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19 Marzo 2024

La Filt Cgil al fianco dei lavoratori della Alp: “Il porto di Livorno è nel caos”


Livorno, 13 febbraio 2020 – La situazione è esplosiva. Così non si può andare avanti. La denuncia arriva dalla Filt Cgil e in particolare dal segretario provinciale, Giuseppe Guicciardo, che fa sapere come i dipendenti dell’Alp, agenzia per il lavoro nel porto di Livorno, stiano vivendo da circa sei mesi una situazione drammatica, non più sostenibile.

“E’ il fallimento di un sistema che deve essere ricercato in una concatenazione di cause”, spiega il segretario della Filt, che precisa: “Il porto di Livorno è un caos. I turni di lavoro hanno subito una drastica riduzione a causa del far-west presente in porto. Nel nostro scalo regna ormai la pura anarchia. Il preoccupante calo di verifiche ispettive ha fatto abbassare la guardia e in molti se ne stanno approfittando. Il risultato è che le imprese ex articolo 16 ed ex articolo 18 ricorrono sempre di più al lavoro straordinario e che gli avviamenti al lavoro vengono sempre più spesso effettuati senza rispettare i riposi previsti dalla normativa”. E ancora: “Per non parlare delle assunzioni a tempo determinato effettuate senza una reale verifica dei volumi di traffico. Tutto questo aggrava la crisi di un porto già in difficoltà a causa delle carenze infrastrutturali ed innesca tensioni sociali tra i lavoratori. A subire le conseguenze più pesanti sono i circa sessanta dipendenti della Alp, ridotti quasi alla fame”.

Il calo delle visite ispettive è dovuto in buona parte, spiega Guicciardo, al riassetto dell’Ufficio del lavoro portuale effettuato dall’Autorità di sistema portuale. L’Alp, da parte sua, è l’unico soggetto all’interno dello scalo autorizzato ex articolo 17 a fornire lavoro temporaneo per la gestione dei picchi di volumi di traffico”.

La Filt-Cgil, in definitiva, denuncia con forza quanto sta avvenendo e preannuncia ulteriori iniziative a sostegno dei lavoratori della Alp. Non è la prima volta che lo fa e in questo caso preannuncia ulteriori mosse e prese di posizione.

“Siamo anche pronti alla mobilitazione”, chiosa Guiccardo. “Oggi a pagare il conto più salato sono i lavoratori ex articolo 17. Se però le imprese continueranno a competere slealmente sul costo del lavoro sarà l’intero sistema portuale a pagare le conseguenze di questa condotta spregiudicata”.