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19 Aprile 2024

Grande successo per l’Amico Fritz prodotto dalla fondazione Goldoni al Mascagni festival


(Angela Simini) Livorno, 6 agosto 2021 – L’Amico Fritz, prima produzione lirica del Festival Internazionale Mascagni e seconda produzione della Fondazione Goldoni, è andato in scena nell’oasi dello Spondone, in riva al Lago Alberto ( Guasticce) riscuotendo un grande successo di pubblico e di consensi. La location ha giocato la sua parte, ma, siccome in teatro niente si dà per scontato, l’evento ha superato le aspettative. E’ risultata vincente la scelta della Fondazione Goldoni di dotarsi di una sua Orchestra, di una Accademia di voci mascagnane, di impiegare forze locali come la Schola Cantorum Labronica diretta dal maestro Maurizio Preziosi, la Banda della Clara Schumann di Collesalvetti e di affidare i due ruoli più importanti dello spettacolo a due donne, la direttrice Gianna Fratta e la regista Giulia Bonghi, del violino solista Brad Repp, da anni residente a Collesalvetti. L’Amico Fritz ha una trama molto semplice, non ci sono colpi di scena, intrighi, coltelli e sangue, è una vicenda che si svolge principalmente nell’animo dei personaggi, dei quali si seguono i mutamenti psicologici, in particolare quello del possidente Fritz, scapolo incallito, che, pur avendo dichiarato la sua avversione per il matrimonio, finisce per innamorarsi della giovane figlia del fattore, Suzel, graziosa e molto semplice. Ed anche la scelta della sposa, di condizione sociale molto interiore a quella del proprietario terriero e priva di sostanze, appare molto nuova nella storia del melodramma, come ha detto la direttrice d’orchestra Gianna Fratta.

Questa esile storia può non essere difficile a rappresentarsi, ma certamente è difficilissimo renderla piacevole ed interessante. Ovviamente la musica di Mascagni, coinvolgente fin dalle prime battute e capace di sviluppare intimismo, dolore e gioia, amore e sensualità, mutamenti e ripensamenti sino al lieto fine, si impone e cattura lo spettatore, ma va interpretata bene. Il Cast ce l’ha fatta . Su tutti la direzione di Gianna Fratta, che, attenta alle coloriture, alla vena sensuale tipica di Mascagni, al gioco d’amore, ai pieni orchestrali e al lirismo, ai momenti di dolore (ma non incline al sentimentalismo) ha dato una convincente lettura della partitura. A tal proposito un plauso va rivolto al violinista solista Brad Repp, melodico e accattivante come da lui ci aspettiamo.

La regia di Giulia Bonghi è risultata molto eloquente e di scorrevole fruizione, come pure l’impronta data alla recitazione dei personaggi, che sono risultati veri e credibili, autentici nella loro semplicità, immersi nella parte.

Con lei si è intonata la scenografia di Andrea Comotto, essenziale ma efficace, di buon gusto e di immediato impatto e comprensione: che è quanto il pubblico desidera. Con la scenografia si sono coniugate le proiezioni della Start up Immersiva Livorno che nell’Amico Fritz ha debuttato nell’opera, dove, grazie alla collaborazione dello scenografo Andrea Comotto e del light designer Emiliano Pascucci (ambedue di fama internazionale), le immagini delle proiezioni si sono fuse col contenuto della scena ed, anzi, lo hanno potenziato.

Veniamo ai giovani cantanti: molto belle le voci del soprano Carmen Lopez, nel ruolo di Suzel, del baritono Luca Bruno (il rabbino David) e di Mana Yamakawa, lo zingaro, a ruota il tenore Fabio Serani, Fritz, Raffaella Marongiu, Alessandro Martinello, Tiziano Barontini.

Ognuno ha dato il meglio di sé e la messinscena nel complesso ha soddisfatto il pubblico.

Giustamente orgogliosi Mario Menicagli, presidente CdA della Fondazione, Emanuele Gamba, direttore artistico e Marco Voleri, presidente del Festival Mascagni.

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