Pellegrinaggio verso Santiago de Compostela: terza tappa
3 Luglio 2017
(Beppe Ranucci) -Luglio. Terza tappa, mercoledì 26 Aprile. Palas de Rei- Melide : Km . 15
Lasciamo l’albergo verso le 9, dal momento che la tappa è più corta. Fa molto freddo, ma non piove. Ci copriamo di più. Dopo aver fatto colazione, riprendiamo il percorso. Lasciata la cittadina, ci troviamo immediatamente in un sentiero di campagna. Non ci sono molti pellegrini in giro. Attraversiamo un borgo molto caratteristico con stradine lastricate ed una bella chiesa romanica. Ora i pellegrini stanno aumentando.
Stiamo prendendo confidenza con il cammino ed anche il fisico si sta abituando. I dolori alle gambe diminuiscono. Incontriamo nuovamente i pellegrini che vengono da Milano. Ci raccontano che hanno avuto un inconveniente nell’Albergo del Pellegrino di Palas de Rei, perché hanno trovato le camerate e la toilette un po’ sporca. Sono gli inconvenienti che può trovare sul cammino il pellegrino che preferisce usufruire di questi alloggi. Purtroppo il freddo si fa ancora sentire e ben volentieri ci riposiamo e ci rifociliamo in un bar ristorante. Ci sediamo al sole per scaldarci un po’. Poi riprendiamo il cammino. Ora il percorso è molto bello con sentieri di campagna molto stretti fiancheggiati dai soliti muretti in pietra. Lungo uno di questi sentieri incontriamo una vecchietta non più alta di un metro e cinquanta, che procede spedita aiutandosi con il suo bordone. Francesca mi scatta una foto con lei, ma mi sembra che non abbia gradito molto. Attraversiamo un rio passando sopra un ponte medioevale (XIV sec.) e poi passiamo per la località di Leboreiro . E’ molto bella, qui c’è una chiesetta romanica, costruita appositamente per i pellegrini. Di fronte c’è il “cabazo”, un grande canestro fatto di legni intrecciati ( sembra un pagliaio), su una base di pietra, che serviva per conservare il mais. Qui in una sorta di ristoro, ci timbrano la “compostella”, mettendo addirittura un timbro di ceralacca. (La nostra Compostella si sta riempiendo di timbri, poiché ad ogni locale o ristoro che troviamo sul cammino, possiamo far mettere un timbro). Dopo aver percorso un nuovo sentiero, ci troviamo davanti ad un bivio. Stranamente non ci sembra di vedere indicazioni : né la freccia gialla amica, né la conchiglia. Dove si va? Dopo un attimo di incertezza, ci vengono in soccorso una coppia di pellegrini che ci fanno notare che in effetti la freccia c’è, ma in terra ed un po’ nascosta. Tutto superato. Si prosegue e passiamo su un altro ponte medioevale a quattro arcate ( il Ponte Velho di Furelos). Siamo nei pressi di Melide. Dobbiamo attraversare una trafficata strada statale e poi ci immettiamo fortunatamente in un sentiero. Improvvisamente davanti a noi spunta un’altra chiesetta medioevale costruita appositamente per il Pellegrino. Entriamo. E’ chiesa molto spoglia di stile francescano. Diamo uno sguardo Stiamo per uscire, quando Francesca mi fa notare che inginocchiato con il capo chino, in uno dei banchi vicino all’altare c’è il pellegrino solitario che avevamo già incontrato varie volte lungo la strada. La chiesetta è inserita in un piccolo borgo medioevale. Attraversato il borgo, ecco Melide. Melide è una cittadina che si sviluppa lungo una strada di intenso traffico. Sono le quattro del pomeriggio. Anche le nuvole sono sparite, c’ ancora un vento freddo. Andiamo in albergo, dove ci riposiamo per riprenderci dalla fatica della tappa. Domani faremo la quarta tappa. Speriamo che non faccia troppo freddo e che non piova. Buonanotte.
Girovago per strada,/ cantando senza ragione
L’ultima speranza data/ all’ultima illusione.
Non significano nulla./ Sono mimi e buffoni. ( Fernando Pessoa).
(3 – continua)
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