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28 Marzo 2024

Diritto alla salute e Costituzione. Salute a tutti i costi? Se ne è parlato all’Istoreco


(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 16 novembre – A cura dell’Istituto Storico della resistenza e dell’età contemporanea si è tenuto presso il salone dell’Amministrazione Provinciale un incontro di riflessione sul tema: “Diritto alla salute e Costituzione – La salute a tutti i costi?”. Carla Roncaglia, Presidente dell’Istoreco, ha aperto l’incontro dicendo che quell’iniziativa era stata presa dagli Istituti Storici toscani insieme alla Regione in occasione del 70° anniversario della Costituzione Italiana. Il progetto era rivolto ai giovani e all’intera cittadinanza con l’auspicio che si sviluppi l’interesse per questo documento essenziale per la nostra società. La Costituzione è stata espressione della convergenza ideale di diverse componenti politiche che mettevano al centro “la persona”, tra i diritti fondamentali c’è quello della salute sul quale i cittadini si aspettano delle risposte importanti che sono oggi da approfondire per le tante implicazioni che hanno.. Ha preso poi la parola il dottor Gianni Tognoni, direttore del Consorzio Mario Negri Sud, che ha rilevato che la Costituzione è un testo che ci induce a “camminare in avanti”, l’art. 32 annuncia i principi da attualizzare ed è inscindibile dagli art. 1 e 2. Nel presente, i diritti emergenti sono quelli delle merci, dei mercati, vi è un processo di espulsione dei diritti umani che creano solo disuguaglianze, bisogna perciò ritornare al concetto che i principi devono essere dimostrabili e attivamente validi. I diritti sono dunque espressione di una storia dialettico – conflittuale, in pratica si arriva alle forme dei bilanci statali che riguardano le varie attività, si vede allora l’interdipendenza e il contrasto, ad esempio, tra il Bilancio della Difesa e il Bilancio della Sanità, tutto si gioca sui concetti di legittimità e di legalità, le comunità locali dovrebbero allora partecipare alle risposte da dare. Marta Tommasi, ricercatrice di Diritto Pubblico all’Università di Trento e Bolzano, ha chiarito l’art. 32 spiegando il concetto di tutela della salute che spinge nella sua intenzionalità a guardare al futuro, si tratta di un diritto fondamentale “primario e assoluto” come stabilito dalle sentenze della Corte Costituzionale. Il diritto alla salute deve però essere “bilanciato” con altri diritti come quelli che scaturiscono dalle questioni finanziarie dello Stato per cui avviene un “bilanciamento” di interessi diversi che vanno verificati in concreto. Parlando dei destinatari della norma la relatrice ha sottolineato che il diritto alla salute ha in se la garanzia di un nucleo irriducibile, per cui gli stessi stranieri ne hanno il diritto. In alcuni casi -ha aggiunto- la salute può diventare un dovere, si veda il tema delle vaccinazioni per il quale deve essere garantita “la salute collettiva”, ma tra le questioni attuali quella del “fine vita” non è stata minimamente risolta. Gaia Marsico, esperta di bioetica e Presidente del Comitato etico dell’Usl Nord-Ovest, ha evidenziato che gli articoli della Costituzione vanno letti insieme perché “solo insieme hanno un senso” e l’art. 13 dice chiaramente che “la libertà personale è inviolabile” e si basa sulla “autodeterminazione e autonomia “ del paziente. “Il consenso informato” è un problema da affrontare perché è considerato solo come un fatto burocratico, mentre una adeguata informazione dovrebbe essere una cosa normale. Perciò invece di parlare di “consenso” si dovrebbe parlare di “scelta informata”, perché nessuno può entrare nel merito delle scelte personali e “nessuno può scegliere al nostro posto”, gli stessi bambini hanno il diritto di conoscere ciò che riguarda la loro salute. Il Comitato etico -ha spiegato- vuole essere il luogo dove “il diritto diventa fruibile”, svolge un ruolo attivo di cittadinanza, può esprimere pareri anche se non sono vincolanti ed è senz’altro un luogo di partecipazione. Il dottor Marco Brondi dell’Associazione Cure Palliative di Livorno ha sottolineato l’evoluzione che c’è stata in questi ultimi anni riguardo alla gestione del dolore. Il cittadino chiede di vivere in uno stato di benessere per cui il dolore non è una parte secondaria della malattia. Il dolore, sia quello acuto e soprattutto quello cronico, inficia la qualità della vita e l’attuale Legge 16 riconosce il dolore come malattia per questo le cure palliative si propongono di mantenere la qualità della vita del paziente. L’hospice riguarda non solo i malati oncologici ma anche quelli colpiti da SLA o da malattie dello scompenso cardiaco. In questo cammino di aiuto viene presa in carico anche la famiglia con l’alternarsi di psicologi, fisioterapisti, assistenti spirituali, lo scopo è sempre quello di portare il paziente al fine vita migliorando la sua qualità. I diritti “non sono” ma “diventano”, ha detto Carla Roncaglia concludendo l’incontro, dobbiamo augurarci -ha terminato- di avere un sistema legislativo e un parlamento che sia sempre in grado di cogliere “il divenire dei diritti” perché in caso contrario aumentano le disuguaglianze e diminuiscono le tutele. Gianni Giovangiacomo