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24 Aprile 2024

Il Leone d’Oro è filippino, italiani senza premi


Da Venezia Donatella Nesti
Venezia, 12 settembre 2016 – Nell’articolo precedente abbiamo tentato di compilare una specie di ‘pagella’ dei film presentati alla 73à Mostra del cinema di Venezia elencando i ‘promossi’ ai quali è doveroso aggiungere altre due pellicole come ‘Paradise’ di Konchalowski ,”El ciudadano ilustre” di Cohn e Duprat . Ora che conosciamo i vincitori abbiamo un quadro più completo delle pellicole proiettate nei 12 faticosi giorni passati al Lido. Un Lido quest’anno pieno di controlli, di carabinieri e polizia armata che hanno reso ancora più difficoltoso l’accesso alle sale.
Il vincitore del Leone d’oro è dunque il filippino Lav Diaz con un film di quasi quattro ore liberamente tratto da Tolstoj, un bianco e nero girato rigorosamente con macchina fissa, inquadrature che durano parecchi minuti. Molto amato dai cinefili ma ignorato dal pubblico perché i suoi lunghissimi film non vengono mai distribuiti. The Woman Who Left è ambientato nel 1997 e parla di un’insegnante filippina che dopo 30 anni di carcere per un omicidio che non ha commesso decide di andare a cercare il vero autore di quell’omicidio e il figlio scomparso.(succedono anche altre cose, che riguardano le Filippine di quegli anni e la morte di Madre Teresa e della principessa Diana). Secondo IMDb, The Woman Who Left è costato circa 75mila euro. Dopo aver vinto il premio, Diaz ha detto: «Lo dedico al mio paese, ai filippini, alla nostra lotta e alla lotta dell’umanità». Quindi dopo ‘Desde alla’di Vigas del 2015,”Il Piccione filosofo sull’albero” di Anderson del 2014 ed altri del genere abbiamo ancora un Leone che nessuno vedrà. Mi chiedo a che cosa pensano le giurie quando ignorano completamente i gusti di un pubblico colto ed appassionato, i critici e soprattutto il pubblico delle sale che fugge inorridito al solo sentire le recensioni. Quest’anno a Venezia c’erano tantissimi film di qualità tra i quali ben sette statunitensi con il rischio di non vederli più partecipare a Venezia ma preferire Toronto più vicino e più aperto alle trattative commerciali. Non si capisce dunque che è possibile coniugare qualità e divertimento, spettacolo ed impegno come nei film che abbiamo segnalato nell’articolo precedente, alcuni dei quali rimasti senza premi importanti. Ha lasciato sbigottito il pubblico del Lido presente alla premiazione il Leone d’argento assegnato a La region salvaje di Amat Escalante il quale tenta, attraverso un grottesco horror erotico raccontare, da un lato, le ambiguità morali del suo Messico, mentre dall’altro si concentra su una serie di metafore moralistiche contro l’omofobia e le dipendenze. Purtroppo, anche a causa dell’inserimento di una specie di piovra tentacolare multi fallica capace di soddisfare le pulsioni erotiche di uomini e donne , le buone premesse del regista rimangono confinate sulla carta, svilite da un film irritante ed assurdo. Nessun premio per i due italiani in concorso “Piuma “ e “Questi giorni” ma la sorpresa è venuta dal premio Orizzonti alla spezzina Federica Di Giacomo con “Liberami” una coraggiosa inchiesta sull’esorcismo.
I premi:
LEONE D’ORO per il miglior film a:
ANG BABAENG HUMAYO (THE WOMAN WHO LEFT)
di Lav Diaz (Filippine)

LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
NOCTURNAL ANIMALS
di Tom Ford (USA)

LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA ex-aequo a:
Andrei Konchalovsky
per il film PARADISE (Federazione Russa, Germania)
Amat Escalante
per il film LA REGIÓN SALVAJE (THE UNTAMED)
(Messico, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Svizzera)

COPPA VOLPI
per la migliore attrice a:
Emma Stone
nel film LA LA LAND di Damien Chazelle (USA)

COPPA VOLPI
per il miglior attore a:
Oscar Martínez
nel film EL CIUDADANO ILUSTRE di Mariano Cohn e Gastón Duprat
(Argentina, Spagna)

PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Noah Oppenheim
per il film JACKIE di Pablo Larraín (Regno Unito)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
THE BAD BATCH di Ana Lily Amirpour (USA)

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI
a una giovane attrice emergente a:
Paula Beer
nel film FRANTZ di François Ozon (Francia, Germania)