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18 Aprile 2024

Livorno, sindaco Nogarin: il 2017 e i progetti futuri per una città d’eccellenza


Livorno, 22 dicembre. Il sindaco Filippo Nogarin ha tenuto nella mattinata di oggi, venerdì 22 dicembre, la tradizionale conferenza stampa di Fine Anno.
E’ stata l’occasione per tracciare, insieme agli operatori della comunicazione del territorio, un bilancio dell’attività svolta dall’Amministrazione Comunale nel corso dell’anno e per comunicare i progetti futuri. Presenti i dieci assessori con segretario generale e dirigenti di dipartimento.
Questo il testo integrale del discorso del Sindaco:
“Buongiorno a tutti e benvenuti alla tradizionale conferenza stampa di fine anno, che stavolta sarà un po’ meno tradizionale del solito. Intanto per la location: niente sala delle Cerimonie in Comune, ma il Cisternino di città. E il motivo è semplice: questo è il luogo della condivisione e oggi noi intendiamo condividere con voi e con tutta Livorno quello che abbiamo fatto in questi 12 mesi e soprattutto le priorità per il prossimo anno.
L’altra novità è che farò un intervento introduttivo necessario a valorizzare i principali risultati raggiunti nel 2017 e indicare la direzione in cui intendiamo andare nel 2018. Dopodiché ciascun assessore avrà 3 minuti per raccontare quale sarà il filo conduttore che guiderà la sua azione il prossimo anno e quali le partite che intenderà portare avanti per proseguire nel percorso di cambiamento della città.
Il senso di tutto questo è presto detto: amministrare una città è un lavoro di squadra e per quanto ci sia un sindaco, che è quello che poi si prende gli avvisi di garanzia, la responsabilità nei confronti dei cittadini per le cose buone e per quelle meno buone ce la prendiamo tutti quanti, ogni singolo giorno. E dunque anche oggi ci mettiamo tutti quanti la faccia. E poi è un modo per tenervi svegli un po’ più a lungo.
E’ inutile stare a girarci attorno: l’anno che ci stiamo per lasciare alle spalle entrerà purtroppo nella storia. Perché quello che è accaduto il 10 settembre scorso per quanto mi riguarda ha cancellato ogni traccia di tutto quello che è successo prima. La nostra città è stata spezzata in due dalla furia dell’acqua e ciò che grida vendetta è che siano state spezzate anche 8 vite di nostri concittadini.
Da quel colpo ci siamo rialzati grazie al grande cuore dei livornesi, che prima si sono rimboccati le maniche per dare una mano ai loro concittadini in difficoltà. Poi, insieme a migliaia di persone sparse per tutto il Paese, hanno messo mano al portafogli, dando vita a una vera e propria gara di solidarietà.
L’imponente mole di donazioni arrivate da ogni angolo della penisola sono tra le poche risorse già pronte per essere utilizzate per aiutare i cittadini che oggi a distanza di 3 mesi e mezzo sono ancora in difficoltà.
Quello che mi sento di garantire qui e ora è che nemmeno un euro di questo tesoro solidale verrà sprecato. Abbiamo già riunito attorno al tavolo tutti i soggetti caritatevoli e le associazioni che si sono date da fare per raccogliere i fondi e abbiamo deciso di coordinare l’utilizzo di queste risorse in modo da evitare di disperdere energie in questa fase così delicata per centinaia di nostri concittadini.
E’ del tutto evidente, però, che la mia preoccupazione va al futuro: non possiamo avere la certezza che un evento così non si ripeta mai più, anzi.
La domanda a questo punto è: cosa dobbiamo fare per permettere a Livorno di rimanere salda di fronte a fenomeni di questa violenza? Le risposte sono due a mio avviso: prevenzione e riduzione del rischio. Il primo è un lavoro culturale e capillare che abbiamo iniziato da tempo, ma che deve essere ulteriormente implementato, per informare i cittadini sulle procedure da seguire in caso di allerta meteo e sui comportamenti da evitare ad ogni costo.
La seconda misura è più complicata, ma ancor più urgente. Per decenni la città si è mangiata la campagna circostante andando quasi a sfiorare le colline che si trovano alle nostre spalle. Si è costruito troppo e senza criterio e si è costruito là dove non si sarebbe dovuto costruire.
A questo punto sono necessarie delle contromisure immediate. Le casse di espansione devono essere ripensate e adeguate nel più breve tempo possibile, invece di stare a perdere tempo con progetti campati per aria e propositi di stombamenti difficilmente realizzabili, specie nel breve periodo.
Bisogna piuttosto mettere dei paletti rigorosi per impedire che sorgano nuove abitazioni nelle aree a rischio e che il cemento si mangi le nostre colline che sono una difesa naturale in grado di rallentare la velocità dell’acqua.
