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30 Aprile 2024

Il corteo del 33esimo anniversario (foto Mercurio)

Trentatré anni dal Moby Prince. Rosetti: “Porre la parola fine a questa triste vicenda”


(Andrea Mercurio) Livorno, 10 aprile 2024 – Da 33 anni il disastro del traghetto Moby Prince, accaduto nella notte tra il 10 e l’11 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno, e costato la vita a 140 persone tra passeggeri e equipaggio, rappresenta per la città una ferita aperta a cui le istituzioni politiche e giudiziarie non hanno ancora saputo porre rimedio con verità e giustizia.

Anche quest’anno, in occasione dell’anniversario, in città si sono tenuti diversi eventi di ricordo a partire dalla mattina con la deposizione di una corona di fiori presso il monumento in ricordo delle vittime in Fortezza Nuova e con la funzione religiosa dedicata in Cattedrale.

Durante la commemorazione civile, oltre al sindaco Luca Salvetti, hanno preso la parola anche il deputato Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince”, e il presidente dell’associazione “io sono 141” Nicola Rosetti.

Il deputato ha portato a Livorno il saluto del Parlamento e dell’intera commissione parlamentare, la terza istituita lo scorso anno con lo scopo proseguire le indagini sulle cause del disastro. “Il lavoro che ci aspetta deve servire a portare a alla luce ciò che ancora è rimasto colpevolmente in penombra: le reali responsabilità sui ritardi nei soccorsi, sulle cose che si potevano e si dovevano fare allora”.

Nell’intervento Pittalis ha anche ricordato l’enorme sforzo portato avanti dalla città di Livorno e dalle associazioni dei familiari delle vittime: “Forse è sopratutto grazie a loro che questa rinnovata attenzione ci consente finalmente di poter raggiungere quel traguardo di civiltà, ottenere verità e giustizia”.

Sono quest’ ultime le parole chiave di questi lunghi trenta anni e sono state al centro anche degli interventi del sindaco e di Rosetti i quali hanno anche ricordato chi purtroppo ci ha lasciati durante questo percorso come Angelo Chessa, figlio del comandante del traghetto Ugo Chessa, e fino a due anni fa in prima linea per avere giustizia, o chi, come Loris Rispoli, deve adesso combattere contro una grave malattia, ma ha rappresentato e vissuto in prima persona questi trent’anni di sofferenza. Come ricordato da Rosetti: “Loris ci ha insegnato come fare questa battaglia e soprattutto mi ha insegnato a rispettare le istituzioni anche nei momenti più brutti come quando siamo stati abbandonati”.

Durante il pomeriggio cittadini e istituzioni hanno partecipato al corteo nelle vie della città e fino al porto dove sono stati scanditi i nomi delle vittime e dove sono state lanciate in mare 140 rose. Come sottolineato anche dal sindaco ogni anno che passa la fiducia nel lavoro di chi avrebbe dovuto stabilire cosa sia successo con certezza nella rada del porto di Livorno diminuisce inesorabilmente, tuttavia, rispetto alle prime due commissioni parlamentari che hanno dovuto affrontare mille ostacoli, la terza commissione avrà modo di lavorare in modo più concreto e spedito e parte da alcune certezze già stabilite. Resta invece inalterato, e così deve restare anche in futuro, il senso di solidarietà e vicinanza della città rispetto alle vittime, e alle rispettive famiglie, di quella tragedia di 33 anni fa.

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