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28 Marzo 2024

Mellini: “Potenziamo il reparto di Cardiologia per applicare i pacemaker all’ospedale dell’Elba”


(Stefano Bramanti) Portoferraio, 6 febbraio 2019 – “Non abbiamo al nostro ospedale medici in grado di applicare un pacemaker, per cui certi pazienti con un arresto cardiaco particolare possono essere a rischio”. Lo afferma di nuovo il dottor Mario Mellini, cardiologo in pensione, senza dubbio stimolato dal triste episodio della morte improvvisa capitata di recente alla giovane Mara Verri, di 44 anni. Il tragico fatto ha richiamato alle mente dell’anziano medico alcune precarietà dell’assistenza sanitaria elbana di cui dice da tempo, tra cui la questione del soccorso a chi fosse colpito da arresto cardiaco per aritmia ipocinetica, caso che richiede l’applicazione immediata di un pacemaker, spesso salvavita.

“In tali casi- rimarca con una lettera inviata ai media locali – qui sull’isola, chi ha tale patologia, con riduzione progressiva del battito cardiaco fino anche talvolta ad un esito fatale, deve fare i conti con tempi non brevi di cura dovendo essere trasferito. Al contrario, nel caso di aritmie ipercinetiche, l’ospedale locale è in grado di provvedere con varie tecniche salvavita, ma nel caso di aritmia ipocinetica qui non si è mai applicato un elettro stimolatore esterno, se non quello di emergenza che consiste nel porre due placche stimolanti il cuore sulla parte anteriore e posteriore del torace del malato. Un metodo però applicabile per tempi non lunghi perché doloroso e poco tollerato dal paziente, che potrebbe morire durante il trasporto o quando arriva a destinazione”.
E tale carenza di applicazione dei pacemaker sembra che esista anche a Villamarina di Piombino, se tale voce fosse confermata una vasta area non dispone di tale servizio. Inoltre, sull’isola, si stima siano presenti 250-300 persone che devono vivere con il pacemaker, le quali per ogni problema e per la manutenzione dell’apparecchio, devono sempre partire per altri ospedali con ovvi disagi.

“Per salvare la vita in certi casi di arresto cardiaco per aritmie ipocincetiche – conclude Mellini – invece del sistema delle placche che è doloroso, si può installare in una vena, in 15 minuti, un elettro stimolatore e si salva una vita. Gli unici ad ascoltarmi in questi miei appelli sono stati quelli dello Spi Cgil isolano e mesi addietro gestirono un incontro pubblico sulla tema del potenziamento della cardiologia a Portoferraio e proseguono con tali rivendicazioni” Ma i sindaci elbani, ai quali ha scritto l’anziano medico, perché non si decidono a prendere iniziative per risolvere il problema? Se lo deve esser chiesto più volte il cardiologo cavese che tra l’altro prosegue a far visite in modo volontario.