Dissalatore sì, dissalatore no, le ragioni di Asa e Comitato a confronto sull’impianto dell’isola d’Elba
12 Febbraio 2022
(Stefano Bramanti) Portoferraio, 12 febbraio 2022 – Dissalatore si dissalatore no. Era il 1997 quando alla Comunità Montana dell’Isola d’Elba, ora non più esistente, venne tirato fuori il tema del dissalatore, forse già introdotto anche prima. Si voleva piazzarlo a Pomonte, poi a Marciana Marina, prima che si arrivaste a decidere di farlo al Lido di Capoliveri. Per cui è giunta al top la sfida tra Ait, Autorità idrica della Toscana e Asa (Azienda servizi ambientali) , favorevoli all’attuazione e il Comitato per il No di Mola e il Lido, unitamente al comune di Capoliveri. Un braccio di ferro che tutt’ora che cresce e quindi è sembrato opportuno ricapitolare la situazione, per dare la possibilità agli elbani di riflettere sulle due linee esistenti. Abbiamo perciò interpellato gli interessati e pubblichiamo qui di seguito i decaloghi di entrambe le parti. Ognuno di loro ha detto le proprie 10 motivazioni per il si e per il no. Di certo il dibattito non potrà essere eterno, nonostante le resistenze del Comitato e del comune di Capoliveri e un vincitore alla fine ci sarà. Tra i motivi del si ci sono gli altri dissalatori esistenti in tre isole dell’Arcipelago Toscano ben funzionanti e che la costruzione non è affatto inquinante; per gli oppositori non s’ha da fare perché ha un grande impatto ambientale, si produce la cosiddetta salamoia che va in mare, e sono milionarie le spese per crearlo a fronte, a loro dire, di un impianto che non risolve viste le grandi perdite di acqua delle tubazioni elbane, quasi del 60%.
Questi i dieci motivi per fare il dissalatore secondo l’Asa
Il dissalatore può produrre sempre fino a 2.500.000 Mc di acqua potabile l’anno, rispondendo alle esigenze estive visti i picchi di presenze turistiche: l’acqua del mare è inesauribile. L’investimento dell’impianto è interamente finanziato
Fuori dall’estate permette di ridurre il prelievo di acqua dalle falde
dell’Elba e della Val di Cornia, fino a 2.000.000 di mc ad anno, permettendo il ricarico naturale delle falde nei periodi di siccità.
3. Migliorerà la qualità dell’acqua distribuita sull’isola perché l’acqua desalinizzata, miscelandosi con quella dei pozzi di Mola, ricchi di sali, sarà pronta per l’uso, evitando costosi processi di reintroduzione di sali.
4. L’acqua sarà molto più gradevole nei periodi estivi sempre grazie alla corretta miscelazione dell’acqua prodotta con quella dei pozzi di Mola, senza nessun rischio per la salute come ha dichiarato l’Istituto Superiore di Sanità.
5. L’isola potrà gestire al meglio qualsiasi emergenza. In caso di guasti importanti alle tubazioni principali dell’isola sia nelle crisi ai pozzi principali e soprattutto in caso di rottura reversibile della condotta sottomarina o di una sua manutenzione, senza evacuare l’isola.
6. La localizzazione dell’impianto è ottimale in quanto il dissalatore si troverà vicino alla dorsale idrica principale, alla quale si allaccerà e si torva nei pressi dei pozzi di Mola con i vantaggi illustrati nei punti 3 e 4.
7. Il dissalatore aumenta il livello e l’affidabilità del servizio e Capoliveri avrà una doppia alimentazione, collegandosi alla nuova tubazione di collegamento del dissalatore, già realizzata, e la vecchia dorsale.
8. Minore consumo energetico. Il 50% dell’acqua che arriva a Mola, per continuare
verso Portoferraio, viene prelevata ad oltre 30 Km ad est dalla costa di Piombino sud. Tali operazioni comportano un consumo energetico superiore a quello del dissalatore.
9. L’impianto è compatibile con l’ambiente, non danneggerà il mare e le acque di restituzione saranno riconsegnate a 1700 m di distanza dalla spiaggia e a 42 di profondità, dove non esiste Posidonia. Le acque di restituzione del dissalatore, saranno miscelate con lo scarico del trattamento appropriato delle acque reflue di Lido. Tale soluzione, diminuirà la salinità ancor prima della restituzione in mare.
10. il dissalatore dell’Isola del Giglio, dimostra come si possa produrre acqua in sicurezza e in modo sostenibile, come a Capraia e Giannutri.
Queste le dieci argomentazioni contrarie del Comitato per il No
1. Ait e Asa dicono che il dissalatore sarà rispettoso dell’ambiente, ma guarda caso sappiamo che si sono fatti un decreto regionale per evitare che il progetto di costruzione dell’impianto al Lido sia soggetto alla “Valutazione di Impatto Ambientale”.
