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18 Aprile 2024

Concerti: Ilio e Caterina Barontini in Beatlemania


(Angela Simini) Livorno – 26 aprile. Sono trascorsi ben 50 anni, e sembra ieri, dacché i Beatles pubblicarono il loro ottavo album “Seargent Pepper”, che, prodotto da George Martin, entrò in commercio il 1 giugno 1967 e fu considerato un capolavoro. Per chi ha vissuto il momento in cui i Quattro di Liverpool si affacciarono sulla scena, quegli anni apparvero memorabili e, chi più ..chi meno, se li ricorda come l’inizio di una svolta nella musica e nel costume: ci si pettinava come i Quattro di Liverpool, ci si vestiva e ci si atteggiava come loro. E non è tutto qui, perché i Beatles cambiarono per sempre il costume e il modo di far musica pop e suscitarono consensi che vanno ben oltre il delirio delle folle, la Beatlemania, di cui parlò a suo tempo il promoter musicale Andi Lothian. Negli anni la musica dei Beatles ha mantenuto intatto il suo fascino, anzi ha acquistato valore e stima. Ma chi ha vissuto con sentimento e con convinzione la musica dei Beatles e non ha esitato a misurare il proprio talento e la propria creatività con quelle canzoni, con quei ritmi e con quelle melodie, ha dato un frutto unico, originalissimo e coinvolgente, una nuova partitura che riecheggia quelle melodie, firmata Ilio Barontini. E lui, pianista livornese di gran classe, ha elaborato negli anni, dalla giovinezza alla maturità, una testimonianza inconfondibile del suo vissuto, che condivide oggi con la giovanissima figlia Caterina, pianista anche lei.
Li ascolteremo a breve, il 28 aprile 2017, una giornata dedicata alla band più famosa del mondo, promossa dal Teatro Goldoni, dal Comune di Livorno, dall’editrice Sillabe e dai Beatlesiani d’Italia, che si articola in due momenti, una mostra che sarà inaugurata alle 17.30 nei locali del Teatro Goldoni e, a seguire, alle 21.00, l’affascinante concerto “ Beatlemania I e II” di Ilio e di Caterina Barontini che si pregusta già come un evento di particolare attrazione, ma anche di grande originalità, in prossimità del quale abbiamo cercato di saperne di più dal Maestro stesso, al quale abbiamo chiesto quale sia la chiave del successo dei Beatles.
“ E’ un connubio perfetto (corroborato dal look) tra musica angloirlandese pop e musica afroamericana: dal 1962 diventò una regola compositiva, mentre dal ’64, dopo la tournée dei Beatles negli Stati Uniti, il Rock americano, “duro” negli anni ’50, si tinse di dolcezza ! E questi passaggi, queste contaminazioni, ben riconoscibili, ma perfettamente fusi e genialmente rivisitati, con un’ottima sincronizzazione strumentale, hanno reso dirompenti le loro composizioni” ha spiegato Ilio Barontini.
“Noi, come pubblico, abbiamo ascoltato nel tempo le sue interpretazioni di quelle canzoni, con elaborazioni ogni volta più complesse e comunque sempre diverse. Oggi, in duo con Caterina, che cosa proponete?”
Barontini ha una sorpresa in serbo per noi ! Per tutta risposta ci porge la sua ultima fatica, il II° volume di “Beatlemania”, edito da Sillabe, testo di musica per due pianoforti, con pentagrammi così elaborati, da far pensare, a tutta prima, a spartiti di musica classica. Il primo volume infatti, al momento esaurito, è in ristampa. Se fino ad ora il Maestro si era affidato alla sua prodigiosa capacità di improvvisazione di stampo jazzistico e alla sua memoria, ora si “è disciplinato” versando su pentagramma l’enorme potenziale che serbava nella mente. “Dopo che è venuto in pensione dall’Istituto Mascagni, Ilio ha vissuto una fase di riflessione e di grande creatività che l’ha portato a ricreare e a “colare” tutta la sua esperienza di pianista formato alla scuola classica sulle sue rielaborazioni dei Beatles, dai quali è stato affascinato fin da giovane e dei quali ha saputo cogliere il messaggio innovativo !” ha spiegato la moglie, la musicologa Albarosa.
“ Ho fatto un grande lavoro, ma scritto semplicemente a matita. La trascrizione invece al computer l’ha fatta Caterina, che contemporaneamente ha svolto un esercizio di apprendimento della composizione”. Caterina, nata in una famiglia di musicisti, fin da quando era ancora in grembo alla madre ha conosciuto il suono del pianoforte (e del flauto che suona la sorella Ilaria), perciò il suo orecchio si è educato, come abbiamo constatato nei concerti in cui figurava accanto al padre, suonando a quattro mani: oggi quella bambina è una donna, giovanissima, ma determinata e capace di muoversi nel panorama musicale, tutt’altro che semplice. Diplomatasi col massimo dei voti, lode e menzione speciale, vincitrice di numerose borse di studio e concorsi nazionali e internazionali, concertista solista in prestigiose Sale, svolge anche attività didattica (Niccolini-Palli, CFDMA di Castagneto Carducci), che completa come assistente nelle masterclass del padre e in quelle del Livorno Music Festival. Attualmente è segretario generale della Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo (SIEDAS).
E Ilio che ci ha concesso un’altra sorpresa, ci ha dato cioè un saggio delle sue composizioni con la figlia Caterina. E qui è avvenuto un fenomeno che ci ha lasciato sorpresi: si sono ripresentati i Beatles, come Ilio li ha vissuti nel loro significato più profondo e cioè il cambiamento che hanno apportato alla musica leggera, ancora un po’ sonnacchiosa difronte a “io, tu e le rose e alla barca che va …e tu lasciala andare”, atmosfere incantate, ma lontane dal mondo che cambiava negli anni ’60 e alla ferocia delle guerre che sconvolgevano il Vietnam, soprattutto lontane dai giovani che, sì, volevano amare, ma concepivano amori più universali in un mondo senza frontiere. Ilio ha vissuto il prodigio e Ilio lo ha trascritto, col suono delle cornamuse, della batteria, del sitar, degli strumenti elettronici introdotti dai Quattro di Liverpool nella band. E Caterina, depositaria di queste tematiche, ha fronteggiato con la sua poesia gli anni ruggenti e melodici di cui Ilio è stato interprete – protagonista. Un feeling lega padre e figlia, che si sorridono da una tastiera all’altra e che si scambiano e si porgono i motivi in un fluido affettivo ed artistico, pur vivendo grandi differenze nel loro pianismo. asimini@alice.it