Acciaierie Piombino: la Regione chiede il rispetto degli accordi
8 Febbraio 2017
Firenze – 8 febbraio. E’ in salita il percorso per la ripresa dell’attività siderurgica delle acciaierie ex-Lucchini di Piombino. La città, i lavoratori e i sindacati sono preoccupati, dopo l’incontro romano al ministero dell’industriale e dello sviluppo economico,che si è concluso con un ulteriore rinvio poichè Issad Rebrab si è presentato senza grosse novità per Aferpi, ha assicurato venti milioni per l’acquisto dei blumi, semilavorati d’acciaio, per il treno rotaie e la presentazione del cronoprogramma del piano industriale entro marzo.
Il rinvio di un mese è stata una decisione che non ha fatto certo piacere al ministro Carlo Calenda e nemmeno allo stesso presidente della Regione Enrico Rossi, che ha chiaramente affermato come la Regione abbia fatto quanto era di sua competenza e anche di più.
“E’ troppo tempo che attendiamo – ha commentato Rossi – Rebrab faccia davvero adesso la sua parte. Ma anche il Governo si faccia garante dell’accordo di programma firmato con l’allora presidenza del Consiglio e metta alle strette l’imprenditore algerino sulla base di un cronoprogramma serrato, affinché risponda dopo i troppi mesi di silenzio”. Altrimenti si trovino altre soluzioni. Noi non siamo parenti di nessuno e quel che ci interessa è solo una prospettiva di ripresa dell’attività produttiva e dell’occupazione”.
Il presidente della Toscana ricorda il ruolo svolto fino ad ora dalla Regione: “A noi non può essere rimproverato nulla. Abbiamo concesso tutte le licenze e i permessi necessari. Abbiamo messo a disposizione anche i nostri finanziamenti, per quanto possibile: c’è la possibilità di ottenerli dai fondi europei ed anche da altri fondi che possono garantire per il capitale circolante”.
“Quel che chiediamo – conclude – è la riapertura del forno elettrico e quindi la ripresa della produzione dell’acciaio, assieme alle altre iniziative promesse e capaci di garantire l’occupazione per oltre duemila lavoratori. Il ministro ieri ha fissato per l’imprenditore algerino una dead line a fine giugno. Ci aspettiamo adesso che l’imprenditore faccia davvero tutto quello che deve fare affinché l’azienda non deperisca ancora e lavoratori e territorio abbiamo prospettive. Altrimenti, appunto, che si individuino pure altre soluzioni. La produzione dell’acciaio non è una produzione priva di un interesse nazionale, come è ovvio. Lo Stato interviene con decisione anche sull’Ilva”. Ed anche per Piombino occorre intervenire.
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