Antisemitismo come macchia per l’umanità, se n’è parlato a Livorno
17 Gennaio 2019
(Tonia Llantes) Livorno, 17 gennaio 2019 – L’avvocato Celeste Vichi, presidente dell’associazione Italia-Israele di Livorno, ha aperto la conferenza su “Antisemitismo e antisionismo” che si è svolta ieri pomeriggio alla Villa del Presidente di Via Marradi, relatore il professor Claudio Vercelli, docente di Storia Contemporanea all’Università Cattolica di Milano. Prima di dare la parola all’illustre accademico, Vittorio Mosseri, presidente della Comunità Ebraica di Livorno, coorganizzatore dell’incontro insieme al Circolo Giuseppe Emanuele Modigliani di Livorno, ha letto un passo della lettera scritta da Martin Luther King a un amico antisemita: “L’antisemitismo, l’odio nei confronti del popolo ebraico, è stata e rimane una macchia sull’anima dell’umanità”.
Il professor Maurizio Vernassa ha poi proseguito comunicando l’indisponibilita’ per motivi di salute del moderatore, il giornalista Franco Fazzi, affermando senza mezzi termini – da uomo gentile, come lui stesso si definisce – che si sente un militante nella battaglia in corso per l’affermazione di una società laica e civile, contro tutte le discriminazioni e ha messo in guardia dall’indifferenza e dalla paura provocate da una mistificazione imperante, i cui effetti si vedono anche in campo accademico.
Il prof. Vercelli, nato a Torino nel 1964, storico contemporaneista, autore di numerose pubblicazioni sulle tematiche dell’ebraismo, ha analizzato il problema dell’antisemitismo partendo da quelle frange del mondo studentesco universitario, soprattutto a Torino, che puntano a sminuire, o addirittura a negare, le nefandezze del nazifascismo nei confronti degli ebrei, facendosi promotori di iniziative con slogan del tipo: “Brigata ebraica: ennesima montatura pro-Israele” , “Israele e lo sfruttamento dell’Olocausto” , “La shoah è una truffa”. Messaggi che impunemente corrono sul web e che non trasmettono la conoscenza della realtà, ma solo mistificazioni fuorvianti.
L’illustre accademico definisce il web un immenso gioco di specchi dove ognuno si sente di dire quello che vuole senza assumersene la responsabilità.
Un veicolo di trasmissione di falsità, di mistificazioni, spesso orchestrate ad arte, che puntano sul nemico numero dell’umanità: gli ebrei e la loro giovane nazione, lo Stato d’Israele. Gli ebrei, visti come il male del mondo, avidi di denaro, di cui si servono per condizionare gli Stati Uniti e le politiche degli alleati occidentali. Uno strapotere finanziario da parte di una razza sparuta rispetto all’umanità intera, fonte e causa dei mali del mondo, appunto.
Israele, che opprime e schiavizza il popolo palestinese: da vittime a carnefici, alla stregua dei nazisti. Sempre nel web, spopolano vignette e disegni, come quella illustrata dal professore in una diapositiva, in cui un palestinese, riconoscibile dal caratteristico copricapo chiamato kefiah, indossa la veste a strisce dei deportati con al braccio la stella di Davide e sullo sfondo si vede il muro tirato su da Israele.
La debolezza democratica di un’Europa sempre più sgretolata facilità la rinascita dello spauracchio antisemita ed il razzismo dilagante lo rafforza. Una democrazia illiberale, monocratica non giova a nessuno, né agli ebrei né ai non ebrei.
Tanto per capirsi: non vuole svegliarsi una mattina con in casa i russi. Una battuta provocatoria, verrebbe da dire.