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19 Marzo 2024

Un momento della videoconferenza di Ceccarini su Coccioli al Rotary (foto tratta dalla trasmissione di Itinera)

Un caminetto virtuale dedicato a Coccioli, così il Rotary Livorno ha ricordato lo “scrittore assente”


(Camelia Ceccarini) Livorno, 23 ottobre 2020 – Il Rotary club Livorno ha reso omaggio alla figura di Carlo Coccioli, scrittore livornese di cui in questo 2020 è caduto il centenario della nascita, attraverso una videoconferenza che il giornalista Marco Ceccarini, che ebbe modo di intervistarlo a più riprese alla metà degli anni Novanta, ha tenuto per i soci del club nella serata di ieri, giovedì 22 ottobre, in collegamento dalla sede della cooperativa livornese Itinera. Coccioli, che dopo una parentesi in Francia ha vissuto quasi sempre in Messico, dove è scomparso nel 2003, provò infatti a tornare a Livorno tra il 1993 e il 1995, salvo poi tornare a Città del Messico. Pier Vittorio Tondelli, negli anni Ottanta, lo definì “lo scrittore assente”.

L’incontro, o meglio il “caminetto virtuale” per dirla in gergo rotariano, è stato svolto da Ceccarini a partire dall’ebook “Ricordi diversi” (scarica gratis l’ebook) che lo stesso ha pubblicato in estate, per iniziativa di Articolo 21, assieme alla scrittrice lucchese Paola Ricci con la prefazione dell’ex assessore alla Cultura Francesco Belais che nel 2019 ha conferito la Livornina d’Oro alla memoria di Coccioli e la postfazione dell’insegnante e scrittrice Gloria Benini.

A presentare l’evento, la presidente del Rotary club Livorno, Paola Spinelli, mentre la scrittrice Benini, che ha svolto anche una breve introduzione, ha letto alcuni brani della testimonianza di Ceccarini in “Ricordi diversi” dal titolo “Il livornese assente”.

Ne è uscito il ricordo personale dell’autore che lo stesso, tuttavia, ha coniugato con un’analisi critica più oggettiva sia della vita che dell’opera di Coccioli, scrittore che tra i primi, in Italia ma non solo, ebbe il coraggio di parlare in modo esplicito nei suoi romanzi della propria omosessualità, motivo per cui, visto lo scalpore che suscitò, agli inizi degli anni Cinquanta abbandonò l’Europa per trasferirsi in Messico.

Ceccarini, stimolato anche da alcuni brani del suo racconto letti dalla Benini, ha evidenziato come l’esistenza di Coccioli, che scriveva regolarmente in tre lingue, ovvero italiano, francese e spagnolo, sia stata caratterizzata da una continua ma personale ricerca esistenziale che lo spinse ad allontanarsi dal cattolicesimo per passare attraverso l’ebraismo e l’induismo prima di approdare al buddismo con “Piccolo Karma”, la sua opera forse più famosa, alla fine degli anni Ottanta.

Ceccarini, che ha anche ricordato come lui, ragazzino, venne colpito da un “bellissimo articolo scritto da Coccioli su Livorno”, ha infine messo in evidenza che l’opera dello scrittore è stata valorizzata in questi anni dal nipote Marco Coccioli e che, proprio in occasione del centenario, quest’ultimo ha raggiunto un accordo con la casa editrice Lindau di Torino per la ripubblicazione di molte opere di Coccioli, da Ceccarini definito “livornese di Città del Messico”.

Clicca per vedere l’intera videoconferenza promossa dal Rotary

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