte dei Patti Territoriali del 1998/1999 ed ebbe un finanziamento di circa 28 miliardi di lire in virtù del progetto commissionato dal Comune alla Foster and Wiler..’’
Con i Patti-territoriali del 1999 infatti si ebbe anche un finanziamento del progetto, ma non se ne fece di nulla. Il presidente di Asa parlò di costi molti alti. Amministratori coraggiosi!!
La previsione dello spostamento è stata ancora caldeggiata dalla Circoscrizione 2, che la inserì nel programma per le elezioni del 2004, e dal circolo Pd di Borgo Cappuccini nelle note del 2008.
Si ricorda ancora che l’ingegner Mario Del Tredici, direttore della raffineria Stanic, appena andato in pensione, fu nominato nel consiglio di Aamps, che all’epoca gestiva il Rivellino, proprio per curare l’operazione del trasferimento.
Così il depuratore è rimasto al suo posto ed oggi si parla di molti milioni per le opere di rinnovo, credo già deliberate. Anche il pubblico bando per la sistemazione delle aree confinanti con Forte San Pietro non prevedeva una sistemazione del depuratore.
Nel 2011 il progetto torno’ di attualità, per le condizioni di crisi della raffineria, che secondo i più informati , era destinata a chiudere.
Con l’occasione preme ricordare anche la vicenda del confinante complesso degli ex Macelli Comunali di via degli Ammazzatoi – brutto nome anche se in linea con la funzione della struttura.
Infatti dopo il progetto della Cna del 1999, e la bozza di accordo col Comune, non se ne è più saputo niente. I capannoni degli ex macelli sono ancora abbandonati e cadenti. Eppure anche per questi c’è un bel progetto – nato su un’idea di Augusto Spalletti – progetto apprezzato, ma che non ha avuto seguito. Il testo del progetto è stato pubblicato sulla rivista degli ingegneri Pantheon nel n°147 del 2010.
Ora se qualcuno ancora riflette sul perché l’8 giugno 2014 i livornesi hanno voltato le spalle agli amministratori precedenti può trovare in queste vicende altre ragioni”.
La prima fase di trasferimento avrà inizio nel 2019, ha detto l’assessore all’urbanistica del Comune, Alessandro Aurigi, che ha anche annunciato l’apertura dei Bottini dell’Olio a dicembre e del Museo della città nel 2018.
Il completamento, annunciato dall’amministratore delegato Asa Ennio Trebino, potrebbe avvenire nel 2024. La spesa: stanziati per i primi interventi 4,6 milioni di euro, di cui 1,6 dalla Regione e altri due dall’Asa per l’impianto di Paduletta da riutilizzare. Ulteriori 25 milioni per lo spostamento dell’impianto nella zona nord della città, tra Porta a Terra e via Firenze. Il presidente dell’associazione Fabio Canaccini, presidente dell’associazione “per la rinascita di Livorno” ha introdotto ricordando che l’idea è quella di impegnarsi sul futuro dell’area per renderla nuovamente fruibile dal punto di vista storico e ambientale. ruggeromorelli@libero.it