Piombino: Cevital-Aferpi conferma impegni, ma c’è incertezza
28 Marzo 2017
(Massimo Masiero) Livorno, 28 marzo – Incontro interlocutorio al ministero dell’industria per le acciaierie ex Lucchini di Piombino. Dal ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda si sono presentati i dirigenti del gruppo algerino Cevital, che controlla Aferpi, ed hanno messo a disposizione per la ripresa del complesso siderurgico 500 milioni, che consentirebbero l’occupazione per un migliaio di dipendenti. C’è delusione e preoccupazione da parte dei sindacati Fiom, Fim e Uil provinciali e anche dei lavoratori piombinesi. Domani, mercoledì alle 17, è previsto a Roma un nuovo incontro tra Cevital e sindacati nazionali con la speranza che finalmente sia fatta chiarezza sul futuro del polo siderurgico, dopo circa tre anni di attesa. I sindacati, da cui sono filtrate le prime frammentarie notizie, chiedono che sia il governo a farsi garante dell’applicazione dell’accordo a suo tempo sottoscritto tra le parti. Si vuol anche capire “definitivamente” se sarà il caso di procedere con il progetto Cevital o se invece si dovrà pensare a”staccare la spina” e a guardarsi intorno. Intanto giovedì prossimo assemblea dei lavoratori a Piombino.
Siderweb, la community dell’acciaio, riferendo dell’incontro di ieri,lunedì 27 marzo, afferma che “Cevital ha confermato l’intenzione di andare avanti con il progetto di ristrutturazione del polo siderurgico di Piombino e che il Ceo del gruppo algerino, Said Benikene, ha presentato al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda un piano industriale che, al di là delle sue articolazioni, ricalca gli obiettivi precedenti: un’acciaieria elettrica, un nuovo treno di laminazione per rotaie e revamping degli altri due, vergella e barre. All’incontro al Mise era presente, contrariamente alle previsioni che lo davano impegnato in Algeria, anche Issad Rebrab. Assente il presidente della Regione Toscana Rossi, presente il sindaco di Piombino Massimo Giuliani. I sindacalisti sono stati ricevuti subito dopo da Calenda. Al termine brevi considerazioni del segretario nazionale della Fim, Marco Bentivogli: l’azienda, domani, mercoledì alle 17 presenterà ai sindacati nazionali e locali il piano industriale e il businnes plan.
Il governo da parte sua vuol vederci chiaro e ha chiesto “come prerequisito” il versamento di 25 milioni di euro entro la settimana perchè sia riattivata la produzione. E Cevital avrebbe confermato “l’utilizzo di 75 milioni di nuovo equity, cioè di mezzi propri, per garantire i 500 milioni complessivi necessari alla realizzazione del piano industriale.
Si affacciano tuttavia nuovi scenari sulla possibilità di garantire la continuità nella fornitura dei semiprodotti. Potrebbero passare altri tre anni per consentire a Piombino di completare i progetti? E’ una prospettiva inquietante e il ministro, secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto garanzie sul capitale circolante per 180 milioni di euro. La risposta di Benikene? Avrebbe ufficializzato la notizia che è in corso un negoziato per la ricerca di una partnership che potrebbe portare ad una “operazione più ampia”.
E affiorano i nomi già noti, quelli che circolano da tempo. La Liberty House, secondo le recenti rivelazioni dell’agenzia internazionale Reuters, la British Steel e poi anche l’ipotesi della indiana JSW di Sajjan Jindal, che ha già puntato gli occhi sull’Ilva di Taranto. C’è comunque tutto da decidere, come ha sottolineato Mauro Faticanti della Fiom, molto riservato tuttavia sull’incontro di ieri. Prudenza espressa anche dal segretario nazionale della Uilm Rocco Palombella, che è perplesso sulle prospettive di Piombino. Ha aggiunto: “Il ministro ha detto che “Cevital intende confermare gli investimenti previsti e ha proceduto alla firma di lettere di credito per ulteriori 25 milioni per il circolante”. L’attesa è per la presa di visione del businnes plan per la conferma sulle garanzie occupazionali, anche per il prolungamento dei tempi di realizzazione del progetto. masierolivorno@gmail.com
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