Vai a…

Costa Ovestsu Google+Costa Ovest on YouTubeCosta Ovest on LinkedInCosta Ovest on TumblrRSS Feed

20 Aprile 2024

Economia e finanza oggi, ne ha parlato Sergio Costalli


(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 31 ottobre 2018. Sergio Costalli, già Presidente della Camera di Commercio di Livorno, precedentemente dirigente dell’Unipol in vari settori, Amministratore Delegato di Unicoop Tirreno, come ospite del “Centro” ha relazionato sul tema dell’economia e della finanza di questi ultimi tempi. Nel presentarlo, il direttore del “Centro”, Enrico Dello Sbarba, ha ricordato il rapporto di amicizia che lo lega a Costalli e il suo dispiacere quando seppe delle sue dimissioni dalla Camera di Commercio. Costalli (nella foto) ha iniziato partendo dalla Camera di Commercio, da quando il precedente Governo aveva auspicato la chiusura delle sedi camerali, insieme alle Prefetture, alle Provincie e ad altri Enti. Per evitare questo Costalli prese l’iniziativa, in accordo con Unioncamere, di procedere alla fusione tra Livorno e Grosseto per quella che è divenuta la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno. Una fusione, la più percorribile possibile, perché in altri contesti Livorno sarebbe stato fagocitato. Della chiusura degli Enti il relatore ha stigmatizzato quella del CNEL, divenuto un “cimitero degli elefanti”, ma che, invece, in una crisi economica come l’attuale, avrebbe potuto dare un forte aiuto con le sue competenze e con le sue conoscenze delle questioni economiche. Venendo alla situazione economica attuale, Costalli ha citato Bauman che affermava che il mercato negli ultimi anni ha spostato il suo centro dai produttori ai consumatori. Una società di consumatori dunque basata sullo sfruttamento dei loro “desideri”. Oggi, in larga parte, i bisogni essenziali vengono soddisfatti da tutti. Bisogna creare allora dei desideri che devono perdurare nel tempo, in pratica si vogliono suscitare dei bisogni, ad esempio quello dell’utilizzo dei telefonini, che ogni anno cambiano modelli e funzioni. Si incentiva il consumatore nei suoi bisogni al di fuori di ciò che è realmente necessario. Questo vale anche per la politica perché l’industria della comunicazione crea la nuova politica. Anche la finanza non fa eccezione. Si veda l’inizio delle emissioni delle Carte di credito negli USA con il motto “togli l’attesa del desiderio”, ma in tutto questo l’affare vero lo facevano le banche con l’indebitamento dei clienti che si giocavano le entrate future. Il relatore ha poi sottolineato che “nessun Governo può fermare i mercati finanziari”. Le attività finanziarie sono superiori di 13 volte il PIL, si tratta di “carta su carta”, ma esse sono dotate di razionalità nello sfruttare l’emotività, le paure, le conoscenze. Tra investitori, intermediari, datori di fondi, la figura emergente è quello dell’intermediario, che conosce sommariamente i dati reali e che agisce solo sul concetto di “avidità”, specula sul comprare e sul vendere, vende futuro, o meglio “una idea di futuro”. Spesso ci troviamo di fronte a situazioni che producono danni enormi che non si basano più “sugli uomini ma sugli algoritmi”, in questa situazione se i politici potessero stare più zitti sarebbe meglio per tutti, un governante ciarliero può causare danni enormi, mibtel e spread lo dimostrano. Venendo al PIL, il nostro ammonta a 1700 miliardi di euro, però abbiamo 2300 miliardi di debito pubblico, ciò nonostante i nostri titoli vengono comprati dall’estero. Perché ce li comprano? Certamente gli interessi sono più alti, ma anche perché la nostra Bilancia Commerciale è in attivo. Il nostro è un paese manufatturiero, le esportazioni sono superiori alle importazioni, questo non succede in Francia, in Germania e nemmeno negli USA. Inoltre i risparmi delle nostre famiglie ammontano a 4.300 miliardi di euro, gli immobili, i terreni, i beni strumentali arrivano a 9.600 miliardi. Allora? Basterebbe mettere la mano in tasca agli italiani. E’ una soluzione, ma speriamo che ciò non avvenga. La spinta per i consumi, come dice Milton Friedman, potrebbe avvenire con una immissione di liquidità nel sistema, quindi -ha terminato il relatore- potrebbe essere una soluzione alla crisi. L’immissione di liquidità c’è stata da parte della BCE, ma sta per terminare, i governanti perciò dovrebbero suggerire prospettive valide per la nostra economia con vedute solide e durature, la retroattività delle Leggi, come si sta facendo ultimamente, crea solo difficoltà per gli investitori e li scoraggia.