2. Asa ha dimostrato, il fatto è stato sotto gli occhi di tutti, di non essere capace di portare a termine certi loro progetti, come testimonia il fallimento dell’invaso del Condotto a Portoferraio, che non è riuscito e ha prodotto un presunto danno erariale di oltre 1 milione di euro.
3. I residui della desalinizzazione, la cosiddetta “salamoia, che si produce per dIssalare l’acqua marina, risultano essere tossici e una volta rilasciati in grande quantità in mare, inquineranno gli ecosistemi costieri.
4. L’acqua dissalata ha contenuto salino molto limitato e va saputa mineralizzare per garantire la migliore acqua destinata al consumo umano e il progetto Asa non fornisce tale garanzia.
5. Da uno studio israeliano si evince una statistica di aumento delle malattie cardiologiche del 6% per le popolazioni che consumano acqua rimineralizzata.
6. Il dissalatore avrà un pesante impatto ambientale per essere costruito e inoltre sulla spiaggia del Lido, davanti alla pizzeria Il Doge, sarà creata una stanza sotterranea in calcestruzzo armato per alloggiare delle pompe che serviranno al sistema, alla profondità di 3,5 m e tale creazione sottrarrà spazio anche in superficie, in un’area non in concessione accrescendo l’impatto negativo della costruzione.
7. Qualunque cittadino elbano oggi chieda di allacciarsi all’acquedotto con proprio contatore, riceve risposta negativa dai funzionari Asa, che condizionano la realizzazione dei nuovi allacciamenti solo al periodo successivo alla realizzazione del dissalatore.
8. E’ stato dimostrato scientificamente che per funzionare il dissalatore ci vorrà un’enorme quantità di energia elettrica, pari circa alla metà di quella richiesta normalmente dall’intera isola in un anno e quindi ci saranno aggravi di spesa in bolletta, per tutti gli isolani.
9. Il dissalatore non è finanziato totalmente e ben il 40% dei 14,56 milioni di euro del costo per realizzarlo, saranno a carico di noi cittadini.
10. E’ delittuoso insistere nella realizzazione di un progetto imposto contro la volontà di una larga parte di isolani e delle istituzioni elbane. Infatti abbiamo avviata la nostra petizione e in pochi giorni. sul nostro sito, siamo quasi a 2000 adesioni del no dissalatore e la sottoscrizione prosegue.
(Redazione) Livorno, 9 febbraio 2022 – Sono anni che all’Elba vengono denunciate le carenze del presidio ospedaliero dell’isola, situato a Portoferraio, ma le doglianze della cittadinanza sono spesso non ascoltate dall’azienda Usl Toscana nordovest. Così gli oltre 30 mila residenti, secondo quanto denuncia il comitato Elba Salute, sono costantemente vittima delle carenze sanitarie che costringono ad andare a Piombino, dove la situazione non viene ritenuta particolarmente migliore, oppure a Cecina o Livorno, cioè molto distante. Oltretutto l’Elba, fa notare il comitato, durante l’estate arriva a contare oltre 300 mila persone.
La denuncia di Elba Salute evidenzia una “situazione inaccettabile”. L’ennesimo evento che ha messo in difficoltà l’ospedale di Portoferraio si è verificato domenica scorsa, 6 febbraio, quando un bambino si è fratturato il polso in un’ordinaria caduta giocando con gli amici.
“In un posto normale si dovrebbe andare in ospedale ed uscirne poco dopo con il polso ingessato”, evidenzia il comitato Elba Salute. “No, non all’isola d’Elba. All’ospedale di Portoferraio ci sono solo due ortopedici, entrambi assenti quella domenica, compreso il medico reperibile, assente giustificato. Il problema non risiede nell’assenza dei due sanitari, quanto nella mancanza di organico. La pianta organica prevedrebbe, infatti, il doppio di ortopedici, ben quattro”.
Il comitato Elba Salute sottolinea inoltre che chi vive sull’isola è stanco di disservizi, mancanza di personale ed apparecchiature rotte, come quella per la panoramica ai denti, fuori servizio da molto tempo, affermando che non è concepibile costringere le famiglie a fare un’ora di traghetto, un’ora di auto per raggiungere Livorno, nella migliore delle ipotesi, se vivono già a Portoferraio, altrimenti a queste tempistiche va sommato il tragitto per raggiungere uno dei porti dell’isola. Una volta nel capoluogo, poi, le famiglie elbane in ‘trasferta sanitaria’ devono anche pagare un alloggio per il solo lusso di essere curate.
“Che dire? Un plauso alla gestione regionale per continuare a lasciare l’isola d’Elba e gli isolani soli e mal accompagnati”, concludono al comitato Elba Salute.
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