Confindustria: da Livorno primo allarme sulla riforma dei porti
25 Novembre 2016
(Massimo Masiero) Livorno – novembre. L’occasione era ghiotta e gli imprenditori non se la sono lasciata scappare, anche per la presenza del vice-ministro Riccardo Nencini, che è intervenuto alla prima convention della Confindustria Livorno Massa Carrara, recentemente costituita, che ha ricordato i 25 anni dalla riforma della portualità degli anni novanta, che ha cambiato la gestione dei porti. Correva l’anno 1988, infatti, quando un gruppo di imprenditori di Confindustria Livorno, congiuntamente all’Associazione delle Agenzie Marittime e delle Case di Spedizione, riuniti nel Comitato dell’Utenza Portuale, promossero, nel dicembre di quell’anno, il ricorso al Tar della Toscana, assistiti dallo studio dell’avvocato Luciano Canepa. Da quel ricorso scaturì la sentenza, il cui dispositivo costituì la base giuridica dei Decreti Prandini e poi della legge 84/94, che sancì la cancellazione dell’articolo del codice di navigazione, con l’abolizione del monopolio dei lavoratori portuali e agevolando l’apertura agli investitori e ai gestori privati di banchine e terminal. Oggi dalle storiche sentenze dei TAR della Toscana e della Liguria, il sistema portuale si trova ad interrogarsi su una nuova Riforma, certo meno traumatica ma non meno radicale di quella culminata nella legge 84 del 1994. Quindi, non è casuale che proprio da Livorno, città in prima linea 25 anni fa, commenta la Confindustria, vengono sollevati i primi interrogativi sulle modalità e le scelte della “nuova riforma”.
La prima convention annuale di Confindustria Livorno Massa Carrara, dopo il processo di fusione fra le due Associazioni, che ha visto riunirsi oggi al Teatro Goldoni gli esponenti della Portualità Italiana, ha consentito di esprimere una valutazione della nuova Riforma dei Porti, su cui permangono da parte industriale “molte criticità”, specialmente per gli accorpamenti dei porti nelle nuove Autorità di Sistema. Sono state espresse da Confindustria Livorno Massa Carrara, dal suo presidente Alberto Ricci, che non ha esitato oggi a farsi, prima tra le organizzazioni imprenditoriali in Italia, “testimone del disagio e dell’ansia che la perdurante situazione di incertezza circa i criteri applicativi, il ritardo nelle nomine dei presidenti e la solidità dell’impianto della riforma portuale varata dal governo sta suscitando nel mondo imprenditoriale”. Ricci ha anche lanciato l’idea di una “holding di territorio” per il coordinamento dei grandi progetti.
Ha inoltre espresso dubbi sulle motivazioni dell’ “aggregazione d’ufficio” fra l’Autorità portuale di La Spezia e quella di Marina di Carrara con conseguente indebolimento dell’unico sistema integrato portuale d’Italia, quello toscano; forti perplessità sul congelamento gestionale del porto di Livorno, uno dei principali d’Italia, in attesa ancora di una indicazione certa sul nome del suo presidente, con rischi cogenti anche sugli investimenti in nuove infrastrutture ed ha fatto la richiesta di convocazione urgente dell’Osservatorio sulla Continuità territoriale marittima per l’Isola d’Elba per dirimere il contenzioso tutt’ora in atto sulle tariffe e sui criteri di assegnazione degli slot ed evitare i rischi derivanti da monopoli. E lo ha fatto “ricordando i venticinque anni trascorsi dalla grande riforma dei porti italiani, che sancì la cancellazione del monopolio dei lavoratori portuali e l’apertura agli investitori e ai gestori privati di moli, banchine e terminal; quella contrappuntata da sentenze di Tribunali, Tar nonché dalla Corte di giustizia europea, che determinò un recupero di competitività senza precedenti nella storia dei porti italiani”.
Secondo il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, la crisi del territorio, che riguarda comparti importanti come quello delle cave di marmo, o le incertezze della siderurgia, con il risultato di tassi di disoccupazione e di disoccupazione giovanile troppo alti (37% a Livorno e 59,8% per Massa Carrara), richiedono alle imprese e a Confindustria di non abbassare la guardia, specie sul fronte degli investimenti e delle opere pubbliche.
Di qui anche un’attenzione particolare sui porti. Nell’interrogarsi sulle motivazioni “non note” dell’accorpamento di Marina di Carrara con La Spezia, Confindustria ha posto l’accento sugli effetti negativi derivanti dallo smembramento del sistema portuale toscano e del sistema economico che gravita sui porti. Ha poi denunciato lo stallo nella nomina del presidente di Livorno che sta sortendo l’effetto di condannare il porto a una ordinaria amministrazione con grave pregiudizio sugli investimenti previsti per Marina di Carrara, Livorno e Piombino.
Sul tema della riforma portuale hanno focalizzato l’attenzione i partecipanti alla tavola rotonda, facendo emergere alcuni dati importanti. Nereo Marcucci, presidente di Confetra, pur elogiando il meccanismo decisionale centrale sulle scelte di investimento infrastrutturale si è interrogato sui perché dei ritardi nella nomina dei “drivers” ovvero i presidenti che dovranno guidare le nuove autorità di sistema.
Marco Conforti, presidente di Assiterminal, ha a sua volta puntato l’attenzione sulle distonie nei tempi fra quadro istituzionale e necessità dei privati che – ha sottolineato – stanno investendo più di un miliardo di euro nei porti, ma che nel solo porto di Genova vedono bloccati da burocrazia e problemi amministrativi ben 347 milioni.
Il presidente di Fedespedi Roberto Alberti ha sottolineato le difficoltà reali di coordinamento della catena logistica.
Infine il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, ha posto l’accento sul ruolo chiave che dovrebbe essere svolto dai manager pubblici in un sistema burocratico che spesso scoraggia il “fare” e penalizza chi si assume responsabilità.
Ha concluso i lavori il vice ministro ai trasporti Riccardo Nencini che, nel sottolineare la necessità di costruire piattaforme economiche e quindi logistiche più competitive, ha puntato l’attenzione sulla creazione di una reale sinergia, che oggi non esiste, fra pubblico e quei privati che oggi rappresentano parte predominante per quanto riguarda gli investimenti sia nei porti sia negli aeroporti. In particolare si è impegnato per la dorsale tirrenica, da Rosignano verso sud e sul tratto stradale di collegamento con Piombino porto e sui finanziamenti in corso. Ha espresso anche la convinzione che la scelta del nuovo presidente dell’Autorità Portuale di Livorno Piombino sarà attuata entro la seconda settimana di dicembre
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