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29 Marzo 2024

Moby Prince: ricordare per non dimenticare la tragedia, chiesta verità e giustizia


(Massimo Masiero) Livorno, 10 aprile. Al giardino della memoria questa mattina in Fortezza Vecchia, un minuto di raccoglimento, davanti alla targa, appena scoperta, la corona d’alloro deposta davanti alla lastra di ferro arrugginito martoriato dalle punte emergenti a ricordare i colpi disperati delle 140 vittime per uscire dal traghetto Moby Prince in fiamme ventisette anni or sono al largo del porto di Livorno. Il commento di Loris Rispoli, presidente dell’associazione 140, per sottolineare che si è aperta una nuova prospettiva per avere verità e giustizia dopo il rapporto della commissione parlamentare s’inchiesta. A mezzogiorno la messa nell’affollata Cattedrale, officiata da monsignor Paolo Razzauti.
Nel pomeriggio nella sala consiliare, in palazzo Comunale (nella foto) il sindaco Filippo Nogarin ha ricordato parlando ai familiari, autorità civili, militari, religiose, rappresentanti delle istituzioni e cittadini, come a 9.862 giorni dalla tragica notte del 6 aprile 1991, si è oggi “più vicini alla verità, anche se quello che manca è ottenere giustizia”. Ha ringraziato in particolare il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta Silvio Lai, in prima fila, perchè si deve al suo lavoro e a quello dei commissari se oggi la nebbia che avvolgeva la verità sui fatti di 27 anni fa si è diradata.
Significativi gli interrogativi che ha riproposto e attendono risposta.
“Per anni – ha detto Nogarin – abbiamo dovuto convivere con una insopportabile omertà. Abbiamo dovuto fare i conti con depistaggi e mezze verità, sussurrate in mezzo a un frastuono di bugie, digerire il fatto che questo episodio fosse venduto all’esterno come un mero incidente.
“Le persone che sono in questa stanza oggi, però, non si sono mai rassegnate a questa verità ufficiale. Hanno continuato a scavare, a fare domande, a pretendere risposte. Ma questo è un Paese che ha una tradizione tutt’altro che invidiabile: che ha un’innata capacità di tenere ermeticamente chiusi per decenni gli armadi della vergogna”.
Per fare chiarezza è stata necessaria la volontà politica, ma molte domande attendono una risposta.
Il sindaco: “Perché non si cercò di fare luce sul carico che la nave trasportava quella notte? Non ci si pose il problema di accertare se l’Agip Abruzzo fosse ormeggiata dove avrebbe dovuto essere? E soprattutto quella più importante, che dovrebbe togliere il sonno e la serenità a chi sa la risposta: perché non partirono i soccorsi? Perché i passeggeri e i lavoratori del Moby furono lasciati morire?”
E ancora: “Domande che restano senza risposta e lo dico con estrema franchezza: non ne possiamo più di questi silenzi. I tempi sono maturi per avere tutte le risposte, tutti i dettagli. Per conoscere i nomi di chi poteva controllare e non l’ha fatto. Di chi doveva indagare e ha preferito guardare altrove. Di chi ha pensato di poter silenziare un’intera comunità diffondendo informazioni fuorvianti se non addirittura false. Pretendiamo queste risposte perché noi vogliamo avere la garanzia di vivere in un Paese in cui lo Stato è sufficientemente forte, autorevole e determinato da arrivare a indagare persino se stesso, se necessario. Uno Stato capace di tutelare i suoi cittadini più deboli in ogni occasione, a prescindere da quanto forti siano le pressioni e gli interessi in campo. Questo non è un 10 aprile come gli altri. Fino ad oggi il sentimento prevalente è stata la rabbia. Oggi alla rabbia, che resta, si aggiunge la speranza. La speranza che quella verità messa nero su bianco dalla Commissione parlamentare d’inchiesta possa trasformarsi in giustizia”.
Nogarin oconclude: “Il nostro compito – e non intendo solo quello delle istituzioni, ma delle associazioni e di tutti i cittadini – è quello di tenere alta l’attenzione su questa vicenda e tenere accesi i riflettori. ma soprattutto stare vicini alla procura della repubblica di Livorno e a quella di Roma che hanno avuto il coraggio di aprire due inchieste giudiziarie. Una per capire cosa sia davvero successo quella notte a pochi chilometri dalle nostre coste. E una per far luce sui ritardi nei soccorsi e le falle nelle indagini. Un’inchiesta quest’ultima che speriamo possa contribuire a dare un nome e un cognome ai responsabili dei depistaggi, delle omissioni, dei ritardi. Ai corresponsabili di questa strage. Lo abbiamo detto tante volte ma è il caso di ripeterlo ancora: oggi, a quasi 10mila giorni dai fatti, siamo più vicini che mai alla verità. Quello che manca è ottenere giustizia. Speriamo di non dover aspettare altri 10mila giorni”.
Dopo il corteo per le vie del centro fino all’Andana degli Anelli, in concomitanza dell’arrivo della staffetta dei podisti, che ogni anno attraversano i territori dei comuni limitrofi fino al centro città per unirsi, a conclusione del percorso, al corteo in segno di partecipazione e di solidarietà. Poi la deposizione del cuscino di rose del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della corona di alloro alla lapide commemorativa, la lettura dei nomi delle vittime e a conclusione il lancio delle rose in mare per non dimenticare. Folta, anche quest’anno, la partecipazione dei familiari e delle autorità cittadine e regionali alle cerimonie, in una giornata di pioggia intensa, promosse da Regione Toscana, Comune e Provincia di Livorno e Associazione Vittime Moby Prince. A sera nella Chiesa di San Ferdinando il concerto a cura dell’Associazione Polifonica “Guido Monaco” con la Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini.
Domani pomeriggio alle 16, gli studenti della classe quinta F del liceo Enriques, nell’aula magna di via della Bassata, presenteranno una performance teatrale dal titolo: “Noi abbiamo visto”, curata dai docenti Lamberto Giannini e Patrizia Nesti, a cui hanno lavorato rielaborando un loro testo poetico in un percorso triennale per ricordare la tragedia e che gli è valso un premio speciale al concorso di poesia “G.Bolognesi” 2017. Parte musicale di Marco Del Giudice. Introdurrà la dirigente scolastica Manuela Mariani e interverrà Loris Rispoli, che rappresenterà anche l’associazione 140.