Le letture di Giuseppe Barabino
2 Aprile 2018
(Giuseppe Barabino) Livorno, 2 aprile. A cura di Heinrich Geiselberger “ LA GRANDE RECESSIONE Quindici intellettuali da tutto il mondo spiegano la crisi del nostro tempo “ Edizione campi del sapere Feltrinelli pagg.215, € 19,00.
Il nostro è il tempo di una grande regressione. Quindici grandi intellettuali lanciano una sfida globale: creare una nuova narrazione capace di interpretare il presente. I problemi che oggi abbiamo di fronte non ammettono bacchette magiche, scorciatoie e cure istantanee, ma richiedono certamente una nuova rivoluzione culturale. Servirà un’autentica visione globale a lungo termine e tanta pazienza.
Mentre lavoro stabilità e ricchezza si assottigliano pericolosamente nelle società occidentali, la retorica della sicurezza prende il posto delle rivendicazioni dei diritti umani e civili, e i principi di cooperazione trasnazionale sono sostituiti da violenti appelli per il rafforzamento delle sovranità nazionali, a vantaggio dei propri cittadini, generando un sentimento di paura. I flussi migratori diretti verso i paesi della Comunità europea, aumentano giorno dopo giorno, ne sa qualcosa l’Italia, una nazione delle più esposte. La crisi economica sia pure in fase discendente non è ancora finita. E improvvisamente ci troviamo di fronte alla nascita di partiti nazionalisti e populisti , che credevamo scomparsi, l’imporsi di una demagogia come quella di Trump negli Stati Uniti, le tendenze autoritarie che attraversano l’Europa orientale e centrale, un’ondata di xenofobia e di odio, la brutalizzazione del discorso pubblico, a scapito di programmi concreti, l’inversione protezionistica della Brexit.
Di fronte a questi fenomeni dobbiamo prendere atto che tutti gli strumenti che consideravamo efficienti per affrontare le crisi sono esauriti. Occorre quindi ragionare insieme per scoprire le radici di questa involuzione, tracciare gli ideali possibili e ideare le strategie per contrastare le tendenze inquietanti che stanno dando forma a un mondo nel quale non vogliamo vivere.
Di particolare interesse i saggi di Zymunt Bauman “Sintomi alla ricerca di un soggetto e un nome”, che si conclude con un invito alla riflessione per attuare una pianificazione di lungo periodo difficile da predisporre in questi tempi vissuti con la tirannia del momento; di Robert Misik “ Il coraggio dell’audacia per una serie di consigli ai partiti progressisti, condensati in otto punti, affinché tornino a essere i rappresentanti credibili delle parti economicamente più vulnerabili della società, e di David Van Reybrouck “Caro Presidente Juncker “ per ricordagli che l’Unione europea che sembrava una formazione solida e inclusiva della vita pubblica, contraddistinta da 70 anni di pace, potrebbe presto giungere al capolinea se non si inventano nuove soluzioni: è indispensabile ripristinare la fiducia in un progetto straordinario coinvolgendo fino in fondo e con mezzi adeguati i cittadini nel dibattito sul futuro delle loro comunità. La democrazia non è solo governo per il popolo, ma è essenzialmente governo del popolo. Abbiamo meno di un anno prima della prossima scadenza elettorale.
ENZO BIAGI “ La vita è stare alla finestra “ Edizioni Rizzoli pagg.249, €.20,00
L’autore, uno dei più grandi giornalisti del nostro tempo, ha lavorato per i più importanti quotidiani e periodici italiani e per la telelevisione italiana, dove ha tenuto per vari anni la rubrica “ Il Fatto “ fatta interrompere il 18 aprile 2002 dall’allora Presidente del Consiglio Berlusconi, con il famoso editto bulgaro, accusando il responsabile Biagi, il collega Michele Santoro, ed il bravissimo comico Daniele Luttazzi di aver occupato la TV di stato, pagata dai cittadini, con atti criminosi.
In questo libro di memorie pubblicato postumo, l’autore ripercorre tutta la sua vita, dalla nascita a Pianaccio, al confine tra l’Emilia e la Toscana, in una famiglia ove il prete era di casa, durante la quale ha sempre sognato di fare il giornalista. Ed infatti dopo gli studi e l’incontro con la moglie Lucia, e l’esperienza partigiana, ha svolto una lunga carriera di giornalista , con la caratteristica di non durare molto sulle poltrone scomode attraversate dal politico di turno.
In queste memorie, di piacevole lettura per i giovani per conoscere le nostre radici e per i più anziani per rivivere forse con nostalgia i tempi passati, Biagi ripercorre la storia del nostro paese attraverso una serie di interviste con personaggi famosi da Angelo Rizzoli a Licia Pinelli, da Pier Paolo Pasolini a Enrico Berlinguer, da Indro Montanelli a Dario Fo, dalla famiglia Moro a Stefano Delle Chiaie e Alberto Franceschini, da Sandro Pertini a Muhammar Gheddafi, da Margaret Thatcher a Silvio Berlusconi e tanti altri personaggi che hanno contrassegnato il secolo scorso riconoscendo sempre però un solo padrone: il pubblico
CECILIA STRADA “ LA GUERRA TRA NOI Sono andata lontano, per capire quello che succede qui “ Edizioni Rizzoli, pagg.179, €.18,00.
Figlia di Gino e di Teresa Sarti, milanese, ha studiato sociologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca e da sempre si occupa di promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani.
In quindici capitoli narra di storie, di fatti e di avventure vissute a Genova in occasione del G8, e delle botte subite da tanti civili, nel sud dell’Afghanistan, a Bagdad, cinque episodi a Kabul, nel Sudan, in Sardegna costretta ad ospitare il 65% delle servitù militari di tutta Italia, la base aerea di Decimomannu, la polveriera di Santo Stefano e tre poligoni di tiro, in Iraq, a Gioia Tauro, Bari, Castel Volturno e Caserta, a Foggia e in val di Susa nei cantieri della TAV, che se fosse un farmaco sarebbe da scartare per gravi e sicuri effetti collaterali, che non giustificano un vantaggio modesto. In questi luoghi ha visto ed assistito a troppe ferite per non immaginare il peggio dietro gli occhi persi nel vuoto di donne e uomini sopravvissuti a malapena sulle navi di soccorso. Ha potuto constatare che malgrado la messa al bando delle armi nucleari perfino il Presidente Obama, vincitore di un Nobel per la pace, non si è rifiutato ed ha ereditato il piano di drone strikes avviato da Bush, ed ha firmato 563 attacchi. Ed è cosi seducente la guerra fatta con i droni, che anche l’Italia li ha comprati nel 2015, con una spesa di 115 milioni di euro, ed ha ottenuto dal Congresso degli Stati Uniti il via libera per armarli. Le armi saranno nuove, ma continueranno a uccidere, come succede nelle zone di guerra, ma anche qui a casa nostra in tempo di pace, e a farne le spese sono sempre i più poveri.
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