Scomparsi da mesi o anni otto quadri dal Museo Fattori.Colpevole negligenza
26 Ottobre 2016
(Massimo Masiero) Livorno – ottobre. La notizia del giorno, pubblicata oggi dal quotidiano locale “Il Tirreno”, riguarda la “scomparsa”, forse da due o tre anni si presume, di otto dipinti dal magazzino- caveau del museo Fattori in Villa Mimbelli, ricercati dal Nucleo operativo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, al quale è stata presentata la denuncia nel giugno scorso dalla direttrice Francesca Giampaolo, che se n’è accorta quando non ha trovato un quadro, richiesto da un ateneo. Le opere, tavole di piccola grandezza e tele, sono state inserite nella banca dati dei beni culturali illecitamente scomparsi e consultabile via web. L’assessore alla cultura Giancarlo Belais ha detto di essere stato informato dell’accaduto sin dal suo insediamento, che è stato approvato dalla giunta, dopo l’accaduto, il potenziamento della sorveglianza e della messa in sicurezza dei quadri al museo e lo si farà ancora, che si è mantenuto il riserbo per non intralciare le indagini. Certo è che se fosse stata accelerata l’organizzazione dell’apertura del museo della città, ai Bottini dell’Olio, che avverrà forse a luglio 2017 se non vi saranno altri intralci burocratici o di altro genere, pur non evitando la scomparsa, forse già avvenuta, almeno un inventario aggiornato avrebbe potuto fare chiarezza sullo stato in essere delle opere giacenti nei locali del museo. Evidentemente si è creduto che non vi fosse la necessità di un periodico controllo del patrimonio esistente. E ancora sarà stato un “furto” su commissione o invece un “dove coio coio” improvvisato? Tanto ben di Dio a portata di mano o di cartella ha fatto gola a chi si è trovato a passare da quelle parti considerata la scarsa sorveglianza del momento? Sono “ricercate” tre opere di Enrico Pollastrini: “Vittorio Emanuele II a cavallo”, “Mosca Cieca” e “San Lorenzo che distribuisce le ricchezze della chiesa ai poveri”; di Vincenzo Cabianca, “Maternità”; di Eugenio Cecconi ”Campagna”; di Raffaello Gambogi, “Funaioli”; di Francesco Fanelli “Becolini”; di Guglielmo Micheli, “Cacciatori in Tombolo”. Valore stimato: ottantamila euro.
Non è escluso, è stato ventilato in giro, che alcuni dei dipinti scomparsi siano stati esposti in alcune mostre e rassegne. Ma certo è che l’indagine interna ha rivelato il contrario. Se fossero stati dimenticati in qualche remota stanza e saltassero fuori in futuro sarebbe ancora più grave perché ciò avvallerebbe i commenti al vetriolo dell’ormai famoso popolo del web, che a volte “non la butta fuori del tutto”.Il fatto è gravissimo, e il bombardamento via web è già cominciato. Ecco allora un primo florilegio di commenti.
Stupito: “Smarriti, non ho parole!”. Interrogativo: “Ma a quanto risale l’ultimo inventario?”. Fustigatore: “La città non si merita un museo. Forse sarebbe meglio spostare altrove le opere di maggiore valore dove si vuol veramente gestire il patrimonio storico”. Indagatore: “Chi sono gli addetti all’inventario e i sistemi d’allarme funzionano?”.
Precauzionale: “Perché non fare inventari semestrali? E perchè questo silenzio colpevole dell’Amministrazione Comunale?”. Interrogativo: “Smarriti all’interno della struttura? Non sono i sotterranei degli Uffizi!”. Accusatorio: “E’ l’ennesima dimostrazione di come le istituzioni di questa città (di qualsiasi colore) abbiano a cuore la nostra cultura. Più che a loro la colpa va data a chi gestisce il Museo che non ha potuto dichiarare neppure in che anno il furto è stato fatto! Se i quadri non si cercavano per “necessità” i ladri lo avrebbero svuotato completamente!”
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