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27 Luglio 2024

Onida su Mattarella: “Scelta impropria”


Livorno, 28 maggio – Non è certo un pentastellato e tantomeno un leghista, eppure Valerio Onida, uno dei maggiori costituzionalisti italiani, non ha dubbi nel definire “impropria” la decisione presa ieri, domenica 27 maggio, dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in merito al veto posto sul nome dell’economista Paolo Savona a cui sarebbe dovuto andare il ministero dell’Economia nel governo di Giuseppe Conte che, proprio a seguito del veto posto da Mattarella, ha rimesso l’incarico.

Onida, docente emerito di Diritto costituzionale all’università Statale di Milano, nel biennio 2004-05 è stato presidente della Corte Costituzionale. In un’intervista rilasciata a Class Cnbc e rilanciata da Milano Finanza, il professore emerito afferma che “Mattarella è arrivato a interpretazioni della Costituzione che, secondo me, non sono giuste” ed aggiunge che il presidente della Repubblica si è opposto a Savona “per ragioni politiche”. Il governo di Conte doveva essere sostenuto da Cinque Stelle e Lega.

Nonostante la critica verso Mattarella sia forte e chiara, tuttavia, secondo Onida non vi sono gli estremi per l’impeachment ai danni del presidente come invece richiesto da Cinque Stelle e Fratelli d’Italia. Ma il governo, precisa Onida, “non è una dipendenza del capo dello Stato”. E si esprime anche sull’inopportunità di affidare a Carlo Cottarelli un governo destinato a non avere la fiducia del Parlamento, affermando che “sarebbe più corretto fare subito nuove elezioni”

Riproponiamo l’intervista così come rilanciata da Milano Finanza.

Professor Onida, il primo partito del Paese, il M5s, già invoca l’impeachment per Mattarella: c’è il rischio di uno scontro istituzionale?

“L’articolo 90 della Costituzione prevede che nei casi di alto tradimento o attentato alla Costituzione il presidente della Repubblica possa essere messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta dei suoi membri. In questo caso non siamo di fronte a una possibilità concreta di messa in stato d’accusa. Il presidente Mattarella ha esercitato al limite delle sue prerogative uno dei suoi poteri, arrivando a interpretazioni della Costituzione che secondo me non sono giuste. Ciò detto non parlerei di messa in stato d’accusa, non è questa l’ipotesi in campo”.

E dunque come giudica il comportamento di Mattarella?

“La scelta di Mattarella di impedire la formazione di un governo dopo una lunga trattativa tra i due partiti (Lega e Cinque Stelle, ndr) mi ha sorpreso, mi sembra abbastanza impropria. Nel nostro sistema la formazione dei governi dipende essenzialmente dalla presenza o meno di una maggioranza in Parlamento. Il governo non è una dipendenza del capo dello Stato, bensì una dipendenza del suo Parlamento, della sua maggioranza. Non dare vita a un governo per la presenza di una persona e le possibili idee politiche che potrebbe portare avanti, mi sembra andare al di là di ciò che dice la Costituzione quando parla della formazione di governo”.

Poteva o non poteva Mattarella rispedire al mittente la proposta di Savona come ministro dell’Economia e delle Finanze?

“Sul piano strettamente giuridico può dire ‘io non firmo’. Ma guardiamo alla logica del sistema: il presidente della Repubblica ha fatto un lungo giro di consultazioni per verificare l’esistenza di una maggioranza. Alla fine la maggioranza è emersa: i suoi esponenti hanno concordato una certa ipotesi di governo, invocando rigidamente la necessità di nominare Savona. Di fronte a questo il capo dello Stato si è opposto per ragioni politiche, non personali. A mio parere Mattarella è andato contro l’idea che il nostro sistema è un sistema parlamentare. Se Mattarella avesse avuto obiezioni in merito al programma di governo, avrebbe potuto farlo presente, rilevando aspetti di incostituzionalità. Ma non si è opposto per nulla al contratto di governo. Si è opposto solo a una persona, temendo che potesse mettere in pericolo la stabilità dei mercati finanziari, e la difesa dei risparmiatori”.

E non è corretto?

“Così facendo si dà ai creditori dello Stato un potere immenso, che va al di là delle obbligazioni di un debitore. Un debitore non può diventare così politicamente asservito da accettare ingerenza sulla maggioranza. In questo caso mi sembra sia andato un po’ troppo oltre”.

Che poteri potrebbe avere un esecutivo Cottarelli che non ottenga la fiducia delle Camere?

“Cottarelli potrebbe sbrigare gli affari correnti. Sarebbe però più corretto fare subito nuove elezioni. Immaginare che si possa governare con un governo che non ha la maggioranza, contro una maggioranza alla quale si è impedito di formare un esecutivo, mi sembrerebbe veramente troppo. Bisogna andare immediatamente a votare. Non capisco perché, in presenza di una crisi istituzionale, di grave sbandamento nel Paese, non si possa andare a votare ad agosto. Andiamo a votare subito: dobbiamo richiamare i cittadini alle loro responsabilità”.