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19 Aprile 2024

Pistoia, agli arresti domiciliari per aver provocato la morte del marito


Pistoia, 13 febbraio – Svolta nelle indagini sul decesso del vigile del fuoco Antonio De Witt, trovato senza vita sul pavimento della sua camera da letto all’alba del 5 febbraio dello scorso anno. De Witt aveva 55 anni. Con l’accusa di maltrattamenti aggravati dalla morte della vittima, gli uomini della Squadra mobile della Polizia di Pistoia, diretti dal vicequestore Antonio Fusco, hanno infatti arrestato la vedova di De Witt, Marinova Bogdana Vesselinova, 50 anni, su ordine del Tribunale di Pistoia.

La Polizia di Stato ha eseguito la misura di custodia cautelare degli arresti domiciliari disposta dal sostituto procuratore Giuseppe Grieco al termine di una lunga e difficile indagine.

Il fatto accadde a Pistoia. La Procura pistoiese ha contestato all’indagata il reato previsto e punito dall’articolo 572 comma 3 del Codice penale, poiché “maltrattava il marito convivente sottoponendolo a sofferenze fisiche e morali, in modo continuativo ed abituale, attraverso una pluralità di condotte, tanto da cagionarne la morte nella tarda serata del 4 febbraio del 2017”.

La condotta violenta, caratterizzata “da abitualità e da una pervicacia crudele, veniva posta in essere con progressione esponenziale nei giorni antecedenti il 4 febbraio del 2017”, afferma la Procura, “giorni nei quali l’uomo veniva sottoposto a violenti pestaggi, anche facendo uso di oggetti atti ad offendere, riportando lesioni ecchimotiche in vastissime parti del corpo e ferite lacere contuse”. E ancora: “La donna, scientemente e consapevolmente, dopo aver posto in essere le condotte descritte, consapevole delle sue fragilissime condizioni fisiche, abbandonava il marito per diverse ore. La morte sopraggiungeva quindi come epilogo dei maltrattamenti intesi come la somma delle continue violenze e dell’abbandono nella notte del 4 febbraio”.

La misura cautelare è giunta a distanza di un anno dal fatto. Un tempo lungo, dettato dalla necessità di raccogliere un quadro indiziario e probatorio il più completo possibile, vista la particolarità della vicenda e la gravità della contestazione. Le indagini hanno infatti comportato l’espletamento di svariate consulenze, sia sulle cause della morte che sulle tracce di sangue e sul successivo sviluppo del Dna, consulenze che però, alla fine, hanno permesso di ricostruire il quadro già sviluppato dalla Polizia.