Soft robotics: Cecilia Laschi tra le 25 scienziate migliori al mondo. Domani alla tavola rotonda su donne e nuove tecnologie
8 Ottobre 2017
(Ruggero Morelli) Livorno, 8 ottobre. “Le donne protagoniste della nuove tecnologie” è il tema della tavola rotonda che si terrà martedì prossimo 10 ottobre, alle 17, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di via Roma, 234, per la giornata mondiale Ada Day dedicata alle donne e la scienza, che si celebra ogni anno il secondo martedì di questo mese. Interverranno Linda Pagli, Dipartimento Informatica dell’Università di Pisa, Darya Majidi, imprenditrice Ict, Caterina Cassetti, docente informatica Istituto Tecnico Vespucci Livorno, Anna Rossi, La Nuova Limonaia Pisa, già insegnante di genetica umana al dipartimento di biologia Università di Pisa, Monica Zoppe, istituto Fisiologia Clinica Cnr Pisa. Mario Fierli, Caffè della scienza e Comitato sviluppo cultura scientifica e tecnologica del Miur, introdurrà illustrando l’Ada Day e la scienziata Ada Lovelace a cui è dedicata la giornata.
Vi parteciperà anche Cecilia Laschi, Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa, esperta di Biorobotica e Robotica marina del centro allo Scoglio della Regina di Livorno.
La rivista National Geographic Italia, www.nationalgeographic.com, nel giugno scorso le ha dedicato una intervista di Fabio Dalmasso. Infatti la ricercatrice, esperta di soft robotics, è stata inserita da Robohub, www.robohub.org, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica, tra le 25 donne più importanti al mondo del settore.
Ecco alcune risposte sul suo attuale lavoro.
Che cos’è la soft robotics?
“La soft-robotics consiste nel costruire robot con materiali morbidi. Questo ci dà l’opportunità di immaginare capacità nuove come,ad esempio, quella di deformarsi, schiacciandosi o allungandosi quando ciò è necessario per svolgere un determinato compito. Oppure di crescere o di evolvere la propria forma in base all’ambiente ed al compito, fino alla capacità di auto ripararsi con materiali morbidi che si ricompongono se tagliati o forati”.
Quali sono gli ambiti in cui può essere applicata?
“Tra i molti campi in cui può essere applicata c’è quello biomedico. Il robot soft può interagire in modo più sicuro e adatto al paziente. Questo nella chirurgia, nella riabilitazione e nella assistenza; ma anche nella possibilità di costruire simulatori e parti del corpo per studi e per la formazione dei medici. Come nel caso delle corde vocali artificiali che abbiamo realizzato come simulatore della laringe, ed anche i lobi del polmone di un neonato pretermine”.
A quali progetti sta lavorando?
“Ci sono progetti in corso in ambito biomedico, come la realizzazione di un braccio soft per aiutare gli anziani a lavarsi sotto la doccia. Si tratta di un braccio che può dispensare acqua e strofinare la persona nelle parti difficli da raggiungere come la schiena e la parte inferiore delle gambe.
Per il futuro immagino che la soft robotics avrà un grande sviluppo delle possibili applicazioni in ambiti diversi. I risultati raggiunti nella realizzazione di un corpo morbido dovranno coniugarsi con le capacità cognitive necessarie ad utilizzare le sue doti di deformazione nel modo più proficuo per svolgere compiti utili”.
Nell’aprile 2016 si è tenuta a Livorno la settimana internazionale della soft-robotics, alla quale hanno partecipato 140 ricecatori provenienti da università e centri di ricerca da tutto il mondo. La direzione fu affidata a Cecilia Laschi della Scuola Sant’Anna e Barbara Mazzolai dell’Iit di Genova. rugeromorelli@libero.it
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