Livorno scopre un figlio illustre che non sapeva di avere, Enzo Magnozzi
14 Aprile 2017
(Massimo Masiero) Livorno, 14 aprile 2017 – L’avvocato e notaio Mark Magnozzi è un cittadino americano di New York. Come tradisce il cognome, però, nelle sue vene scorre anche sangue italiano. Anzi, livornese. Suo nonno, Enzo Magnozzi, nacque infatti a Livorno nel 1920. E dieci anni dopo, ancora bambino, emigrò negli Stati Uniti d’America, dove si è dedicato al calcio e ci si è dedicato così bene che nel 1977 è stato inserito nella Hall of fame, la galleria della fama, del calcio nordamericano.
Enzo Magnozzi è scomparso a New York nel 1987. Ma ieri, giovedì 13 aprile, la sua città natale gli ha finalmente dedicato alcuni significativi momenti. E suo nipote Mark è stato al centro di questi appuntamenti.
Il merito di aver fatto conoscere la storia di Enzo Magnozzi, che tra l’altro era imparentato con Mario Magnozzi, va ascritto a Marco Ceccarini, giornalista dell’agenzia Toscana Notizie e fondatore anche di questo giornale online, oltre che di Amaranta.it. Ceccarini, anni fa, è entrato in contatto con Mark Magnozzi, che aveva già portato a Livorno, ed aveva raccontato l’incredibile vicenda del cugino dell’instancabile Motorino, come era chiamato Mario Magnozzi, su alcune riviste sportive o di approfondimento, tra cui Microstoria.
Questa volta, cogliendo l’occasione della venuta in Toscana e in Italia di Mark, Ceccarini ha però organizzato una giornata a tutto tondo, con la partecipazione del nipote del Magnozzi d’America a tre diversi eventi.
Nel pomeriggio Mark Magnozzi è stato ricevuto in Comune dall’assessore allo Sport, Andrea Morini, che gli ha donato il gagliardetto della città di Livorno. E sempre in Comune, nella suggestiva Sala delle Cerimonie, a Mark è stata consegnata da parte di Ceccarini, alla presenza dell’assessore, una targa realizzata da Amaranta.it con la seguente motivazione: “In ricordo di Mario ed Enzo Magnozzi”.
Enzo Magnozzi emigrò da Livorno nel 1930. Suo padre Spartaco, che era cugino di primo grado del goleador del Livorno e del Milan, antifascista, aprì un ristorante nella suburbia newyorkese di Greenwich Village. Enzo invece si dette al calcio, proprio come lo “zio cugino”. E divenne, in breve, così bravo, prima da giocatore e poi da allenatore, quindi da dirigente di club e perfino da presidente di un’importante lega calcistica, che il suo nome, come detto, è entrato nella Hall of fame.
“Livorno è una città che ha campioni in tutte le discipline e la sua ricchezza nello sport è così vasta che non sorprende che si possa scoprire anche un’incredibile storia come questa”, ha commentato l’assessore Morini.
Dopo l’appuntamento in Comune, Mark Magnozzi è stato ospite del Club amaranto Mario Magnozzi, dedicato al grande campione degli anni Venti e Trenta. Il presidente del Club Magnozzi, Enrico Fernandez Affricano, gli ha consegnato una medaglia e un gagliardetto. E non ha nascosto la soddisfazione per l’incontro con un esponente della famiglia Magnozzi: “Il solo cognome ci evoca grandi emozioni. La storia di Enzo, nonno di Mark e cugino di Mario, è straordinaria. Fa piacere venire a conoscenza del fatto che la famiglia Magnozzi, nel suo complesso, ha lasciato il segno anche in America con Enzo. Potremmo rendere la visita negli Stati Uniti e passare qualche momento assieme a parenti vicini e lontani di Mario ed Enzo”.
Infine, allo stadio d’Ardenza, Mark Magnozzi è stato ospite del Livorno in occasione della partita, poi pareggiata, contro il Tuttocuoio. Igor Protti, indimenticabile alfiere della squadra ed oggi dirigente amaranto, ha consegnato a Mark, sul prato ardenzino, una maglia con impresso il nome “Magnozzi” sulle spalle.
“Sono commosso per tutto, per la targa, la medaglia e la maglia. Ringrazio i livornesi per aver voluto ricordare mio nonno Enzo ed associarne il nome a quello del suo grande cugino Mario”, ha detto Mark Magnozzi. “Spartaco e Mario erano quasi coetanei e da ragazzi crebbero assieme, come fratelli. Enzo, mio nonno, che era figlio di Spartaco, era affascinato da quel cugino tanto più grande di lui, ben diciotto anni, campione del calcio. Non sono un discendente diretto di Mario, bensì di Enzo, ma rivedere il busto di Mario nell’atrio dello stadio, perché lo avevo già visto anni fa proprio grazie a Marco, mi ha emozionato tantissimo”.
Significativo, infine, anche il commento di Marco Ceccarini, che ha così spiegato il senso dell’intera iniziativa: “Credo che Enzo Magnozzi, benemerito del calcio americano, debba essere conosciuto anche nella città in cui nacque e dove si avvicinò al gioco del calcio. La sua storia potrebbe stare in piedi anche da sola. Il fatto che fosse imparentato col grande Mario Magnozzi, però, la rende ancora più affascinante ed incredibile. Ringrazio il Comune di Livorno, il Club amaranto Magnozzi e il Livorno Calcio per aver voluto condividere con Amaranta.it la giusta riscoperta di un figlio illustre della città di Livorno”.
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