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28 Marzo 2024

Coronavirus, esorcizzare il male con la poesia nel giorno della primavera


(Donatella Nesti) Livorno, 21 marzo 2020 – “Dal momento che il flagello non è a misura dell’uomo pensiamo che passerà… che sia irreale… solo un brutto sogno… come avrebbero potuto gli uomini pensare alla peste che sopprime il futuro?”.

Così Albert Camus nel libro “La peste”, descrivendo le sensazioni che ora anche noi proviamo con la pandemia da coronavirus Covid-19. Eppure è necessario sperare, prenderci cura di persone che soffrono, anche se da lontano, continuare a credere che il sapere, la cultura e la conoscenza possano prendere il sopravvento sulla malattia consolandoci con la lettura di racconti e poesie.

Oggi, sabato 21 marzo, è la giornata mondiale della poesia voluta dall’Unesco, dalla trentesima sessione della conferenza generale del 1999, e celebrata per la prima volta il 21 marzo dell’anno successivo.

Una data che segna, oltre il primo giorno di primavera (quest’anno però la primavera è formalmente iniziata ieri, 20 marzo, in quanto il 2020 è un bisestile, ndr), anche la ricorrenza della nascita di una delle poetesse più grandi di tutti i tempi, Alda Merini, e che riconosce all’espressione poetica un ruolo di primaria importanza nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace.

La poesia è una bellezza che dovrebbe renderci più umani collaborando alla costruzione di un mondo migliore. Essa, quale valore universale da difendere e diffondere, si rivolge direttamente al cuore della gente, attraverso un linguaggio di sensibilità, generosità e speranza.

Pensiamo di incoraggiare i nostri lettori e tutti i cittadini, non certo solo i livornesi, a dedicarsi in questo difficile momento alla riscoperta dei nostri grandi poeti e dedichiamo loro una poesia di Alda Merini e un’altra di Antonia Pozzi, poetessa quest’ultima dalla breve vita ma dall’intensa produzione poetica, alla quale è dedicato il bel film “Antonia” di Cito Filomarino prodotto da Luca Guadagnino.

Sono nata il ventuno, a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1 novembre 2009)

Ai fratelli
Se dubitate ancora – vi dirò
che per me il vostro bene
è come un mazzo purpureo di fiori
portati a sera
in una stanza che si abbuia
Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – Milano, 3 dicembre 1938)