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28 Marzo 2024

Musica, bel canto e belle parole all’Associazione Liberi Autori


Livorno, 2 agosto 2018. Una serata affascinante, fuori del comune, ben assortita nel suo accostamento di parole e musica, si è svolta al Circolo della Marina Militare Francesco Mimbelli, dove l’Associazione Liberi Autori ( A.L.A. ) ha presentato al pubblico livornese il libro “Le Farfalle di Kerguélen”, l’autrice Sonia Carboncini e il marito, il baritono Paolo Gavanelli, una coppia dunque unita nell’arte come nella vita. (Nelle foto la copertina del libro e l’autrice)
Anima e organizzatrice della serata è stata la Professoressa Cecilia Gambacciani, esponente attiva della vita culturale livornese, membro autorevole di A.L.A., associazione che sostiene gli scrittori in modo che possano pubblicare al di fuori delle leggi di mercato, della concorrenza e degli slogan, in modo che si possa salvare l’autenticità e la coscienza dell’autore.
Cecilia Gambacciani Parenti ha condotto l’incontro, che si è articolato in due momenti diversi, ma complementari: presentazione del libro con intervista alla scrittrice, quindi il concerto del bravo baritono verdiano Gavanelli, che ha interpretato brani di arie attinenti ai temi del libro.
Una serata molto ricca e piena di spunti di riflessione, a cui ha dato il là l’accostamento che la Carboncini ha fatto con la poetica di Tabucchi, l’autore di “Sostiene Pereira”.
Innanzi tutto, come è nata la storia delle farfalle di Kerguélen ?
La Gambacciani ha tracciato un mosaico in cui hanno preso vita gli ambienti, i meravigliosi paesaggi delle isole Canarie, i personaggi che vivono sulla sfondo di eventi storici tragici, veri e coinvolgenti. In Spagna, dopo la dittatura franchista, e agli inizi della democrazia, la protagonista , Isabel, appena diciottenne, lascia la sua bella casa in cui è cresciuta senza calore umano, con genitori disinteressati a lei, per recarsi a Madrid, dove si impiega presso il Museo del Prado. Qui la raggiunge la telefonata della cugina Maria Nieves che le comunica la morte del padre, falangista; anni dopo le fa sapere che la madre, ormai gravemente ammalata, vuole incontrarla prima di morire. A Isabel, accorsa al suo capezzale, la donna svela una drammatica verità, e cioè che non è sua figlia, ma che, appena nata, è stata strappata alla madre naturale, una donna del luogo, alla quale hanno detto che la bambina era nata morta. La protagonista viene così a conoscenza della raccapricciante consuetudine di sottrarre i neonati alle madri naturali per farli adottare, dietro compenso di denaro, da facoltose famiglie senza figli, consuetudine questa iniziata fin dagli anni Trenta e protrattasi impunemente oltre la fine della dittatura franchista. Comincerà da qui per Isabel un viaggio a ritroso alla ricerca delle proprie origini familiari, che si trasforma in affascinante metafora della conoscenza di sé.
L’intervista a seguire si è dipanata su una serie di domande tese a far conoscere la scrittrice, sì, ma anche la sua poetica, le fonti della sua ispirazione e la veridicità storica dei fatti narrati, ai quali la fantasia ha fatto da corollario, ma non ha artefatto la base reale su cui gli eventi si sono costruiti.
Soprattutto era importante conoscere il parallelo con Tabucchi.
Alla domanda della Gambacciani :“È vero che le storie ti vengono a cercare, come dice Tabucchi in “Sostiene Pereira”? È stato così anche per te quando hai saputo la storia di Maria Nieves?”, la scrittrice ha largamente e esaurientemente spaziato su tutti quegli accostamenti che la legavano idealmente a Tabucchi: dalle “storie che ti vengono a cercare”, alla dittatura di Salazar, e all’ambientazione dei fatti in un paese straniero..
Ogni intervento è stato così appassionante che il pubblico presente ha fatto a gara per acquistare il libro e chiedere l’autografo alla Carboncini.
La serata si è conclusa col concerto del baritono Paolo Gavanelli, che ha eseguito arie di Verdi che toccavano il tema della genitorialità, punto chiave del libro, illustrate e motivate dalla Carboncini.
Quella di Gavanelli si è rivelata una voce sonora impressionantemente ricca di vibrazioni e di nuances, come vorremmo ascoltare nei nostri teatri, che purtroppo non fanno parte del circuito del baritono, che annovera nel suo curriculum il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra, lo Staatsoper di Vienna, La Scala di Milano, La Bastiglia di Parigi.
Da non trascurare il pianista, il M° Andrea Tobia, giovane pieno di talento che ha sostenuto il cantante con mano sicura e nutrito accompagnamento, ideale base di supporto e sprone per ogni cantante. Andrea Tobia si è rivelato così degno allievo del M.° Francesco Cipriano ed ha completato una serata in cui ogni personaggio ha dato il meglio di sé. asimini@alice.it