Il primario Sani rassicura la popolazione livornese: “Non è in atto un’epidemia”
27 Febbraio 2020
(Simone Consigli) Livorno, 27 febbraio 2020 – “A Livorno si può stare in luoghi affollati, non c’è l’indicazione a chiudere ed impedire le manifestazioni e le mascherine non hanno nessun senso a Livorno, nella vita quotidiana”.
Sul Coronavirus interviene il dottor Spartaco Sani, primario del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Livorno: “E’ importante che chi sia stato in Cina faccia questa quarantena e in caso di sintomi vada in ospedale”.
“Il panico e la pressione mediatica sono pericolosissimi perché possono impedirci di lavorare serenamente”, sottolinea Sani. “Siamo tempestati di domande, gite scolastiche passate da Codogno, concerti a Milano, persone ferme nella stazione di Codogno cinque minuti, queste non sono vere emergenze”.
Il dottor Sani è stato chiamato ad intervenire al Consiglio comunale di questa mattina, giovedì 27 febbraio: “Le mascherine non hanno senso perché il virus si propaga per contatto diretto respiratorio”. E ancora: “Servirebbero poco anche dove il problema è realmente grave”.
“La situazione è estremamente fluida e può cambiare ogni giorno”, informa ancora il dottor Sani. “Si tratta di un virus ancora in evoluzione. Non è in atto un’epidemia”.
Un minimo di preoccupazione rimane sempre”, continua, “ma credo che per adesso non ci siano problemi seri e non prevedo scenari apocalittici, la malattia si trasmette faccia a faccia, a stretto rapporto respiratorio, il nostro ospedale ha tre unità per le malattie infettive, in caso ci fosse un malato a rischio di vita sono state approntate due stanze in isolamento per la terapia intensiva”.
Il dottor Sani risponde poi così ai consiglieri: “Esiste la possibilità concreta che qualche caso arrivi. Non credo che ci si possa trovare davanti a un’epidemia ma questo è un mondo in cui si viaggia molto e in maniera veloce e quindi è probabile che un caso arrivi dall’esterno, l’importante è circoscrivere il caso una volta che arriva”. Un’altro argomento preso in considerazione è quello dei tamponi, lo strumento che effettua la diagnosi, il quale sarebbe in esaurimento.
In Toscana i tamponi vengono forniti da Pisa, Siena e Viareggio. A Livorno arrivano da Pisa e si stanno esaurendo. Si sta pensando a produrre dei tamponi commerciali per sopperire alle richieste. Si chiede tranquillità, di allentare la pressione e di non recarsi all’ospedale senza necessità.
Sui tamponi ancora Sani: “Chi non ha sintomi è inutile che faccia il tampone, risulterà sicuramente negativo”.
Infine Daniele Tornar, consigliere Pd, prende in considerazione il problema del gel per mani fatto in casa: “Non fate cose che non sapete fare perché poi diventano dannose”. Si sono registrati infatti casi di ustione che hanno interessato persone a causa dei procedimenti chimici fai da te che sono stati diffusi su internet per ottenere il gel igienizzante per le mani fatto in casa.
Il Comune di Livorno è in stato Uno, ovvero Vigilanza.
Per ascoltare l’intervento del dottor Sani in Consiglio comunale dal sito del Comune di Livorno (clicca qui).
Questi i numeri utili.
Numero attivato dalla Asl Toscana nord ovest 050-954444 (attivo dalle 8 alle 20 con personale e dalle 20 alle 8 con segreteria telefonica) a cui rispondono medici della sanità pubblica. Questo numero è dedicato solo per la segnalazione obbligatoria di contatti con eventuali casi confermati di Covid-19 e rientri dalle aree a rischio negli ultimi 14 giorni. Per informazioni e chiarimenti si può far riferimento al numero verde istituito dalla Regione: 800.556060, opzione 1, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 15. A questo numero rispondono operatori adeguatamente formati a fornire orientamento e indicazioni sui percorsi e le iniziative individuate dalla Regione sul tema del Coronavirus. Tutti gli approfondimenti si possono trovare sul sito della Regione Toscana (clicca qui). Sempre per avere informazioni, i cittadini possono rivolgersi al numero verde istituito dal Ministero: 1500, attivo 24 ore su 24. A questo numero rispondono anche mediatori culturali che dialogano con i cittadini cinesi che si rivolgono al servizio.

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