Livorno. Un progetto innovativo e gli studenti vivono il museo Fattori
28 Maggio 2017
(Mariella Calabresi) Livorno. 28 maggio. Grazie al progetto “Nel/Col/Dal” Museo civico Fattori di Livorno: opere, percorsi, link” sviluppato da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Università di Pisa e vincitore di un concorso nazionale bandito dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, gli alunni di 70 classi di varie scuole ed istituti cittadini hanno visitato e piacevolmente invaso il Museo civico di villa Mimbelli. Tra queste, anche 15 classi del nostro Istituto Tecnico Industriale “G. Galilei” di Livorno (nella foto). Il progetto, innovativo nei contenuti, propone 6 percorsi didattici multidisciplinari tutti molto interessanti (Livorno di terra e di mare, Livornesi, Lavoro, Storia e storie, Storia e storia dell’arte, La vita delle opere), illustrati da guide tematiche edite da Sillabe.
Si parte subito con grande coraggio scegliendo 10 opere tra quelle musealizzate per non correre il rischio di suscitare nei giovani visitatori anziché interesse, distrazione e noia (alcuni non sono mai entrati in un museo!). All’ingresso viene consegnata una “cartolina” e, durante la visita, ogni ragazzo è chiamato a capire se il documento riprodotto, scritto o visivo, è inerente al quadro che ha davanti; quindi viene chiamato a osservare, parlare ed analizzare. Si prosegue con un’analisi di argomenti collegati al quadro che spaziano nel tempo, nello spazio e nelle tematiche con collegamenti e richiami anche al presente e al vissuto personale. Gli alunni sono chiamati così a VIVERE il museo; normalmente i ragazzi stanno zitti, fermi, in piedi, ascoltano la guida o l’insegnante che in modo autoreferenziale spiegano il quadro, le tecniche pittoriche ecc. dopo poco continuano a stare fermi ma la testa è altrove, non ascoltano più e la visita diventa un’esperienza inutile. Con questo progetto invece gli alunni sono chiamati a partecipare, a parlare, a chiedere a intervenire. Una piacevole rivoluzione, un modo completamente diverso di stare al museo e di guardare un’opera con uno sguardo attento, che osserva e si sofferma sui particolari, che stimola confronti, riflessioni sulle tecniche, sulle tematiche, sulla storia dell’arte, ma anche sull’ambiente, sui personaggi, il tutto condotto con grande rigore didattico.
Successivamente un primo momento di verifica, anche qui una rivoluzione: la verifica è divertente e gli alunni, divisi in squadre, sono chiamati a rispondere a piccoli test che puntualizzano quanto visto e rafforzano la memoria. Momento clou è il quadro vivente in cui gli alunni sono chiamati a posare come in uno studio pittorico per riprodurre il dipinto proposto. Oltre ad essere un’attività esilarante è anche un momento esperienziale in cui gli alunni riproducendo le posture capiscono sentimenti dei personaggi e situazioni storiche della nostra città. L’attività, infine, prosegue in classe dove gli alunni sono chiamati a fare qualcosa di pratico. Sembra tutto un bel gioco, ma mentre ci si diverte si impara a leggere un testo e ad interpretarlo, a lavorare in gruppo, a confrontare cambiamenti spaziali e temporali, a percepire gli eventi storici cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici. Con la metodologia seguita dal progetto si creano bisogni, necessità, curiosità a cui i ragazzi sono portati a dare una risposta chiedendo alle operatrici, ma anche informandosi autonomamente, utilizzando un bagaglio interdisciplinare di conoscenze, di metodi, di strumenti. Imparare a rispondere a un’esigenza è il modo migliore per acquisire le competenze utili nel caso in cui si presentino situazioni analoghe. Un processo educativo diverso in sintonia con i tempi che cambiano e che vogliono gli alunni non più elementi passivi ma attori attivi del processo di apprendimento.
Questo progetto non annoia gli alunni e se vogliamo che questi tornino nei musei e che fruiscano dell’arte come strumento che informa e che produce cultura è bene continuare su questa strada iniziando, come in questo caso, dalla primaria e su su fino alla scuola superiore. Un ringraziamento speciale va a Sara Bruni e Marina Sabatini le due giovani operatrici sempre pronte a soddisfare qualsiasi domanda con professionalità ed ironia e alla prof.ssa Antonella Gioli curatrice del progetto.
Mariella Calabresi insegna lettere all’Istituto Tecnico Industriale “G.Galilei” di Livorno
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