Si profila Jindal sul futuro dell’acciaio a Piombino
8 Settembre 2017
Piombino, 8 settembre. Si profila Jindal south west sul futuro dell’acciaio di Piombino. La possibilità si è fatta più concreta dopo l’incontro tra il sindaco della città Massimo Giuliani con un dirigente del gruppo indiano, che ha scritto al ministero dell’economia, pronto ad investire 400 milioni di euro, di cui 120 per far riaccendere l’altoforno con le dovute garanzie ambientali, per produrre due milioni e mezzo di tonnellate di acciaio e che si sussurra abbia mostrato interesse anche per l’altro stabilimento in zona, la Magona di Arcelor Mittal. Poi la lettera del ministro dell’economia Carlo Calenda a Issab Rebrab, presidente Cevital, che in pratica lo mette in mora perché non in grado di rispettare l’accordo sottoscritto a inizio estate, con l’aggiunta chiarificatrice che indietro non si torna, perché “la mancanza di attendibilità degli impegni assunti da Cevital – ha spiegato il ministro – sono difficilmente accettabili e superabili. Per questo ritengo sia prossimo il momento di ricercare soluzioni alternative”. Infine la lettera del commissario straordinario Piero Nardi che contesta l’inadempimento degli obblighi di prosecuzione dell’attività produttiva, che è l’anticamera della rescissione del contratto con il gruppo algerino. La procedura non è ancora avviata, ma la settimana prossima a Roma al ministero è in programma un incontro cruciale di Calenda con i vertici algerini.
Il governo chiederà a Cevital di replicare alle contestazioni mosse e indagherà sullo stato di avanzamento delle trattative per la ricerca di un partner industriale. Poiché manca il piano industriale siderurgico, è interesse fare in modo che l’esperienza del gruppo algerino a Piombino si concluda al più presto. Calenda cercherà di esercitare la massima “moral suasion” per fare uscire Aferpi di scena, permettendo il subentro di un nuovo soggetto nella gestione del rilancio del polo siderurgico. E’ l’obiettivo, anche se il tragitto da compiere invita alla prudenza. Sono segnali abbastanza eloquenti per far pendere la bilancia a favore di Jindal. La soluzione indolore potrebbe profilarsi se Jsw e altri operatori indicati dai rumors (British steel, Liberty House, Voestalpine, Danieli) avessero già contattato i vertici di Cevital per un possibile accordo, che porterebbe ad una soluzione più rapida e anche più vantaggiosa per il Mise e per Cevital. Trovata l’intesa, dopo questo passaggio delicato, resterebbero da definire i contorni e le modalità da affrontare con maggiore tranquillità. Se dovesse arrivare un nuovo proprietario potrebbero essere interrotti anche gli altri due percorsi di business immaginati dal presidente di Cevital, Issad Rebrab, per Piombino, vale a dire la piattaforma agroalimentare e quella logistica. Le due iniziative non sono mai state avviate, perché ritenute da sempre successive alla definizione della mission siderurgica.
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