Ed è quello che stiamo facendo attraverso il nuovo piano strutturale che vedrà la luce il prossimo anno: questo sarà lo strumento di pianificazione territoriale più importante per disegnare la Livorno di domani. Una città che si lascerà definitivamente alle spalle la stagione delle varianti urbanistiche che in troppi casi hanno finito per violentarla. Ma quella delle varianti non è l’unica stagione che ci siamo lasciati alle spalle. La cosa più importante è che questa amministrazione ha rotto con l’immobilismo del passato. Ci potrete accusare di tutto, ma certo non si può dire che non abbiamo avuto il coraggio di mettere in atto dei cambiamenti. In alcuni casi abbiamo sbagliato, in altri abbiamo dovuto correggere la rotta di alcuni progetti, in particolare per quanto riguarda la viabilità, ma di certo nessuno potrà dire che non stiamo cercando di imprimere una svolta alla città. E lo stiamo facendo seguendo una linea precisa: mettere ordine laddove fino ad ora regnava il caos, o meglio l’anarchia più totale. Ecco perché la parola chiave che ho scelto come bussola per l’azione del prossimo anno è: coraggio.
Il coraggio prima di tutto di rialzare la testa dopo il disastro e mettersi tutti in gioco per far ripartire Livorno. Ma anche il coraggio di fare scelte impopolari, il coraggio di rompere con gli stereotipi che troppo spesso hanno ingessato e ingessano questa città.
Il coraggio di cambiare, insomma.
I semi del cambiamento sono stati piantati. Penso al regolamento del commercio, con i nuovi piani d’ambito e le nuove regole sul decoro che puntano a migliorare anche l’impatto visivo della nostra città.
Penso al regolamento degli annessi agricoli, che ci permetterà da un lato di demolire le strutture abusive spuntate come funghi sulle colline livornesi ma dall’altro di permettere a chi vuole mettersi in regola, di creare piccoli manufatti in legno utili anche a sviluppare un’agricoltura amatoriale necessaria per la difesa del suolo e la manutenzione del Territorio.
Penso alla nuova politica della sosta che debutterà, nonostante i mille intoppi e ritardi, a gennaio.
E penso poi alle nuove linee guida che abbiamo approvato per quanto riguarda le riqualificazioni delle baracchine sul lungomare.
Tutti semi che germoglieranno nel corso del 2018, permettendoci di raccogliere i frutti di un lavoro complesso, lungo, ma puntuale, chiaro e deciso.
Lo sapete meglio di me, un’altra stagione ormai finita è quella delle vacche grasse. Quella in cui nessun sindaco doveva preoccuparsi del bilancio perché gli introiti erano garantiti dall’Imu prima casa e i tagli ai trasferimenti statali non erano nemmeno nel campo delle ipotesi.
Ora non è più così: la coperta è corta e quindi alla politica spetta il compito di fare delle scelte. Scelte che identificano quali sono le nostre priorità e noi su questo abbiamo le idee molto chiare.
Una di queste è senza dubbio la scuola. Sapete quanto spendeva il Comune nel 2013 per le manutenzioni ordinarie e straordinarie di asili e materne? Un milione e duecentomila euro. Sapete quanti ne abbiamo spesi noi nel 2016? Oltre tre milioni e altrettanto nel 2017. Bisognerebbe ricordare più spesso questo dato. La manutenzione del patrimonio edilizio scolastico è infatti una questione dannatamente seria, che riguarda la sicurezza dei nostri bambini e cioè del nostro futuro. Noi stiamo facendo enormi sforzi ma per sanare problemi storici e annosi, occorrerebbe un piano straordinario di investimenti da parte del governo. E lo dico al futuro presidente del Consiglio, che ovviamente sarà cinque stelle. Questa deve essere una delle prime cinque priorità per tutti noi.
Così come lo deve essere il contrasto alla povertà e al disagio sociale che nelle realtà economicamente in difficoltà come quella di Livorno, che registra ancora un tasso di disoccupazione di circa il 10,8%, praticamente in linea con quello del 2014. Io colgo l’occasione, l’ennesima, per lanciare un appello all’Autorità portuale affinché sblocchi la partita dei bacini di carenaggio e riapra la gara. I tempi sono quanto mai maturi e quella rappresenta una valvola di sfogo occupazionale immediata, di cui sembrano finalmente essersi accorti persino i sindacati che fino ad ora su questo tema avevano inspiegabilmente remato in direzione opposta. Meglio tardi che mai.
