Maria Callas, nel mito e nella realtà
8 Dicembre 2017
(Donatella Nesti) Milano, 8 dicembre – Riapre il teatro La Scala di Milano come ogni anno a Sant’Ambrogio ed è impossibile non pensare a Maria Callas, soprano drammatico, voce unica ed indimenticabile alla quale è stato dedicato un film presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma grazie alle ricerche di un giovane regista che ha ritrovato un’intervista dimenticata. La “Divina”come la chiamavano i suoi fan in poco tempo si è trasformata in una diva, con gli ammiratori che dormivano fuori dai teatri per vederla anche solo un istante. Un mito o più semplicemente Maria Callas raccontata in” Maria by Callas: In Her own words,” un documentario che arriva a quarant’anni dalla sua morte, dopo il malore nella casa di Parigi del 1967, a soli cinquantatré anni. Maria Callas inaugurò la stagione lirica alla Scala di Miano nel dicembre del 1951, ove trionfò nel ruolo de La Duchessa Elena ne I vespri siciliani continuando a mietere grandi successi interpretando le più grandi figure femminili della lirica: da Norma e Costanza ne Il ratto dal serraglio nel 1952, a Lady Macbeth nell’apertura della stagione 1952/1953, Gioconda nella stessa stagione, Leonora ne Il trovatore nel 1953, Medea diretta da Leonard Bernstein nella stagione 1953/1954, Lucia di Lammermoor diretta da Herbert von Karajan nel 1954, Alceste e Violetta ne La traviata diretta da Carlo Maria Giulini nel 1955.
Maria Callas era nata a New York ma aveva origini greche, all’anagrafe il suo vero nome era Sophia Cecilia Kalos. Il regista Tom Volf ha ricostruito la vita della grande soprano, dalla giovinezza fino agli ultimi tragici momenti ed ha girato l’Europa e l’America per trovare del materiale inedito, personale, che potesse rendere omaggio al suo talento unico iniziando il film con un’intervista esclusiva del 1970. Maria Callas è un libro aperto davanti al giornalista che la sta intervistando: è sicura di sé, ma già piena di rimpianti. Riconosce la sua posizione privilegiata, ma sente che la sua esistenza è incompleta. Lei avrebbe voluto una famiglia felice magari un figlio, invece il destino le ha indicato un altro percorso. Volf si schiera dalla parte della Callas e la dipinge come uno dei più grandi personaggi del Novecento. Punta i riflettori sui pregi e tralascia i difetti, rappresentandola come un’incompresa sempre sfortunata con le questioni di cuore, spesso attaccata ingiustamente dalla stampa, come quando annullò uno spettacolo a Roma per una raucedine, che fu scambiata per un capriccio di prima donna. Tutti la condannarono e per lei rimase una ferita sempre aperta. Non manca un riferimento all’amore con Aristo Onassis ”che era rotto come me” dice Maria ed alla struggente lettera d’amore che lei gli scrisse quando lui era già sul punto di sposare Jackie Kennedy, un matrimonio di cui lui non l’aveva avvisata. Quattro anni seza cantare, poi protagonista di Medea, l’incontro con Pasolini, un amore impossibile. Il ringraziamento di Maria, il più profondo a chi l’ha amata ed ascoltata, il suo pubblico, quello che durante le proiezioni del film a Roma ha più volte applaudito alle sue interpretazioni come se lei ‘la divina’ fosse ancora qui in mezzo a noi. Un film distribuito da Lucky Red che consiglio di non perdere a tutti gli amanti del bel canto.
donatellanesti@libero.it
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