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19 Aprile 2024

Nicodemo Pd: leggere, scrivere, pensare, parlare per sconfiggere la “Disinformazia”


(Ruggero Morelli) Livorno, 29 luglio. Francesco Nicodemo durante la festa dell’Unità all’Ardenza, ha risposto ad alcune domande che Simone Lenzi gli ha rivolto presentando il suo libro ‘Disinformazia’.
Entrambi scrittori, giovani e ansiosi di parole chiare sull’attualità del nostro vivere con e nella la rete dell’informazione e sul che fare per affrontare bene il futuro che si presenta confuso. Nicodemo, cosa non frequente in chi scrive , parla molto bene e porta argomenti convincenti alla sua analisi ed al suo ottimismo sul futuro.
Viviamo al centro di una trasformazione epocale che sta rendendo miliardi di persone più libere perché più informate e quindi più consapevoli. In vaste parti del mondo finora oscure.
Governare questo processo ormai inarrestabile è il compito della politica e quindi anche del Pd che è nato proprio per governare e non solo per lanciare idee ed opinioni.
Come avvenne dopo che Johannes Gutenberg, orafo e tipografo, nel 1455 inventò la stampa a caratteri mobili, e fu pubblicata la Bibbia. La vasta conoscenza delle scritture, la libertà di interpretazione portò alla riforma protestante ed alle note conseguenze. Ma anche noi occidentali di paesi ‘evoluti’ e ricchi dobbiamo prendere atto della complessità del mondo e ripensare ogni passaggio economico e sociale. Qui mi sono permesso di ricordare il bel libro di Mariana Mazzucato e Michel Jacobs ”Ripensare il capitalismo” che affronta di petto la crisi del 2008 non prevista dagli economisti e la difficoltà ad uscirne dopo molti anni.
Non si stava meglio prima, né nel medio evo, né quaranta anni fa – Nicodemo è nato nel 1978 – al tempo del terrorismo quando la battaglia politica non si faceva sui social o alla tv ma con le stragi a Milano, Brescia, Bologna e gli agguati a Rossa, Moro, Mattarella, Tobagi…
Diciamo quindi grazie agli scienziati ed alla tecnica che ci hanno portato guarigioni, salute e migliori condizioni di lavoro.
Ma Simone Lenzi ha chiesto ancora, traendo spunti dal libro, che fare – e che può fare l’intellettuale – atteso che al tempo della rete che è il sistema più aperto, oggi viviamo notevoli disuguaglianze, chiusure, nazionalismi e protezionismi di nuovo e vecchio conio. La risposta è legata anche all’oggetto della serata: il libro. Più istruzione e diffusione di notizie vere, più pazienza e ricerca di luoghi dove scambiare idee: condomini, quartieri, periferie, circoli. Tante gocce in mare di solitudini che i social non risolvono ma aiutano a far conoscere. Far circolare la conoscenza dei dati e dei motivi seri per riacquistare la credibilità perduta. Cambiare per migliorare i metodi di lavoro politico – è guarda caso un po’ il tema della festa – anche nei partiti come il Pd. Infatti oggi che siamo immersi nella rete le notizie viaggiano orizzontali e la struttura della organizzazione del Pd è ancora verticale, quindi superata. Nicodemo se ne è ben accorto al tempo della sua responsabilità diretta della comunicazione ai vertici del partito-governo, ed è per questo che alla luce delle vicende recenti come Brexit, Trump ha sentito la necessità di scrivere per meglio trasmettere una linea di novità necessaria. Per aiutare un futuro – cita i suoi due figli e noi i molti nipoti – che lui vede di certo migliore grazie ai progressi che ci può dare la scienza, lo studio, la pazienza di informarci ed informare con responsabilità. Ecco il ruolo dell’intellettuale: leggere, pensare, scrivere e parlare. E ciò anche per contribuire a scegliere persone adeguate a governare la indubbia complessità.
“Disinformazia” nasce per svelare le alterazioni subite dall’informazione in rete che condizionano in maniera inconsapevole e profonda la nostra visione del mondo. Una vera e propria ‘navigazione’, che parte dalle principali vicende di politica internazionale che hanno contraddistinto gli ultimi mesi a partire dal 2016, per arrivare a una serie di riflessioni non procrastinabili sulla comunicazione e sulla politica: l’obiettivo del testo è quello di destare la consapevolezza che sulla rete non siamo utenti passivi davanti a uno schermo ma soggetti attivi e partecipi che devono solo riappropriarsi del proprio ruolo”. ruggeromorelli@libero.it