Il solstizio d’estate di Paolo Pasquinelli, artista-biologo, a Ferrara
27 Giugno 2017
Livorno, 27 giugno. Paolo Pasquinelli, artista contemporaneo e biologo ha partecipato a Ferrara nel Palazzo Scroffa alla recente rassegna, curata da Francesca Mariotti sulla tematica del Solstizio d’estate. All’artista livornese, da oltre un trentennio immerso nell’arte contemporanea, o meglio nella “total art”, abbiamo chiesto il motivo della sua presenza nella città estense.
D. Perché proprio Ferrara come luogo della mostra ?
R. Si tratta di una città, Ferrara, a cui sono legato in virtù di una precedente presenza in una mostra di scultura del 2008. Partecipai con un bronzo “Frattali” eseguito a cera persa. Il successo e la considerazione che ricevetti mi hanno indotto, dopo quasi dieci anni, a raccogliere l’invito. Mi stuzzicava il verificare se fosse possibile il ripetersi di una situazione emotiva analoga a quella del 2008. Fatto questo che è avvenuto.
D. Ci descrive la location che da quel che sappiamo non è una galleria.
R. Infatti si tratta di un palazzo cinquecentesco tipico dell’ epoca Estense restaurato e ottimamente conservato dai proprietari Scroffa (famiglia nobiliare) al cui interno e nel giardino si svolgono eventi culturali ed espositivi di notevole spessore.
D. Che cosa ha esposto ?
R. Tre tele di ragguardevoli dimensioni e due incisioni a colori eseguite in multilastre. Si è trattato quindi di una personale in contemporanea, così la potrei definire.
D. Quali tematiche e soggetti ha rappresentato?
R. Le tematiche dei dipinti e della grafica sono state in linea con il titolo che la curatrice ha voluto dare alla mostra: “Ed è Estate”. Quindi opere solari con riferimenti ambientali e naturalistici che fanno parte del mio fare arte e vivere. Tele in tecnica mista con collage di libellule fotografate nel loro habitat, un bosco informale con velate presenze di animali e un getsemani spiccavano tra le pareti. Infine due incisioni a colori – frammenti sospesi e libellula nera- hanno completato l’esposizione in una delle “stanze” antiche del Palazzo Scroffa.
D. Cos’altro pensa sarebbe stato utile per dare maggior significato alla sua presenza?
R. Senza dubbio sono mancati sia un’installazione e una performance che sono solito inserire ad ogni mia mostra. A dire il vero questa è stata l’unica nota stonata della mia presenza che si è risolta in una mera seppur apprezzatissima esposizione di opere. La curatrice si è proposta di vedermi all’opera in seguito, ma ci vogliono da parte mia motivazioni forti per spingermi a farlo.
Nelle foto da sin: Foresta, Libellule, sotto da sin: Oliveta Assisi, Grafica.
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