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29 Marzo 2024

Nogarin sfoglia la margherita: rimango, ma non escludo di lasciare


(Massimo Masiero) Livorno, 22 gennaio. Filippo Nogarin nuova versione. Era da poco tornato dalla tre giorni di Pescara, dove i 5Stelle hanno reso note le loro venti proposte programmatiche per le elezioni del 4 marzo. Lì il Filippo amaranto aveva scatenato la curiosità del mondo politico nazionale, dopo che Corriere della Sera, Stampa e Repubblica, avevano pubblicato la sua intenzione di non ricandidarsi a sindaco nel 2019 per le cinque ipotesi di reato (una ancora è sconosciuta) e la ventina o più di querele che lo hanno colpito (curiosa quella sul canto dell’upupa) ed ecco che riposiziona la sua versione dei fatti. “Non è ancora tutto deciso, non si può escludere, non è certo che alle prossime Amministrative mi ripresenti”. Ha precisato a giornalisti e Tv locali, che premurosamente e per evitare equivoci hanno riscritto e ritrasmesso il Nogarin-pensiero. Un tira e molla che rischia di sconfinare nel grottesco, se non fosse che un sindaco di portata pentastellata, uno dei tre più sotto gli occhi delle cronache nazionali rischia, come già è stato detto da esponenti politici del Pd, di apparire come colui che se ne infischia dell’elettorato, che a Livorno lo ha votato con sentimento e convinzione. La nuova versione è la dimostrazione di uno stato d’animo che nessuno ha mai dubitato. Un travaglio umano comprensibile, che si unisce probabilmente anche al tentennamento e alle incertezze del primo cittadino di fronte ad una non esaltante “promenade” amministrativa, che è avvertita ormai da tempo, forse apparsa più impegnativa del previsto, con una maggioranza risicata e un gruppo forse inquieto più dell’immaginato. Tutte realtà che il primo cittadino ha dovuto valutare per potersi muovere con circospezione e per non vanificare i già delicati equilibri interni al movimento. Anche nell’ultimo consiglio comunale affermò con poche, chiare e convinte parole, malgrado fosse stato raggiunto dall’accusa di omicidio colposo plurimo nell’ambito dell’indagine sull’alluvione del 9 settembre, che non avrebbe abbandonato la nave comunal-amministrativa di cui è al comando dal giugno 2014, fino all’approdo in porto nel 2019. Annuncio che era stato duramente commentato dall’opposizione che chiedeva “un passo indietro”, ma che non aveva esaltato più di tanto. I dubbi e incertezze invece sono giunti in quel di Pescara, davanti agli inviati delle tre grandi testate nazionali. Ed ecco che la bomba mediatica è esplosa. Come si conviene ha fatto il giro del circo politico nazionalpopolare: Nogarin sulla cresta dell’onda. Un colpo ad effetto, che lo deve esser stato fin troppo se al ritorno dalla “fabbrica delle idee” in riva all’Adriatico, incalzato nuovamente dalla stampa, questa volta locale, si è affrettato a precisare che tutto ancora è da decidere, anche se nulla è da escludere. Forse nel tragitto verso casa il profumo di salmastro della scogliera livornese è servito da salvifico ripensamento o forse dal vertice 5Stelle gli è stato consigliato di meditare ancora prima di decidere sul suo futuro politico. Intanto l’attenzione mass-mediatica è ancora desta, le luci delle telecamere sono pronte a riaccendersi. Il volto e le parole di Nogarin sono sui social. In attesa di una sua nuova esternazione. masierolivorno@gmail.com