Bonistalli, Asamar: il futuro del porto nella Darsena Europa
20 Aprile 2018
(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 20 aprile 2018. “La serie di incontri organizzati dal nostro Circolo -ha detto il presidente del “Centro”, Enrico dello Sbarba- hanno avuto sempre un riscontro concreto nella conduzione di un dibattito serio e positivo e spesso hanno privilegiato il nostro porto come elemento cardine della nostra economia, così dopo aver sentito gli spedizionieri, ci è sembrato opportuno conoscere le idee degli Agenti marittimi, per questo, stasera, è qui con noi, Enrico Bonistalli, presidente dell’Asamar di Livorno”.
Bonistalli (nella foto) ha iniziato dicendo che la sua esperienza sul Porto è molto lunga essendo iniziata nel 1979, ma oggi si vive un momento particolare nel quale “ci sentiamo vicini e condividiamo le tesi della Spedimar con la quale troviamo una unità di intenti su tanti argomenti”. Particolare perché? Perché -ha detto Bonistalli- sembra che la città qualche volta abbia voltato le spalle al porto e anche perché, altri porti, come quello di Genova, hanno avuto finanziamenti e fondi che noi non abbiamo avuto. Ma sono del parere di Italo Piccini che diceva che comunque Livorno “riesce ad emergere anche quando ci sono difficoltà”. Il punto è -ha continuato il relatore- che dobbiamo fare al più presto la Darsena Europa e che a questa realizzazione dobbiamo arrivarci in modo efficiente. Dobbiamo contrastare i traffici incentrati su Vado Ligure, e prendendo come base d’azione il Piano Regolatore, che stenta a partire, non possiamo permetterci di perdere altri traffici. L’ultima ordinanza della Capitaneria di Porto emessa dall’Ammiraglio Tarsia, ci viene incontro aumentando i pescaggi e le navi possono entrare in porto con cinquemila tonnellate in più. Ci sono anche delle situazioni negative da colmare come quella del Porto Canale per cui non si può uscire di notte, cosa che invece permetterebbe agli armatori di agire in modo migliore abbassando alcuni costi. Uno dei presenti ha chiesto il perché Livorno sia un “porto caro” e Bonistalli ha chiarito che la ragione è proprio quella di essere un Porto Canale, le navi si sono modernizzate, allargate e allungate, per cui si trovano in una area di manovra ristretta, spesso si deve lavorare fuori orario e alle 18 scattano le maggiorazioni dei costi. Inoltre l’uso costante dei rimorchiatori viene a costare un patrimonio, spesso, per ragioni di sicurezza, alcune navi hanno bisogno del doppio pilota, ed anche questo costituisce un costo. Continuando la sua relazione Bonistalli ha evidenziato che le caratteristiche attuali del porto portano a tutta una serie di negatività come l’annosa questione delle “Porte Vinciane” che non riescono a fermare, perché si rompono, il flusso di fango che entra incontrastato nel bacino. E ancora: non abbiamo più delle banchine pubbliche, non abbiamo più accosti! Il relatore ha anche ricordato che insieme alla Spedimar si è svolto recentemente un incontro con vari esponenti politici, in cui è stato detto: aiutateci, superando qualsiasi pregiudizio! Bonistalli ha anche rilevato che “Piombino non deve essere visto come un porto nemico, anzi bisogna dargli più spazi, ad esempio facendolo diventare la base delle navi che trasportano cellulosa, superando il porto spagnolo di Tarragona. Quando ci sarà la Darsena Europa si vedrà poi come far integrare Piombino con Livorno”. Intanto sarebbe “opportuno non creare allarmismi”, la “Costa”, compagnia croceristica, non va via, come qualcuno ha detto. “C’è tanto da fare -ha concluso Bonistalli- ad esempio non abbiamo le strutture ferroviarie giuste, si pensi che Voltri ha 450 metri di treno. Ma siamo fiduciosi, facendo sistema, con una unità costruttiva , si possono risolvere tutti i problemi”.
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