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25 Aprile 2024

Pescatori e popolo delle barchette uniti contro il divieto di accesso alle dighe di Livorno


(Marco Ceccarini) Livorno, 6 maggio – Il Molo Novo e la Vegliaia fanno parte della tradizione e vietarli ai livornesi, come anche la Meloria, sarebbe come abolire il ponce o la torta di ceci. Questo è il senso di quanto espresso dal campione di pesca sportiva Marco Volpi, pluricampione del mondo, che oggi, domenica 6 maggio, ha guidato i pescatori e il cosiddetto popolo delle barchette alle tre dighe livornesi, partendo dalla Punta dei Piloti, per protestare contro il divieto imposto dall’Autorità Portuale con l’ordinanza 11/2018 tesa ad impedire l’utilizzo delle dighe foranee del porto di Livorno per motivi ricreativi nella stagione estiva o per usare le banchine della diga Curvilinea, il cosiddetto Molo Novo, come punto di ormeggio per la propria imbarcazione, comprese quelle da pesca.
Il segretario generale dell’Autorità portuale, Massimo Provinciali, nel momento dell’emissione del divieto, ha affermato che “le dighe foranee non possono essere un’alternativa agli stabilimenti balneari, alle spiagge e alle scogliere pubbliche” aggiungendo che la citata ordinanza è “una misura di buon senso che va a tutela della sicurezza pubblica”.

Ma i livornesi sono molto legati al Molo Novo, alla Vegliaia e alla Meloria, che sono luoghi che rappresentano la tradizione e la storia di Livorno al pari di molte altre zone della città e di molti monumenti, e la dizione “altre zone” non è usata a caso in quanto la Curvilinea e le altre dighe sono a tutti gli effetti, nel sentire livornese, un’estensione a mare della città di Livorno.

Secondo i manifestanti, in sintesi, la questione della sicurezza, per come posta, non esiste. E neppure esiste la motivazione legata al divieto di balneazione, altro punto che sta alla base della discussa ordinanza. Vi è difatti una legge che da diversi anni impedisce di fare il bagno in mare in quella zona perché è all’interno di un’area portuale e tale divieto viene rispettato.

“Il divieto di balneazione è regolarmente rispettato”, precisa Piero Mantellassi, uno degli animatori del Popolo delle Barchette. Che aggiunge: “Siamo i primi ad amare il mare ed a rispettare l’ecosistema marino. Non si capisce il senso di questa imposizione”.

“Quella di Provinciali è stata un’uscita infelice. Solo una persona che non è nata a Livorno può paragonare quelle dighe a uno stabilimento balneare”, aggiunge il campione di pesca Volpi. “Interdire è sempre sbagliato. Oltretutto, in questo caso, non ve ne è ragione”.

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Alto Tirreno, Stefano Corsini, pur mettendo in evidenza che “il pericolo di infortuni, anche gravi, è allo stato non trascurabile”, vista la grande partecipazione di uomini e donne alla protesta contro l’ordinanza dell’Autorità portuale, ha affermato che “ad ogni modo le istanze dei cittadini meritano un ulteriore approfondimento della valutazione che ci proponiamo di condurre coinvolgendo le istituzioni competenti in materia di sicurezza al fine di verificare con loro se non ci sia la possibilità di rivedere i contorni della interdizione”, correggendo così l’uscita di Provinciali e facendo intravedere una possibile soluzione positiva dell’intricata vicenda.