Niente strade o piazze intitolate a Oriana Fallaci, il Centrosinistra respinge le mozioni di Lega e FdI
9 Giugno 2022
(Redazione) Livorno, 9 giugno 2022 – Livorno non avrà una strada intitolata ad Oriana Fallaci, almeno non in questa legislatura. Il Consiglio comunale, a maggioranza, ha infatti respinto le mozioni presentate dalla Lega e da Fratelli d’Italia che chiedevano di dedicare una via o una piazza della città alla giornalista e scrittrice fiorentina, che da parte di madre ebbe legami diretti con Livorno, come ella stessa ben ha descritto nel romanzo “Un cappello pieno di ciliegie” uscito postumo nel 2008.
Contro le mozioni, che se approvate avrebbero impegnato la Giunta ad operare una tal scelta, ha votato compatta la maggioranza di Centrosinistra che ruota attorno al Partito democratico ed a Futuro con in più i voti di Potere al Popolo e di Buongiorno Livorno, mentre a favore, con Lega e FdI, si sono espressi i Cinque stelle.
Il dibattito è stato acceso. Nei giorni scorsi il sindaco Luca Salvetti aveva definito la Fallaci una figura “non troppo legata alla città” e “divisiva”, ma i gruppi di Destra e il M5s hanno affermato che non è vero che la scrittrice non aveva legami con Livorno rimandando al mittente anche le accuse di intolleranza, razzismo e spirito antidemocratico a carico della scrittrice scomparsa nel 2006.
Staffetta partigiana col nome di Emilia da ragazza, di formazione socialista, giornalista presso testate di vario orientamento politico e culturale, dalle quali tuttavia è stata talvolta cacciata o si è licenziata pur di non piegarsi alle volontà editoriali o politiche dei vari direttori o proprietari, la Fallaci è ancora oggi la giornalista italiana più famosa al mondo. E’ stata la compagna di Alekos Panagulis, rivoluzionario non marxista ma alleato del Partito comunista greco nella lotta al regime dei colonnelli di Atene, ed è stata colei che, nel momento di massimo successo, ruppe con Indro Montanelli perché a suo dire infangava i valori della Resistenza. Libri come “Un uomo” e “Intervista con la storia” rimangono pietre miliari della letteratura di stampo giornalistico del Ventesimo secolo. E’ stata vicina al movimento femminista e alle battaglie del Partito radicale negli anni Settanta ed Ottanta. Era contro l’Unione Europea intesa così come, già negli anni Novanta, andava strutturandosi, da lei considerata una sorta di “club di uomini e donne dell’alta finanza che soggiogano i Paesi”. Ma negli ultimi anni ha assunto posizioni controverse su alcuni temi, in particolare contro l’Islam dopo l’attentato alle torri gemelle di New York, contro alcune richieste che venivano dal mondo gay e che oggi sono socialmente accettate, contro l’aborto e l’eutanasia legale, che oggi la fanno ritenere in alcune aree della Sinistra come una donna di Destra, retriva nei propri valori, non idonea ad avere l’intitolazione di una strada in una città come Livorno, simbolo di tolleranza e dell’integrazione tra popoli e culture differenti.
A nulla è valsa, da parte dei proponenti, l’affermazione che la Fallaci non era contro gli omosessuali, lei che tra l’altro è stata amica di Pier Paolo Pasolini e Franco Zeffirelli, ma contro le adozioni da parte di coppie gay e lesbiche, così come a nulla è valso, da parte di Andrea Romiti di FdI e Costanza Vaccaro della Lega, sostenere che le invettive contro l’Islam dopo il 2001 hanno messo in guardia il mondo dal nascente terrorismo islamico, poi esploso in Occidente. La posizioni intransigenti della Fallaci su questi tematiche, come quelle contro l’eutanasia legale e l’aborto, per il Centrosinistra e la Sinistra livornese sono la plastica dimostrazione della regressione politica e culturale subita dalla Fallaci negli ultimi anni di vita.
In ogni caso, è stato fatto notare da più parti, una persona non può essere giudicata solo per quanto ha detto negli ultimi anni della propria esistenza ma per quanto ha fatto nell’intero corso della propria vita. Lei che negli anni Sessanta ha scritto che i veri eroi non erano gli astronauti americani che andavano sulla Luna ma i vietcong che morivano in battaglia per difendere il Vietnam dall’invasione degli Stati Uniti, lei che l’anno prima di morire è stata insignita dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, guarda caso un livornese, del titolo di “benemerita della cultura italiana”, lei che è stata divisiva, certo, come divisive sono tutte le grandi personalità, è stato fatto notare, avrebbe meritato un onore anche dalla città dei Quattro mori, città libertaria e antifascista, se non altro perché il suo credo politico e culturale, plasmato negli anni dell’adesione alla Resistenza e attraverso la vicinanza al Partito socialista e al movimento di Giustizia e libertà, si sostanzia in una frase che lei amava dire e ha messo nero su bianco: “Non potrei mai schierarmi con la squadra di calcio che ha nome Destra”.
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