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2 Maggio 2024

Una riflessione sulla violenza di genere


(Marco Ceccarini) Livorno, 23 novembre 2023 – Il problema della violenza di genere esiste. Non va sottovalutato. Tuttavia, nel tentativo di risolvere questa problematica, invece di utilizzare un approccio positivo, in grado di affrontare la questione con raziocinio, negli ultimi tempi attraverso i media e la politica si sta assistendo a un’operazione sbagliata: colpevolizzare l’intero genere maschile introducendo, di fatto, una sorta di guerra tra i sessi.

L’assunto che in queste poche righe si contesta, ma che spesso sentiamo affermare in tivù o sui giornali da interlocutrici ed interlocutori per lo più improvvisati, politicanti in cerca di facile visibilità, è che gli uomini sono portatori, in quanto tali, di un’indole violenta che li fa, potenzialmente, tutti aggressivi e pericolosi. Questa idea apre inevitabilmente la strada alla contrapposizione tra maschi e femmine, mentre i due generi dovrebbero essere uniti, a partire proprio dalla lotta alla violenza sulle donne, nelle medesime battaglie sociali, culturali e dei diritti.

Al fine di giustificare la divisione tra uomini e donne si tende a descrivere la società in cui viviamo come patriarcale, imperniata cioè su un sistema sociale in cui gli uomini detengono il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà, facendo derivare la violenza sulle donne da una sorta di invidia maschile nei confronti di quella che una volta veniva chiamata “l’altra metà del cielo”.

In realtà, se è vero come è vero che ci sono uomini malvagi e feroci, possessivi ed aggressivi, è altrettanto vero che non si può generalizzare ed affermare che gli uomini sono per natura violenti e pericolosi, tanto che dovrebbero vergognarsi in quanto maschi. La maggioranza degli uomini, infatti, non commette violenza sulle donne ed anzi non commette azioni violente. Ma soprattutto, a ben vedere, questa scissione, questa contrapposizione, serve a dirottare le energie collettive dalle lotte economiche e sociali, da quella che Marx definiva “lotta di classe”, verso un conflitto di natura orizzontale il cui fine, a ben vedere, è spezzare la solidarietà tra uomini e donne.

E’ proprio a partire da un’alleanza stretta tra i generi, a partire da un’analisi del fenomeno della violenza sulle donne effettuata senza errate generalizzazioni a carico dell’intero mondo maschile, che si può trovare la soluzione a un conflitto che, come si può evincere anche dalla lettura dei sociologi Wood ed Eagly, affonda le proprie radici in ragioni che non sono solo culturali od educative bensì anche di natura biologica e biosociale.

Solo partendo dall’idea che uomini e donne devono camminare assieme, rivendicando assieme nuovi diritti che riguardano entrambi in quanto entrambi esseri umani, si può risolvere quella che oggigiorno appare come una piaga sociale. La trasposizione su un piano orizzontale di questa piaga non solo non risolve il problema, ma rischia di acuirlo, risultando anche dannosa. Ciò che andrebbe evitato, in definitiva, è proprio la divisione tra i generi perché essa indebolisce sia gli uomini che le donne facendoli arretrare anche in relazione alle rivendicazioni di natura colletiva che assieme dovrebbero fare e che non possono essere disgiunte dal giusto e comune obiettivo di affrontare e risolvere la questione della violenza maschile sulle donne.

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