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28 Marzo 2024

Terzo e ultimo concerto promosso da ConcertArti al Museo di Storia Naturale


(Angela Simini) Livorno, 21 novembre 2018. Terzo ed ultimo concerto della fortunata manifestazione promossa dalla violinista e docente del Conservatorio Mascagni di Livorno presso la Sala del Mare del Museo di Storia Naturale, via Roma 234. Sabato 24 novembre 2018, ore 17.30, protagonista dello spettacolo è l’Open Ensemble che, formatosi nel 2006, festeggia i dodici anni di sodalizio e di attività professionale, formato come è da nomi di rilievo, tutti inseriti in compagini orchestrali di prestigio: Daniele Fredianelli al pianoforte, Renata Sfriso al violino, Riccardo Masi alla viola e Giovanni Bacchelli al violoncello. Ci offrono un programma cameristico di spessore e di grande interesse.
Di Ludwig van Beethoven ascolteremo il Quartetto in Mi bemolle maggiore op 16 a nei tempi Grave- Allegro ma non troppo – Andante Cantabile-Rondò-Allegro ma non troppo e di Robert Schumann il Quartetto in Mi bemolle magg. Op 47 ( Sostenuto assai. Allegro – Scherzo. Molto vivace.Trio I et II -Andante Cantabile- Finale).
Vediamo come è nato il Quartetto di Beethoven. Il musicista (Bonn 1770 – Vienna 1827 ) affascinato dal Quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto di Wolfgang Amadeus Mozart (K 452) scritto nel 1784, opera della quale era molto orgoglioso Mozart stesso, decise dunque di scriverne uno sempre per cinque strumenti tra il 1796 e il 1797 (op. 16) che fu eseguito a Vienna il 6 aprile 1797 con l’autore al pianoforte. Quasi subito ne elaborò anche una versione per Quartetto con pianoforte, violino, viola e violoncello (op.16a) assai fedele all’originale, pubblicata nel 1801. Beethoven amava e volentieri suonava in pubblico quest’opera che racchiude lo stile del primo Beethoven, sensibile alle convenzioni della società viennese del tempo e che rivela una serenità senza nubi nella sua aperta cantabilità, quale espressione di un estroverso ottimismo giovanile. Il primo tempo “Grave” avviato da accordi del violino e del pianoforte, immersi in uno stato d’animo di fiduciosa attesa, sfocia in un piacevole e sorridente “Allegro ma non troppo” in cui gli strumenti si amalgamano fra di loro in un’altalena tematica di felice inventiva. L’”Andante” tocca il momento lirico più puro e fantasioso della composizione: il pianoforte espone la frase principale e su di essa si snodano, come un albero fiorito, le variazioni degli archi. Il Rondò è punteggiato da una vivacità e da una freschezza melodica piacevolissime. Ancora Beethoven è immerso nel paradiso di una civiltà musicale al tramonto, quando l’artista era chiamato a divertire una società aristocratica per censo ed educazione intellettuale, ancora lontano dai problemi della sopravvivenza di tutti i giorni.
Robert Alexander Schumann (Zwickau 1810 – Bonn 1856) scrisse il Quartetto op 47 a 32 anni, nell’ottobre 1842, completandolo in due sole settimane. Questo fu uno fra gli anni più fecondi della maturità di Schumann, del tutto dedicato alla musica da camera: i tre quartetti op. 42, il quintetto ed il quartetto con pianoforte e i Phantasiestücke per violino violoncello e pianoforte. L’8 dicembre 1844 con la moglie Clara Schumann al pianoforte, Shumann eseguì il quartetto che ben rappresenta la natura più profonda dell’autore, non ancora tormentato dalla malattia, l’unione di due anime, meglio indicate con i nomi di Florestano ed Eusebio, ossia l’artista e il filosofo, il poeta e il letterato, entrambi sempre appassionati. Il primo movimento del Quartetto, scritto secondo lo schema della forma-sonata, si apre con un’affascinante e breve introduzione meditativa da cui presto scaturisce l’impeto dei temi e degli intrecci. Il secondo è un Scherzo Vivace con due episodi contrastanti. L’Andante cantabile, uno dei brani più celebri nella storia della musica, rapisce per la bellezza del tema che esprime il lirismo più affascinante di Schumann. Ognuno dei quattro strumenti, esaltato nelle sue caratteristiche timbriche ed espressive, ha il suo ampio spazio che richiama il dialogo amoroso e appassionato. Il finale, un Rondò Vivace, ricco di intreccio contrappuntistico e di melodie sovrapposte, prosegue il fervido e ardente stato d’animo dell’Andante cantabile con un’esuberante gioia di vivere. Battuta dopo battuta, tema dopo tema, l’intero quartetto, di una meravigliosa corposità strumentale, raggiunge i vertici del camerismo di Schumann. Per godersi al meglio questo programma, è bene prenotarsi per far riservare i posti, telefonando allo 0586 -266711 / 34 (Nella foto la Sala del Mare del Museo di Storia Naturale) asimini@alice.it