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26 Aprile 2024

“La Vedetta” di Montenero. Una segnalazione all’ Unesco


(Angela Simini) Livorno – dicembre. Ancora un prezioso angolo livornese è caduto sotto i riflettori dei Club per l’Unesco! E non è poco, perché per quanto apprezzato Hotel, “La Vedetta” di Montenero costituisce uno spicchio di mondo dei più suggestivi con una storia per lo più sconosciuta, eppure di grande rilievo, che va a completare il corollario delle antiche ville di cui si contorna il Colle. In occasione della consegna al direttore dell’Hotel, architetto e imprenditore Fabio Spadoni, del prestigioso Attestato di lodevole partecipazione al Concorso Nazionale “La Fabbrica nel Paesaggio”, ne hanno parlato le autorità dei Club Unesco, prima fra tutti Margherita Mazzelli Minucci, presidente del Club Unesco a Livorno, che, con la Vicepresidente Rossella Chelini, ha avuto il merito di fondare nella nostra città il Club e di patrocinarne l’attenzione agli organi nazionali ed internazionali, Gabriella Righi Coordinatrice Nazionale del Premio, Dania Scarfallotto Girard, architetto paesaggista, e il giornalista Giuseppe Mascambruno, già direttore della Nazione di Livorno nel ruolo di moderatore. A sottolineare l’importanza che la cerimonia riveste per la città, è intervenuto anche l’assessore alla cultura Francesco Belais. In apertura Margherita Mazzelli ha illustrato le finalità del Concorso, promosso dal Club per l’Unesco di Foligno e Fonti del Clitunno, in difesa e per la valorizzazione dell’ambiente e di chi vi opera con spirito di iniziativa e imprenditorialità nel rispetto della natura. La Vedetta, segnalata dal Club di Livorno, è appunto un esempio di grande promozione a trecentosessanta gradi che Fabio Spadoni ha impresso all’Hotel.
“Una storia affascinante quella della villa, che, eretta nel 1700 e acquistata dal barone Herman De Schubart, ministro del re danese, diventò un centro di incontri e scambi culturali con la Danimarca, grazie anche alla moglie Elisa, che ne fu l’animatrice e che la trasformò nel salotto buono della cultura di Livorno”, così Giuseppe Mascambruno che, con vivacità ha puntato il dito “sull’immenso e straordinario patrimonio della città” e sulla necessità di farne un uso mirato a renderlo produttivo, salvaguardando l’ambiente. Cosa che appunto ha fatto il gestore della Vedetta: ottimo esempio di valorizzazione operata dal privato.
Sulla valenza di paesaggio inteso come identificativo di un luogo, in quanto strettamente legato alla cultura di chi vi abita e di chi vi opera, vedi il rapporto Langhe -industria manifatturiera-piante, si è diffusa l’architetto Dana Scarfallotto Girard con un excursus culturale che ci ha fatto sentire contemporanei e sempre attuali Platone, Leopardi, Dostoevskij, che della “bellezza” hanno esaltato la funzione educatrice e spirituale. E con loro ha ricordato i pittori e i viaggiatori dell’ ‘800, soffermandosi infine sulla teoria “rivoluzionaria” e moderna della Montessori “educare al belo è una forma di educazione”. Ed ha concluso con l’amara considerazione che in Italia in 15 anni abbiamo cementificato il 17% del nostro terreno agricolo.
Nella considerazione che gli effetti della crisi ci consegnano un grande “senso di costruito e di abbandonato” e che stiamo perdendo anche tanti nostri capisaldi dell’economia ( Unicredit, Mediaset..), Mascambruno invita a “lavorare perché il territorio diventi una partita decisiva”.
Ha narrato la sua “avventura” Gabriella Righi che, da studentessa universitaria a imprenditrice, ha avuto da subito chiaro l’ intento di coniugare bellezza paesaggistica e imprenditorialità: così ha fondato il Club per l’Unesco di Foligno e Fonti del Clitunno, nel quale ha preso vita il Concorso “La Fabbrica nel Paesaggio”. Concorso al quale, su segnalazione di Margherita Mazzelli, ha partecipato La Vedetta, oggi titolare dell’ Attestato di Lodevole Partecipazione – sezione imprenditori privati – ottimo esempio di riadattamento ad una funzione attuale e contemporanea di un’antica dimora storica”.