In ogni caso, è inutile prendersi in giro, la crisi morde ancora e continuerà a farlo. Per questo è fondamentale non abbassare la guardia e potenziare le misure di sostegno al reddito e di assistenza a chi è in difficoltà. Noi lo abbiamo fatto aumentando del 2% rispetto allo scorso anno la spesa per il sociale e abbiamo ampliato la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza.
Una misura che nel 2016 era sperimentale ma che ora è diventata strutturale e questo ha attirato l’attenzione di numerosi media stranieri. Sono venuti a intervistarmi dalla Russia, dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti e da Israele per approfondire i contenuti e i benefici del reddito di cittadinanza.
E alla fine persino il governo italiano si è accorto della sua efficacia e ha introdotto qualcosa di molto simile: prima il Sostegno all’inclusione attiva e ora il Reddito all’inclusione attiva.
L’altra grande priorità in questa città sono i lavori pubblici. Ciò che abbiamo deciso di fare è cercare di dare un’anima ai troppi non luoghi che ci sono a Livorno. Pensate a piazza Guerrazzi, a piazza II Giugno o all’area di fronte al Cisternone. Tutti non luoghi che presto cambieranno faccia. Così come accaduto per piazza Garibaldi che inauguriamo domani e per piazza Attias, che abbiamo riaperto interamente solo poche ore fa e che rappresenta un passaggio in continuità tra via Marradi e piazza Mazzini. Due aree che nel 2017 hanno recuperato l’identità che avevano perduto nel passato.
Frammenti di una rigenerazione urbana che diventerà sistematica dal prossimo anno. Il 2018 sarà infatti un anno di cantieri, che significa per prima cosa lavoro, ma anche disagi per la viabilità. Lo dico già oggi ai cittadini, abbiate un po’ di pazienza. Questi interventi serviranno a ridisegnare la Livorno di domani. Una città più bella, inclusiva, sicura, attrattiva per i turisti e vivibile per i livornesi.
Una rivoluzione urbanistica coraggiosa quanto necessaria. Così come necessario è un altro intervento che abbiamo messo in cantiere lo scorso anno e che realizzeremo compiutamente a primavera: il restauro complessivo della Terrazza Mascagni, il vero simbolo della nostra città, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. L’ho detto lo scorso anno e lo ripeto oggi: se Livorno riesce a vincere la sfida della riconversione in chiave turistico ricettiva, allora avrà davvero la possibilità di risollevarsi definitivamente.
Insomma. Scuola, Occupazione, Lavori pubblici, Turismo. E la nostra quinta stella polare non può che essere l’ambiente. Le recenti notizie che arrivano dalla procura che sta indagando sul traffico di rifiuti e sugli smaltimenti illeciti mi spingono a un ragionamento chiaro e preciso.
Anche in questo campo ci vuole coraggio e noi stiamo dimostrando di averlo. Con l’introduzione del porta a porta stiamo aumentando vertiginosamente le percentuali di raccolta differenziata in città.
E questo significa che stiamo ponendo le basi per affamare l’inceneritore di Livorno, le cui ceneri sono uno dei materiali più pericolosi da smaltire e che, non certo per colpa nostra, finivano proprio in una delle due aziende attualmente sotto indagini. Alcuni cittadini, pochi per la verità e spesso strumentalizzati, stanno protestando per questo nuovo sistema di raccolta rifiuti, adottato in larghissima parte dei Comuni italiani. Noi non intendiamo arretrare di un millimetro perchè siamo convinti che la direzioni intrapresa sia quella corretta. Così come è sacrosanto aver iniziato a mettere i proverbiali soldi nel porcellino, per usare un’espressione cara al presidente di Aamps. Soldi necessari a portare in fondo l’operazione pratino di cui qualcuno in passato ha riso, ma che rappresenta l’unico, vero modo per sganciare Livorno da un modello di gestione dei rifiuti vecchio, dispendioso e velenoso.
Anche per questo ci vuole coraggio e noi, questo ormai lo sapete, ne abbiamo da vendere.
Come avete visto nelle ultime settimane con i numerosi tagli di nastro, stiamo finalmente cominciando a raccogliere i frutti di quanto abbiamo seminato nei primi tre anni alla guida della città. Nei prossimi 18 mesi tanti altri progetti andranno in porto e tutti noi livornesi potremo toglierci tante altre soddisfazioni.
Ma ve lo dico ancora una volta con grande chiarezza: noi non abbiamo alcuna intenzione di smettere di seminare. Lo abbiamo fatto fino ad ora e continueremo a farlo nei prossimi anni, nell’interesse esclusivo dei cittadini di Livorno”. Successivamente sono intervenuti i dieci assessori per le loro rispettive competenze. (nella foto di Donatella Nesti Nogarin e assessori).