Livorno, dopo l’indagine per omicidio colposo, il sindaco Nogarin: “Non mi dimetto, concluderò il mandato”
16 Gennaio 2018
(Massimo Masiero) Livorno, 16 gennaio. Il sindaco 5Stelle Filippo Nogarin si è impegnato a continuare a lavorare per portare a termine il suo mandato amministrativo di primo cittadino e di avere la salda fiducia nella Magistratura, che lo ha indagato per omicidio colposo plurimo in concorso nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione del 10 settembre scorso che si è abbattuta sulla città e ha provocato la morte di otto persone. Lo ha detto aprendo i lavori del consiglio comunale di questo pomeriggio sottolineando ancora che la Magistratura consegnerà la verità sulla tragedia. Poche parole nella breve comunicazione in cui in sostanza, ma fermamente, ha confermato di non dover trarre conclusioni, cioè le dimissioni, dopo quanto gli è stato comunicato dalla Procura della Repubblica. E dopo aver evitato qualsiasi contatto con la stampa, che ha cercato di avere altri particolari sulla vicenda, ma che avrebbe fatto una dichiarazione in sede di comunicazione ai consiglieri comunali, come infatti è stato. In aula l’opposizione consiliare è stata compatta a chiedere invece le sue dimissioni riconfermando, come avvenne in passato, le critiche al sindaco: lo hanno fatto Elisa Amato, Forza Italia; Marco Valiani, Livorno per Tutti; Pietro Caruso, Pd; Giuseppe Grillotti, Livorno Libera; Andrea Raspanti, Futuro!; Marco Bruciati, Buongiorno Livorno; Marco Cannito, Città Diversa. Le motivazioni sono state esposte con parole di estrema fermezza, ad di là dell’aspetto umano, per la leggerezza e la superficialità, l’inadeguatezza e il modo lacunoso della gestione dell’emergenza, l’essere “garantisti per voi stessi ma non per gli altri”. Critiche anche sulla Protezione Civile: Riccardo Pucciarelli, che ne è il capo a Livorno e che ha sostituito il precedessore Leonardo Gonnelli, “per ragioni esclusivamente politiche” hanno detto alcuni esponenti dell’opposizione, sarebbe stato raggiunto dallo stesso atto giudiziario. La fiducia è stata confermata invece da Edoardo Marchetti, gruppo misto, ex 5S, pur essendosi aspettato l’atto dovuto delle dimissioni, e da Daniele Ceselli, 5S, che ha concluso con un “Filippo tieni duro, noi ci siamo!”, parlando a nome dei pentastellati e della risicata maggioranza, ha ricordato che l’intero sistema nazionale della protezione civile avrebbe bisogno di essere riveduto e corretto. Un dubbio l’ha sollevato un consiglere: nell’anno e mezzo che manca alla fine del mandato e in attesa del giudizio della Magistratura, permane il dubbio sulla validità amministrativa e giuridica di ogni atto e decisione, che il sindaco e la giunta dovranno rendere esecutivi.
Il Pd livornese ha preso posizione con una nota estremamente critica fatta pervenire in serata alla stampa, che afferma: “Basta con la scaricabarile, Sindaco responsabile per lo smantellamento della protezione civile. Ora risponda ai cittadini e alla sua coscienza”. E così prosegue: “Di fronte all’indagine per concorso in omicidio colposo che vede coinvolto il nostro primo Cittadino non possiamo che tornare a chiedere che quanto prima si arrivi a rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari, a cui va il nostro primo e costante pensiero. Dal primo giorno riteniamo che se non si fosse smantellata la macchina della protezione civile per mere ragioni politiche, e se il Sindaco quella sera fosse stato vigile e presente, così come dovrebbe sempre avvenire in casi come questi, e avesse utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione per avvertire la popolazione del pericolo imminente, forse avremmo potuto avere conseguenze meno nefaste: ma pur alla luce di questa convinzione, attendiamo l’esito delle indagini, avendo massima fiducia e rispetto della Magistratura, perché al contrario del M5S non è nostra abitudine costruire polemiche politiche su delle disgrazie. Non sappiamo come il Sindaco possa serenamente continuare a svolgere il proprio ruolo di rappresentante della cittadinanza con un capo di accusa tanto grave sulle spalle, e di questo pensiamo debba rispondere oltre che alla sua opposizione, anche alla sua coscienza. Al momento invece abbiamo assistito solo a un penoso scaricabarile e ad un’autoassoluzione che ha dell’incredibile: “io so di aver operato nel massimo rispetto delle leggi e delle procedure”, queste le testuali parole che il Sindaco ha affidato a Facebook. Quindi in situazioni straordinarie in cui si dovrebbe stare ben saldi alla plancia di comando, come del resto tutti gli altri Sindaci farebbero (ed hanno fatto anche in casi a noi vicini in questa occasione), secondo il nostro primo cittadino, è normale dormire ed aspettare di essere svegliati da qualcuno. No Sindaco, lei non è “un” responsabile ma “IL” responsabile, e non è ammissibile comportarsi con tanta leggerezza e superficialità. Per 365 giorni l’anno, durante ciascuno dei 5 anni del suo mandato, è Lei il capo della protezione civile comunale, il principale responsabile della sicurezza di una comunità di 160mila abitanti. Prenda atto di questo e valuti, finalmente con responsabilità, se il suo (non) agire abbia tenuto fede a questo fondamentale impegno”.
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