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29 Marzo 2024

Il 24 gennaio Crestacci al Goldoni con il suo monologo su Modigliani


(Simone Consigli) Livorno, 9 dicembre 2019 – Il teatro Goldoni organizza per il 24 gennaio un fuori programma dedicato al monologo “Modigliani” di Michele Crestacci. La notizia è stata data dall’attore comico livornese, molto soddisfatto di aver ottenuto questo prestigioso invito per il palcoscenico più importante della città, ieri sera, domenica 8 dicembre, alla Casa natale di Amedeo Modigliani in via Roma, dov’era stato invitato dall’associazione Amaranta Servizi per festeggiare la mostra nell’ambito della manifestazione Livorno ebraica.

Insieme a lui, l’accompagnamento al monologo, alla fisarmonica, di Massimo Signorini e nel corso della serata, visita guidata alla Casa natale e degustazione di cibi e vino Kasher.

Qual’è il Modigliani di Michele Crestacci? “Ridere è molto importante, è terapeutico” dice agli spettatori Crestacci “e mettere la comicità in uno spettacolo come questo può sembrare strano, infatti Modigliani ha avuto una vita d’inferno potrebbe dire qualcuno, è morto giovanissimo, anche la storia del bere, Modigliani beveva soprattutto perchè bere gli dava forza, non era un ubriacone, gli serviva per ottenere forze a livello fisico, per stare in piedi, infatti era molto malato ai polmoni, pleurite e tubercolosi, e ha sempre saputo che sarebbe morto giovane, la fama di maledetto, di “maudit” non è per niente vera, in realtà Amedeo Modigliani era un personaggio che quando usciva si vestiva bene e si curava, era veramente ‘un grande’ ”. L’opera di Crestacci è tragica e comica allo stesso tempo, il Modigliani protagonista del monologo è soprattutto il Modigliani livornese, bambino, da quando nasce in via Roma e lo stesso giorno arriva l’ufficiale giudiziario per pignorare i beni della famiglia. Così Modigliani nasce in mezzo all’oro e all’argento, perchè nel 1884 vigeva la legge che nei letti di morte e nei letti in cui era nato un bambino non si poteva toccare niente, così la famiglia prese ogni suo avere e lo mise nel giaciglio dell’appena nato Amedeo. Modigliani cresce e rischia subito di morire di pleurite, ma il nonno Isacco gli promette di iscriverlo alla miglior scuola di disegno di Livorno e allora in lui si riaccende la speranza e guarisce. Quindi i primi giorni di studio alla scuola del Micheli e le passeggiate con il nonno Isacco a parlare di Livorno e di filosofia. Tutto narrato da Crestacci in maniera intima e struggente, poi il monologo accelera e si fa serrato con la parte comica, le prese in giro a Fattori e ai Macchiaioli, il Museo di Villa Mimbelli, abbandonato, con il ritratto di Corcos che parla sconsolato e la Livorno odierna, lontana anni luce da quella di Modigliani, anche le gag e le risate sono assicurate. Più di 150 repliche e successo strepitoso ad ogni messa in scena: “alla fine mi dicono, bella Livorno non c’ero mai stato!” Il monologo di Crestacci è anche un omaggio alla città, a quello che era quando Modigliani nacque, una Livorno piena di teatri e di cultura. “Ai concorsi di cabaret arrivavo sempre secondo” Crestacci racconta la genesi dello spettacolo “poi nel 2006 partecipai al concorso artistico organizzato da Alessandro Brucioni e lo vinsi, il monologo non l’ho più abbandonato”. Il passo è fondamentale e oggi Michele Crestacci oltre ad essere un comico è anche un attore a tutto tondo “quando si fa arte e cultura spesso in questa città si è in qualche modo oscurati” chiude “l’occasione del 24 gennaio al Goldoni per fortuna, mi ha reso felicissimo e orgoglioso”.