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18 Aprile 2024

Un'immagine della liberazione di Livorno (foto d'archivio)

La Liberazione di Livorno celebrata in Fortezza Vecchia con canti, danze e contributi storici


(Angela Simini) Livorno, 22 luglio 2021 – I 77 anni della Liberazione di Livorno dal nazismo e dal fascismo, avvenuta esattamente il 19 luglio 1944, è stata celebrata nella serata di ieri, lunedì 19 luglio, con uno spettacolo molto ricco di interventi, canti e danze in Fortezza Vecchia davanti ad un pubblico molto numeroso che ha partecipato con vivo interesse, ma anche con commozione a questo autentico tuffo nel passato, dal Risorgimento alla seconda guerra mondiale fino a toccare i momenti più salienti dei nostri tempi.

E’ stata una imponente carrellata storica nata dall’intenzione di recuperare i valori di democrazia e libertà che hanno collegato in un file rouge numerosi momenti della nostra storia, in particolare di quella di Livorno, città segnata al suo nascere, nel 1591 e 1593, dall’emanazione delle Livornine. Più forze riunite in sinergia: il Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, Anpi e Anppia, hanno preparato lo spettacolo “Dal Risorgimento alla Resistenza: Livorno libera”.

La rappresentazione è stata curata da Cecilia Gambacciani e da Marianna Pace come regista. Hanno contribuito all’elaborazione dei testi Pardo Fornaciari e Laura Bastogi. I testi, documentati e letterariamente espressivi e significativi, hanno ricostruito due secoli di storia negli eventi, nelle idee, nella cultura e nell’arte, mantenendo vivacità e spirito per cui la serata è stata seguita con interesse dal pubblico. Hanno partecipato la Società di Danze storiche diretta da Simonetta Balsamo e la Corale Mascagni diretta da Patrizia Freschi. Ha presentato lo spettacolo con competenza e vivacità Niccolò Dundich.

La professoressa Cecilia Gambacciani, presidente del Comitato per la promozione dei valori risorgimentali, ha introdotto la serata e messo in rilievo gli ideali comuni che hanno unito periodi storici lontani sì, ma che hanno gettato le premesse di nobili sviluppi futuri: la Resistenza e la stesura della nostra Costituzione ne sono fulgidi e chiari esempi.

“La Libertà – viene espressamente detto – è la madre di tutti gli ideali”, di qui la logica dello spettacolo e il suo dipanarsi tra drammatiche rievocazioni storiche, inni, canti, lettura di poesie che, nel loro insieme hanno delineato un’epoca storica lunga quasi due secoli, un cammino non ancora terminato tra incertezze e, purtroppo, indifferenza.

Quindi l’Inno di Mameli, cantato dalla Corale Mascagni, sul palco in formato ridotto a causa delle misure anticontagio, ha dato il via allo spettacolo vero e proprio. Un bambino, Niccolò Forni, gioca sul palco, parla col pubblico e con la Costituzione che, entrata in scena, si presenta ed illustra se stessa. Niccolò Dundich e Santo Pagano hanno dato lettura di testi lapidari di Mazzini, tratti dai “Doveri dell’uomo” e la celebre affermazione: “La monarchia ha reso serva l’Italia nei secoli”. Il baritono Paolo Morelli ha cantato l’Inno di Garibaldi, mentre l’attrice e cantante Simonetta Del Cittadino ha fatto conoscere al pubblico l’Inno di Anita, al quale ha fatto seguito la celebre Tirolese interpretata da Morelli e dal soprano Marianna Pace.

E’ ora la volta delle Danze in costume, un momento molto atteso e coinvolgente offerto dalla Società di Danze Storiche. E perché le danze? Perché, anche nei momenti più drammatici, i salotti non si sono chiusi, il gusto del bello ha sempre accompagnato l’uomo. Ma c’è anche un’altra ragione: i solotti danzanti non insospettivano le autorità austriache, purché si suonassero anche i valzer degli Strauss , per cui potevano trasformarsi all’occorrenza in momenti di aggregazione di patrioti. I balli sono stati un colpo d’occhio magnifico, molto accurati gli abiti e le acconciature, accattivante la musica, suggestivi sullo sfondo delle antiche mura della Fortezza Vecchia.

Questo grande affresco storico si è completato col Va’ Pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi e con la performance del soprano Marianna Pace che ha interpretato la romantica aria “Vaga Luna”, musica di Vincenzo Bellini.

Il baritono Paolo Morelli ha cantato l’Inno di Garibaldi, mentre l’attrice e cantante Simonetta Del Cittadino ha fatto conoscere al pubblico l’Inno di Anita, al quale ha fatto seguito la celebre Tirolese interpretata da Morelli e dal soprano Marianna Pace. Questo grande affresco storico si è completato col Va’ Pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi e con la performance del soprano Marianna Pace che ha interpretato la romantica aria “Vaga Luna”, musica di Vincenzo Bellini.

Si è parlato anche del grande ruolo che hanno avuto le donne dal Risorgimento alla lotta partigiana: la Contessa Cristina Trivulzio di Belgioioso, Anita Garibaldi, la livornese Angelica Palli Bartolommei nel 1800, mentre nel secondo conflitto mondiale Nilde Iotti e Tina Anselmi si sono guadagnate la partecipazione alla stesura della Costituzione italiana e l’appellativo di “madri costituenti”. Alla lotta partigiana ha preso parte anche Norma Parenti di Massa Marittima che fu fucilata nel giugno 1944 all’età di 22 anni. Queste donne hanno dialogato fra loro, in coppia in un originale incontro, che metteva in relazione una figura del passato con una del Novecento, un confronto a distanza di un secolo in cui si sono sfatati pregiudizi e stereotipi. La Trivulzio (Anna Grazia Fiorenziani) si è relazionata con la Iotti (Laura Cirinei), la Palli (Marta Andreini) con la Anselmi (Elda Marchetti), Anita Garibaldi (Franca Benetti) con Norma Parenti (Roberta Orsini).

Si sono distinti in questi incontri gli allievi del corso di recitazione Unitre: Giselda De Fonte, Santo Pagano, Anna Grazia Fiorenzani, Marta Andreini, Elda Marchetti, Roberta Orsini, Franca Benetti, Laura Cirinei e gli allievi della “Bottega dell’Arte” del Teatro Goldoni: Teresa Lotti, Andrea Micalizzi.

E finalmente siamo arrivati alla Liberazione di Livorno, appunto il 19 luglio del 1944 con l’ingresso delle truppe alleate del generale Mark Clark e dei partigiani del Decimo distaccamento.

Ma il cammino verso la libertà non si è arrestato qui, ha proseguito senza sosta con la lotta alla corruzione e alla mafia ed ha avuto i suoi martiri come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo spettacolo ha segnato numerosi momenti intensi e di spiccato interesse storico.

Stefania Casu e Giorgio Maroni, alternandosi al pianoforte e alla pianola, hanno accompagnato i cantanti e hanno creato momenti musicalisuggestivi.

Lo spettacolo, iniziato con l’Inno di Mameli, si è concluso col canto di Bella Ciao, al quale si è unito il pubblico.

Un grande plauso va agli organizzatori, agli studiosi che hanno ricercato i testi (letterari e musicali) e che hanno scritto la traccia e i dialoghi.

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