Opinioni in pillole di Luciano Ferrari
3 Maggio 2018
(Luciano Ferrari) Livorno, 3 maggio – Due film, uno su Berlusconi girato da Sorrentino, l’altro su Moro di Ezio Mauro, e poi di seguito i tre partiti che non sanno dare una soluzione per un governo del paese. C’è una connessione fra questi eventi? Chi l’avrebbe detto che questi personaggi che hanno attraversato la storia del nostro paese potessero avere una possibile connessione? La tentazione di trovare un filo rosso è grande, ma anche difficile. Eppure se riuscissimo a trovare un rapporto ci spiegheremmo il presente così ambiguo, così difficile da sbrogliare. “Un maledetto imbroglio”, quel film di Germi, viene alla mente. Moro simbolo tragico di tante ambiguità taciute, all’italiana, Berlusconi un leader fascinoso e ambiguo, Moro la coscienza della Democrazia Cristiana, dilaniata, soffocata dai rapporti internazionali. Il tutto rammenta Pirandello di “Uno nessuno centomila”, “Così è se vi pare”. Tutto già scritto e vichianamente ripetitivo. Moro eroe malinconico.
Eppure se leggete il Capitale di Marx, Adam Smith, teorico del liberalismo è citato più volte. In modo particolare Marx avrebbe potuto condividere l’esempio classico dell’inglese.Il “Macellaio si alza presto la mattina per tagliare la carne e implicitamente viene incontro ai suoi clienti.
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