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19 Marzo 2024

Filippo Tenisci (foto fornita da Simini)

Concerto e successo di Tenisci, allievo del Mascagni, con le musiche di Liszt


(Angela Simini) Livorno, 17 maggio 2022 – Un concerto incentrato su Franz Liszt ci pare un traguardo di arrivo, invece per Filippo Tenisci, ventiquattro anni, è un punto di partenza. Ha sostenuto la prova al Teatro 4 Mori per la Stagione Primavera di Musica, organizzata e offerta alla città dal Conservatorio Mascagni, che, in questo periodo di uscita dalle restrizioni del Covid, ha ripreso, seppur con notevoli sforzi da parte degli organizzatori, una intensa attività, tanto più apprezzabile, quanto più impegnativa e ad alto livello. Compenetrato nella musica, a tu per tu col pianoforte, il Maestro Filippo Tenisci ha cesellato ogni nota, restituendo un Liszt espressivo, intenso, profondo. Intorno a lui il silenzio di un pubblico immerso nella musica, emotivamente vicino al concertista, catturato dalla singolarità dell’esecuzione. In cartellone il Liszt meno conosciuto, quattro brani dal Lohengrin dei 15 che Liszt ha elaborato dalle opere di Wagner : Elsas Brautzug zum Munster, Elsas Traum, Lohengrin Verweis an Elsas e Festspiel und Brautlied, S 446. Ha fatto seguito, di Liszt, la Sonata in si minore , S 178 (1852-3). Sorprendente la tecnica fenomenale che ha consentito a Tenisci di padroneggiare la tastiera, dalla quale ha tratto impasti sonori e gradazioni sfumate di pianissimo e di energico.

Applausi a scroscio hanno salutato l’esecuzione magistrale, tanto che il pianista ha concesso come bis due brani di Debussy, il primo dei quali si intitola “Il pesce d’oro” in omaggio a Livorno, la città di cui ha apprezzato particolarmente la Terrazza Mascagni. In questa performance, Tenisci ha confermato le sue spiccate doti di interprete e di virtuoso.

– “Ho scelto Liszt perché ricorrono i centocinquanta anni dalla Prima del Lohengrin a Bologna, è stato un lavoro lungo e complesso che ho affrontato con un carico emotivo di paura, di felicità e di gioia. Ho sentito il ritorno del pubblico, il calore con cui mi hanno applaudito, una signora mi ha addirittura telefonato il giorno successivo per dirmi che si era commossa. Desidero prima di tutto, lasciare il segno, cioè trasmettere le idee musicali degli autori”.

– “Che cosa apprezza in Liszt ? Alcune persone ne parlano solo come di un grande virtuoso!”.

– “Liszt ha una conoscenza completa di tutti gli strumenti, per cui ha potuto tradurre l’orchestra e addirittura il coro femminile della marcia nuziale di Wagner sulla tastiera; suonando le sue trascrizioni dei concerti ha contribuito alla conoscenza del compositore, che apprezzava e del quale dirigeva le opere”. E prosegue : “Liszt è uno spartiacque tra l’800 e i tempi moderni, ha reso il pianoforte uno strumento principe. I suoi concerti attiravano un grandissimo pubblico, si può dire che ha inventato il recital e che è stato la pop star del momento, come lo concepiamo oggi. Molti si focalizzano sul suo aspetto virtuosistico, ma dimenticano l’aspetto spirituale. La Sonata in si minore per me è una serie di perle sospese in aria. E’ un momento di intensa religiosità”.

– “Maestro, lei ce lo ha fatto percepire! Non si sente suonare Liszt come lo ha interpretato lei, l’unica volta che ho sentito parlare di una dimensione spirituale di questo autore è stato da Michele Campanella. Quanto ha studiato per riuscire a ottenere sfumature cosi preziose?”.

– “Studio otto ore al giorno che costituiscono per me un grande impegno fisico e mentale, frequento tanti corsi di specializzazione e sono iscritto al secondo anno del biennio superiore del Conservatorio, dove ho studiato con Daniel Rivera e attualmente con Maurizio Baglini. La ricerca del suono è molto importante perché, se il suono è brutto, è inutile essere virtuosi e competenti, non si trasmette niente. Invece mi ispiro al concertista rumeno Radu Lupu, scomparso lo scorso aprile a Losanna, che si prefiggeva di trasmettere agli spettatori soprattutto lo spirito degli autori. Durante un concerto ci può anche stare lo sbaglio, ma l’importante è comunicare qualcosa a chi ascolta, il concerto vive del momento, vale l’hinc et nunc, è irripetibile”.

Tenisci ha la consapevolezza di un adulto, eppure anche lui è un giovane come tutti: “Questi anni al Conservatorio sono i più belli della vita. Si studia, ma ci si incontra nella pausa della mattina e si beve un caffé insieme, si collabora e si è allegri. In fondo questi momenti non si ritroveranno più!”

– “In bocca al lupo, maestro!”.

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