Vai a…

Costa Ovestsu Google+Costa Ovest on YouTubeCosta Ovest on LinkedInCosta Ovest on TumblrRSS Feed

25 Aprile 2024

Piombino Aferpi: inviata la lettera d’inadempienza all’algerino. Si apre una nuova fase?


Piombino, 8 novembre. La lettera di inadempienza a Aferpi è partita ed ha chiuso, una storia che rischiava di diventare infinita. L’ha scritta il commissario Piero Nardi che ha comunicato alla società di Issad Rebrab di non ritenere in pratica la Cevital più in grado di mantenere gli impegni presi nei mesi scorsi con l’accordo addendum con il governo, scaduto ormai il termine del 30 giugno scorso di dare concretezza operativa alle intenzioni espresse in passato. Per le Accieierie di Piombino si prospetta un nuovo percorso con prospettive, si auspica, più promettenti di quanto finora si è potuto ottenere dagli imprenditori algerini. Anche i sindacati metalmeccanici sono soddisfatti, per il momento, di questa “novità”, già preannunciata dal governo, nella persona del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, e ora resa esecutiva dal commissario stesso. Lo ha confermato nardi agli stessi sindacalisti. Intanto il 15 novembre ci sarà un incontro a Roma, che potrebbe chiarire la situazione. Si troveranno di fronte il consiglio d’amministrazione dei soci di Aferpi, tra cui lo Stato, per la discussione del bilancio previsto per il 2017.E sarà l’occasione per verificare quali sono gli eventuali nuovi partner che potrebbero esporsi per giungere alla concreta ripresa dell’attività dello stabilimento piombinese. Se quelli di Rebrab, un gruppo cinese d’ingegneria industriale per realizzare un forno ad arco entro 24 mesi per l’accensione dell’altoforno e una società finanziaria arabo-asiatica pronta a fornire la metà degli investimenti necessari ad Aferpi perchè riprenda fiato, oppure la risoluzione del contratto prevista da Nardi con il ritorno delle Acciaierie in mano dello Stato italiano. Si aprirebbe, se non vi saranno opposizioni legali degli algerini, una nuova fase per assegnare gli impianti, fermi da oltre due anni e con duemila lavoratori a casa, a nuovi imprenditori disponbili alla ripresa delle trattative sul futuro dell’ex Lucchini.